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Il premier britannico Cameron inventa un nuovo pretesto per invadere la Siria

di Luciano Lago - 30/11/2015

Fonte: Controinformazione


Ribelli moderati, secondo Cameron

di Luciano Lago

Il premier britannico Cameron si inventa la presenza di una armata fantasma di 70.000 oppositori moderati in Siria per giustificare i piani di invasione Turco/ NATO del paese arabo.

Ancora una volta i britannici fanno da “reggicoda” ai piani USA di spartizione della Siria e si distingue in questo ruolo il Premier David Cameron, il quale, nel corso di un suo discorso al Parlamento Britannico, ha affermato, a sprezzo del ridicolo, che in Siria esisterebbero, secondo lui, circa 70.000 oppositori moderati a cui l’Occidente, ed in particolare le forze NATO, dovrebbero fornire aiuti.
Cameron ha affermato, nel corso del suo discorso tenuto per convincere della necessità di un intervento britannico, che questo fantomatico esercito di “oppositori moderati” sarebbe estraneo alle forze estremiste radicali, e si tratterebbe di un esercito di oppositori al regine di Bashar al-Assad.

 

Gli stessi commentatori di autorevoli giornali britannici hanno contestato le affermazioni di Cameron ed in particolare Robert Fisk, corrispondente per il Medio Oriente, per il giornale “The Independent” si domanda in un suo articolo: “Si presuppone forse che i moderati non abbiano armi nelle loro mani? Inoltre per l’Esercito siriano, che ha sofferto di oltre 60.000 perdite avutesi per mano dello Stato Islamico e del Fronte Al Nusra (i due principali gruppi armati), sarebbe molto difficile combattere contro queste truppe che non esistono”, aggiunge Fisk, il quale mette in dubbio che esistano anche soltanto 700 di questi “combattenti moderati”. Nella realtà l’Esercito siriano è l’unica forza legittima regolare schierata nel paese  e questo Esercito, grazie alla Russia, sta iniziando a recuperare il suo territorio occupato dai terroristi, ha segnalato Fisk. Vedi: The Independent

Secondo l’autore dell’articolo, il presidente russo, Vladimir Putin, sa bene che la Turchia fornisce aiuti allo Stato islamico motivo per cui è disposto a distruggere la rotta del contrabbando che gli estremisti utilizzano per trasportare il petrolio rubato alla Siria verso il territorio turco.
Se Ankara realmente vuole distruggere il terrorismo, perchè bombarda i curdi che stanno combattendo contro l’ISIS? Perchè incarcera i giornalisti che hanno denunciato la fornitura di armi all’ISIS in Siria da parte del servizio di Intelligence turco?

In mezzo a tutto questo, Cameron se ne esce con una trovata propagandistica dell’esistenza di 70.000 “oppositori moderati” nonostante tutte le evidenze, ammesse dallo stesso segretario alla Difesa USA, Ashton Carter, il quale aveva ammesso che tutti i piani di fornire armi ai “moderati” erano  falliti con la consegna delle armi ed il passaggio dei “moderati” nelle file di Al Nusra (Al Qaeda) o dell’ISIS. Vedi: Il Pentagono ammette il fallimento: “Basta addestrarre i ribelli in Siria”. 

Vedi anche: “500 milioni per addestrarre solo 60 ribelli”
Il patetico tentativo di Cameron di “arrampicarsi sugli specchi” per giustificare l’invio di armi ai gruppi terorristi mercenari che operano in Siria, non regge e viene sconfessato anche da parte di commentatori indipendenti. Un tentativo che rende evidente la complicità dei britannici nel piano di spartizione e smembramento della Siria pianificato dagli strateghi del Pentagono, un tentativo che è stato al momento bloccato dall’intervento militare, richiesto dal legittimo governo siriano, fatto dalla Russia nel paese arabo.

Concentramento di truppe turche alla frontiera

Nel frattempo si registra, nelle ultime 48 ore, un concentramento di truppe turche, circa 30.000, e di un migliaio di mezzi blindati alla frontiera turco/siriana, in uno spiegamento che lascia pensare ad un possibile intervento in forze dell’Esercito turco in base al piano occulto di invasione preparato dal Pentagono. Il piano del Pentagono, secondo alcuni analisti, sarebbe quello di creare incidenti di frontiera che forniscano il pretesto di una invasione da parte delle forze turche, appoggiate dalla NATO, della fascia settentrionale della Siria, ove creare una denominata “zona sicura” mediante la quale assicurare la protezione dei miliziani filo turchi ed addestrati dalla CIA che operano in quelle zone.

Questo piano spiegherebbe il sostegno fornito dagli USA nell’abbattimento dell’aereo russo Su-24 alla frontiera turco siriana e la copertura delle menzogne fornite dalle autorità turche circa la violazione dello spazio aereo turco, smentite peraltro non solo da russi e siriani ma ultimamente anche da esperti scientifici del Belgio.

Nei prossimi giorni si potrà quindi verificare quali saranno le mosse del governo turco che saranno fatte sullo scacchiere siriano ed è facile prevedere che, anche le provocazioni più scoperte fatte dai turchi, vedranno comunque l’appoggio degli USA e della NATO, secondo un piano prestabilito.
La Turchia di Erdogan svolge da molto tempo il ruolo sporco della leva per scardinare la Siria ed il suo governo, grazie all’assistenza ed al supporto che il governo di Erdogan ha fornito alle migliaia di mercenari jihadisti transitati dalla Turchia, riforniti di armi ed equipaggiamenti e fatti infiltrare in Siria. Nell’ambito di questo ruolo, i turchi si sono fatti carico anche all’acquisto del petrolio estratto illegalmente nei pozzi della Siria finiti nelle aree controllate dai terroristi, inoltre il governo turco ha provveduto ad allestire i campi di addestramento per i terroristi, costituiti in territorio turco sotto il controllo USA.

Con l’acquisto del petrolio dall’ISIS, la Turchia ha contribuito a finanziare lo Stato islamico e ne hanno ricavato grossi profitti dei gruppi di speculatori turchi, fra i quali si è dimostrato che vi sarebbe anche il figlio di Erdogan, che hanno rivenduto il greggio di contrabbando a prezzi di mercato a società petrolifere occidentali ed israeliane.

Il gioco è stato però mandato all’aria da Putin che, dopo l’intervento militare in Siria, ha interrotto il flusso del petrolio bombardando le lunghe colonne di camion cisterna che attendevano di passare il confine. Allo stesso modo i russi hanno colpito anche i camions che trasportavano armi e rifornimenti per i terroristi attraverso la frontiera turca. Questo ha determinato, con molta probabilità, l’ira di Erdogan e l’ordine di abbattere l’aereo russo per poi passare al “piano B” quello dell’invasione dalla frontiera con il sostegno NATO.

Ci possiamo scommettere che i prossimi giorni saranno” molto caldi” su quella zona del Medio Oriente e le conseguenze saranno di sicuro molto “pesanti” e difficilmente calcolabili.