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Se questo è un terrorista

di Pino Cabras - 26/11/2008





ziad jarrah

Ziad Jarrah, nelle versioni ufficiali dell’11/9, era il fondamentalista fanatico e suicida che pilotò l’aereo dirottato della United Airlines (volo 93) fino al suo schianto nelle campagne della Pennsylvania. Oggi ci viene mostrato un suo video risalente a qualche tempo prima. Come gli altri documenti sul “gruppo di fuoco” dei mega-attentati, anche questo conferma anomalie stridenti per il ritratto di un fondamentalista.




Video e accertamenti ricavati da vari investigatori, anche dell’FBI, e ignorati dalla Commissione sull’11/9, ci mostrano dei giovani ben poco pii, per nulla dediti ad austere consuetudini salafite, e molto inclini a momenti di vera débauche, ubriacature, cocaina, vestiti alla moda e gioielli, senza trascurare qualche braciola di maiale.
I presunti dirottatori Marwan Alshehhi e Hamza Alghamdi – ad esempio - acquistarono video porno e giocattoli erotici per centinaia di dollari in Florida. Spesero 252 dollari in video e 'giocattoli' ai primi di luglio 2001, e poi altri 183 dollari nel corso di quel mese. Come se non bastasse, Satam Al-Suqami probabilmente pagò per un'accompagnatrice a Boston il 7 settembre 2001. Alshehhi venne inoltre riconosciuto da sei ballerine del Cheetah’s, un nightclub di Pompano Beach, Florida. Questo combacia con
altre prove del fatto che i dirottatori bevevano alcol, pagavano per ballerine di lap dance, guardavano video porno, ecc., ben lontani dal comportamento che ci si aspetterebbe da dei religiosi radicali.
Le presenze dei presunti dirottatori in bar e ristoranti lasciano grandi tracce con le carte di credito. Va detto che alcune carte di credito usate dai presunti dirottatori furono usate ancora negli USA dopo l'11/9. Per esempio, una carta di credito posseduta congiuntamente da Mohamed Atta e Marwan Alshehhi venne usata due volte il 15 settembre. Ciò risulta di sostegno alle notizie giornalistiche di fine 2001 che riportavano che le carte di credito dei dirottatori furono
usate sulla Costa orientale degli USA non più tardi dei primi di ottobre del 2001.
In ogni caso, sappiamo anche che i linceziosi picciotti di al-Qā‘ida non disdegnavano le sale da gioco di Las Vegas, altro luogo in cui dei musulmani non fanno esattamente la figura dei devoti al Corano.
Nulla si sa sulla data originale del filmato di Jarrah tirato fuori dalla NBC. Di norma gli aspiranti attentatori suicidi filmano i loro testamenti video alla vigilia dei loro attentati. Sono intesi come un messaggio finale alle proprie famiglie, e come uno strumento di propaganda da trasmettere in ambienti di militanti. L’assenza di dati così specifici si presta a manipolazioni e deviazioni che aggiungono dubbi, più che risolverne.
Ziad Jarrah appare impacciato, come se recitasse controvoglia, senza solennità, un copione idiota in cui non crede minimamente, tanto che gli scappa da ridere, come uno che esclami “che s’ha da fa’ pe’ campa’!”
A sostegno della versione ufficiale, i suoi mitografi hanno interpretato così il video di Jarrah: guardate come sono insidiosi questi fondamentalisti, si sono mimetizzati così bene da diventare il vostro invisibile vicino, la minaccia nascosta della porta accanto.  Gente normale, in apparenza, ma assassina.
È possibile una diversa lettura di simili comportamenti? Lo spiegava bene Jim Garrison, nel suo libro JFK - Sulle tracce degli assassini (Milano, Sperling&Kupfer, 1992 ) al capitolo 5, intitolato “La messa a punto del capro espiatorio”: nel gergo dei servizi segreti una lunga operazione che si svolga nel corso degli anni e faccia compiere a una pedina, inconsapevole vittima sacrificale, gesti che solo in seguito verranno capiti e interpretati, si dice “inzuppare la pecora” (sheepdipping).
Allora sono possibili diverse ipotesi investigative sugli atti della “pecora inzuppata” Ziad Jarrah, differenti dal balbettante sconcerto che invece ha accolto questo video sui media mainstream. Di certo Ziad Jarrah appare coinvolto in veste di esecutore di un qualche segmento delle azioni terroristiche dell’11/9, magari per mandare fumo negli occhi. Ma il suo profilo – come quello degli altri presunti dirottatori - non appare adeguato al grado di complessità dell’operazione.
Qualche anno fa il generale Fabio Mini diceva che si tratta di scovare «non quelli che hanno condotto l'attacco, né quelli che hanno pianificato e diretto le operazioni, ma coloro che hanno ideato il piano». Essi hanno capacità, che bin Lāden e associati non possiedono, «da geni della politica, della strategia e della guerra».
Il
filmato con le papere di Jarrah è un piccolo tassello di conferma.