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L'occidente di fronte all’attacco del terrorismo decide di prolungare le sanzioni alla Russia

di Luciano Lago - 23/11/2015

Fonte: Controinformazione


Vertice leaders G-20

di Luciano Lago

Mentre si intensificano le minacce terroristiche dell’ISIS in Europa ed intere capitali europee come Parigi e Bruxelles sono in stato d’assedio per difendere la popolazione dagli attacchi terroristici, si riuniscono, per il vertice del G-20, ad Antalya, in Turchia, i leaders dei principali paesi europei, assieme al presidente Obama, e decidono concordemente di estendere per altri sei mesi le sanzioni alla Russia. Vedi:  AGI.it

“Abbiamo soltanto questa opportunità per ottenere quello che vogliamo”, ha detto uno dei funzionari della UE, “se ci giochiamo la carta delle sanzioni, queste dovranno rimanere sul tavolo fino alla fine”, ha dichiarato un diplomatico europeo.

 

Quindi avviene che, mentre la Russia, assieme all’Esercito siriano, è impegnata nel combattere e sgominare, con la sua azione militare in Siria, i gruppi dei terroristi islamici che sono quelli stessi che, armati e sostenuti in modo diretto o occulto dalle potenze occidentali, stanno adesso minacciando l’Europa di altre azioni di terrorismo, come quella portata a termine a Parigi, gli europei non trovano nulla di meglio da fare che rinnovare le sanzioni alla Russia.

In pratica risulta che gli unici due paesi sotto sanzioni dall’Occidente, la Russia e la Siria, sono esattamente quelli che stanno combattendo sul terreno i gruppi terroristi che minacciano anche l’Europa e l’Occidente mentre i paesi europei si “baloccano” in discussioni di come isolare la Russia e costringerla ad accettare la pulizia etnica della popolazione russa in Ucraina programamta dal governo di Kiev.

Questa schizofrenia dei leaders occidentali dimostra che qualche cosa non quadra nelle logiche distorte della politica occidentale e, per quanto riguarda i leaders europei, la loro stretta subordinazione alla politica di Washington dimostra il ruolo di vassallaggio a cui sono ridotti i governi europei che prendono decisioni fatali contro il loro stessi interessi. Libidine di servilismo, una forma morbosa che colpisce i leaders europei, quando si trovano al tavolo con il padrone americano. Non esiste altra spiegazione.

Al tavolo del G-20 siede Barack Obama, il Presidente degli Stati Uniti, lo stesso presidente che ha scatenato, nel corso della sua amministrazione, sette guerre sotto copertura utilizzando sul terreno i gruppi dei terroristi o mercenari armati ed addestrati dalla CIA (come accaduto in Libia ed in Siria) e che ha creato la strategia del caos e della destabilizzazione in tutto il Medio Oriente.
Accanto a lui si è visto al tavolo del G-20, il ministro degli esteri francese Laurent Fabius, quello che ebbe a dichiarare, a proposito della guerra in Siria, che ” gli uomini di Al Nusra (gruppo terrrorista) stanno svolgendo un buon lavoro in Siria”, e per questa sua dichiarazione fu anche denunciato presso la Corte di Giustizia Europea da un gruppo di francesi di origini siriane. Vedi: Voltairenet.org

Allo stesso tavolo siede David Cameron, leader del Regno Unito, il quale, oltre ad essere il reggicoda di Obama e delle sue politiche di destabilizzazione, per bocca del suo ministro degli esteri, ha accusato poco tempo fa il presidente russo, Vladimir Putin, di agire come se fosse “un tiranno di metà del XX secolo”, aggiungendo che dovrebbe ” adeguare il proprio comportamento in funzione del declino economico dell’economia russa”.   Vedi: Il ministro degli Esteri Britannico da lezioni di “legalità internazionale”

Dichiarazioni paranoiche che sono state immediatamente rinviate al mittente sia dai russi sia da tutte quelle nazioni (come la Libia, l’Iraq, la Serbia, ecc. ) che hanno subito le devastazioni ed i bombardamenti scatenati contro la popolazione inerme dai britannici, in spregio al diritto internazionale mediante guerre di aggressione scatenate in base a falsi pretesti.

