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E la chiamano tregua

di Christian Elia - 08/10/2010


 


L'esercito israeliano, che compra nuovi jet dagli Usa, uccide due militanti di Hamas a Hebron

Hebron è più di una città. Hebron è un'idea. Bisogna vederla, per tentare di capire il conflitto israelo-palestinese. Il taxi, da Gerusalemme, depone il passeggero di fronte a un grande check-point dell'esercito israeliano. Una postazione a terra, coperta da un'altra ricavata all'ultimo piano di una palazzina sequestrata a una famiglia palestinese.

Quello è il punto dei destini incrociati: da una parte si va in città vecchia araba, dall'altra nella Hebron dei coloni israeliani. Hebron é uno dei luoghi più sacri per ebrei, cristiani e musulmani perché ospita da millenni la Tomba dei Patriarchi. La grotta di Macpela, dove è stato edificato un grande luogo di culto, è il luogo dove Abramo accolse i messaggeri del Signore che gli promisero una discendenza numerosa come le stelle del cielo. Qui furono sepolti lo stesso Abramo e sua moglie Sara, Isacco e Giacobbe. Una promessa tradita dai figli dei figli di quella stirpe, che si è divisa in fazioni, l'una contro l'altra armate.

Nel 1929 gli arabi residenti ad Hebron assediarono le case degli ebrei e uccisero decine di persone tanto che gli inglesi si videro costretti ad allontanare i superstiti dalla città. Nel 1994 si consumò un altro massacro, questa volta ad opera di un colono ebreo che sparò all'impazzata sui fedeli musulmani raccolti in preghiera uccidendone trenta. Oggi, 8 ottobre 2010, l'esercito israeliano ha ucciso due palestinesi, accusati di far parte del gruppo di fuoco di Hamas che, sei mesi fa, assassinò quattro coloni dell'insediamento di Kiryat Arba.

Una strada di sangue, segnata dalla rete di protezione che gli arabi hanno dovuto stendere per proteggere il cammino dal lancio di oggetti di ogni tipo dalle case occupate che incombono sulla stradina che porta alla Tomba. Dove una moschea e una sinagoga sorgono fianco a fianco, condividendo un muro. Hebron la devi vedere, per tentare di cogliere tutta questa assurdità.
Altre sei persone sono state arrestate dai militari israeliani. L'operazione è avvenuta nel mezzo dell'ennesima palude nella quale si arenano - come da copione - le trattative di pace tra israeliani e palestinesi.

Il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, continua a chiedere di essere ascoltato, ma non vuole ascoltare Hamas. L'altro partito, differente dal suo Fatah, quindi un nemico. Un nemico anche per Israele, che vuole far la pace con chi gli conviene. Ma allo stesso tempo, nonostante dichiarazioni di pace a uso delle telecamere, non vuole congelare gli insediamenti illegali, eufemismo per dire furto di terra dei palestinesi. Come si costruisce la pace?

Non uccidendo due militanti di Hamas, senza un processo. Se non fossero stati loro a sparare a Kiryat Arba? Se Kiryat Arba - un insediamento illegale - non esistesse, qualcuno avrebbe sparato?
La pace non si costruisce neanche con le armi. ''Se vuoi la pace, prepara la guerra'', recita un antico adagio di Vegezio. L'arbitro parziale della contesa in Medio Oriente, gli Stati Uniti d'America, spingono per i colloqui tra israeliani e palestinesi, ma sostengono il loro impegno con la cessione di venti F-35, per un valore di 2, 75 miliardi di dollari Usa, all'aviazione di guerra israeliana. E la chiamano tregua.