Al tavolo del G-20 non poteva mancare anche il presidente turco Recep Erdogan, quello che si crede il “nuovo sultano”, l’uomo che ha portato la Turchia a svolgere il ruolo di paese base per il terrorismo in Siria, favorendo il transito delle migliaia di terrristi jihadisti e mercenari che in Turchia hanno ricevuto appoggi, armi e complicità per infiltrarsi in Siria.

Lo stesso Erdogan è il personaggio che, dietro le quinte, favoriva in Turchia gli acquisti del petrolio dell’ISIS, estratto dai pozzi petroliferi sotto controllo dello Stato Islamico in Iraq ed in Siria, consentendo il finanziamento dei terorristi. Erdogan è uno che non sopporta critiche, ha fatto chiudere le TV dell’opposizione ed ha perfino messo in carcere i giornalisti che hanno rivelato la complicità del governi turco con i terroristi.Vedi: Turchia: Erdogan fa guerra alla stampa

Tuttavia è molto apprezzato dalla signora Merkel alla quale tremano le gambe quando il turco minaccia di inviare altri due milioni di profughi in Europa se la UE non accetta le sue richieste, fra le quali quella di far entrare la Turchia nella UE. “Stai calmo, Erdogan, non fare la faccia scura, vedrai che ci metteremo d’accordo”, sembra abbia sussurrato Angela Merkel durante l’ultimo incontro con il “sultano”. La Merkel sa che non è bene per lei far arrabbiare il turco.
Di contorno a cotanti personaggi era presente al tavolo, il “furbetto fiorentino”, Matteo Renzi, che rappresentava l’Italia. Un “personaggetto” che rappresenta l’Italia e che si impegna a prestare il suo consenso a tutte le decisioni prese da Obama, Merkel e Cameron senza mai nulla obiettare e che manifesta sempre la sua dedizione ed il suo servilismo nei confronti dei potenti, arrivando a sostenere, nell’incontro con Netanyahu, che l’Italia ha comuni radici (?) con Israele, così come era riuscito ad affermare, nel corso della visita di Obama a Roma, che “Yes we can” è anche il suo stesso motto preferito. Non si sa se anche con il turco Erdogan, Renzi nella sua singolare visione storica, abbia trovato anche alcune radici ottomanne in comune fra l’Italia e la Turchia.

Naturalmente non è mancato il lato comico della riunione quando tutti i partecipanti, incluso Erdogan, si sono impegnati a combattere il grande pericolo del terrorismo ed hanno manifestato la loro solidarietà alla Francia colpita dai recenti attacchi di Parigi. Il presidente francese Hollande ha proposto una nuova manifestazione di tutti i capi di stato a Parigi, come avvenne per i fatti di Charle Hebdo, ed ha richiesto (dietro suggerimento di Obama) di estendere l’invito anche ai suoi amici dell’Arabia Saudita benchè questi siano sospettati di essere i mandanti degli attentati. I sauditi hanno però declinato l’invito in quanto, hanno detto, sembra che abbiano “altri impegni” per la data prevista. Secondo le informazioni passate da un funzionario saudita, che ha voluto mantenere l’anonomato, questi ha riferito che, visto il disastroso andamento della guerra nello Yemen, il governo saudita sta trasferendo dalla Siria allo Yemen diverse migliaia di miliziani jihadisti a libro paga di Riyad, per impiegarli nello Yemen contro le forze yemenite che resistono tenacemente.
I sauditi devono affrettarsi ad organizzare il trasferimento perchè sembra che le forze aereo navali russe di Putin, con i loro attacchi sempre più massicci, stiano letteralmente facendo a pezzi i miliziani jihadisti che i sauditi hanno utilizzato in Siria per rovesciare il governo di Bashar Al-Assad.

Nel frattempo Obama, terminata la riunione è volato in Malesia da dove ha lanciato un paio di “battute” destinate ai vari leaders europei: “La Russia deve adeguarsi alla nostra coalizione”, ha detto Obama.  Subito dopo ha aggiunto: “l’Arabia Saudita ci sta aiutando contro lo Stato islamico”.

Queste battute del “premio Nobel” Obama, come altre fatte in precedenza, non hanno mancato di suscitare ilarità fra gli osservatori internazionali.