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Lettera a Steve Jobs su Apple City

di Hillel Schocken - 13/07/2011

Fonte: grupposalingaros











Egregio Sig. Jobs,

attratto dalle meraviglie dell'iPad, lo scorso 7 giugno sono venuto ad assistere alla sua presentazione del nuovo Apple campus presso il consiglio della pianficazione di Cupertino. Il mio entusiasmo all'inizio della presentazione - in attesa che il tradizionale avanguardismo di Apple facesse la sua apparizione nei campi dell'Architettura e dell'Urbanistica - si è presto trasformata in una delusione profonda. Lei ha avuto perfettamente ragione ad affermare che la prevista capienza di 12.000 persone in un unico edificio è "piuttosto strampalata". Non che si tratti di un unicum. Ciascuna delle  "torri gemelle" del distrutto WTC disponeva di una capienza ancora maggiore. Tuttavia, l'idea di un solo edificio circolare nel parco, anzi,di  un "campus", è strampalata sotto più di un aspetto.

E' strampalata perché, dai tempi di "Vita e morte delle grandi città americane" di Jane Jacobs (pubblicato nel 1961), tutti sanno che dividere la città in zone monofunzionali, un uso noto come "zonizzazione", è una cattiva pratica urbana. I "parchi" industriali, perché è questo ciò che lei sta pianificando a Cupertino, sono abitati durante le ore di lavoro e abbandonati di notte, attirando ogni tipologia di rischio per la sicurezza. Sono enormi generatori di congestione del traffico nelle ore di punta, al mattino e al pomeriggio, e richiedono stradoni di grande ampiezza, che però restano vuoti durante la maggior parte del giorno e della notte.

E' strampalata perché, mentre l'umanità deve trovare il modo di ridurre le emissioni di CO2 da auto private, e di investire in mezzi efficienti di mobilità umana, Apple progetta un parcheggio enorme che incoraggerà i propri dipendenti a venire in auto al lavoro. Potrebbe pensare ad una alternativa alla costosa costruzione di un parcheggio sotto o sopra terra, incoraggiando il personale a vivere a una distanza pedonale dal posto di lavoro o, per chi vive un po più lontano, ad acquistare un Segway. Per coloro poi che sono ancora più lontani si potrebbe pagare il biglietto dell'autobus. Il costo complessivo per la società sarebbe assai più basso, e ancor di più per Apple.

E' strampalata, perché anche negli Stati Uniti le persone stanno cominciando a capire i mali della periferia e dello sprawl urbano, concezioni che appartengono entrambe alla metà del secolo scorso. Un progetto come il vostro, date le sue dimensioni, potrebbe segnare l'inizio di una nuova era urbanistica in America, un'epoca che antepone gli esseri umani alle auto, i pedoni agli automobilisti. Si potrebbe investire nella creazione di un vivace contesto pubblico, sotto l'egida di vie anziché di autostrade, dove la gente di Cupertino, compresi i dipendenti Apple, potrebbe incontrarsi, entrare in relazione, fare affari e interagire per il loro reciproco vantaggio. Invece, il suo progetto si limita a sostituire dei non-luoghi da parcheggio con non-luoghi "verdi".

Se, come lei ha detto, il vostro campus attuale è noioso, evidentemente non ha idea di quanto risulterà noioso il suo edifico-astronave dalla forma tondeggiante. Semplicemente uguale a se stesso da qualunque parte lo si guardi. Anche il vetro curvo avrà lo stesso aspetto da ogni angolo. Visto uno, visti tutti.

La pianta circolare non è nuova. E' stata già sperimentata, ed è dimostrato che crea reali problemi di orientamento. Non importa dove ti trovi, tutto sembra uguale. Quando passerà per Washington DC non perda una visita allo Hirshhorn Museum (1974) e alla sua ricca collezione di arte moderna. Se non l'hanno modificato dalla mia ultima visita, vedrà che ad un certo punto sara portato a chiedersi: sono già passato da qui prima? Ho raggiunto la fine della mostra? Ho già visto questo dipinto? Le consiglio anche di recarsi a Parigi, in Francia, dove è possibile visitare quello che una volta era un oggetto di ammirazione, ma che è tuttora causa di disorientamento: il terminal circolare 1 dell'aeroporto Charles De Gaulle (un altro vintage 1974!).

Inoltre, anche l'idea della costruzione del parco non è nuova. È l'idea disastrosa di Le Corbusier che travolse il mondo negli anni 30, e sembra avere ancora presa su di lei. È possibile visitare il deserto urbano di Brasilia, progettato a metà degli anni '50, nello spirito di Le Corbusier, per realizzare l'entità del disastro.

Nella presentazione è stato utilizzato il fin troppo spesso abusato termine "scala umana", dicendo che gli edifici progettati sul sito non supereranno i quattro piani di altezza, come se l'altezza di un edificio fosse l'unico fattore che definisce la "scala umana". Non sono mai stato a Cupertino, ma scommetto che non c'è una sola strada, lì, dall'atmosfera altrettanto buona (per l'uomo, non le auto) di quella che caratterizza la maggior parte delle strade di Manhattan - che è, nonostante i suoi edifici alti, molto più "a scala umana" di Cupertino.

Lei ha evitato di fare il nome dei suoi eccellenti architetti. Ad un certo punto, Sir Norman Foster è stato menzionato, ma lei avrebbe potuto selezionare qualsiasi altra archistar. Niente di sorprendente. Foster è un grande nome, adatto per il grande lavoro di un cliente conservatore. Egli è anche un grande tecnico che può facilmente far fronte ad alcuni chilometri di vetro curvo e di eccitanti strutture. Queste qualifiche sono molto importanti, ma per realizzare "il miglior edificio per uffici del mondo", avete bisogno di qualcosa di più. È vero, il mondo di oggi cerca divertimento e stravaganza, ma manca la qualità. Non solo la qualità nella costruzione e nei dettagli (che è molto importante, naturalmente), ma la qualità della vita. Si poteva sperare da un visionario come lei la comprensione che un edificio non deve soltanto servire le esigenze funzionali dei suoi occupanti. Un edificio buono, innanzitutto serve la comunità locale. Una comunità suburbana, definita da case private all'interno di giardini privati, non ha bisogno di un altro parco sovradimensionato. I suoi membri devono essere in grado di mescolarsi per strada, sedersi in un caffè, comprare qualcosa al negozio d'angolo, e fare tutto ciò passeggiando all'aperto lungo una strada, cioè non tra le lande desolate dello Stevens Creek Boulevard. Lo staff di Apple ha bisogno di qualcosa di più. I suoi dipendenti devono poter scegliere dove e cosa mangiare durante la pausa pranzo, e anche, sì, chi incontrare. Non è dunque certo il caso della migliore caffetteria interna di 3.000 mq, dove i lavoratori sono costretti a mangiare ogni giorno.

Ho visto edifici eccellenti, mediocri e anche cattivi ricevere le visite degli studenti di architettura. Sono veramente pochissimii quelli che continuano a essere visitati a dieci anni dalla loro costruzione. La sua astronave "strampalata" non raggiungerà quel limite di durata.

Visto che sono stato tanto critico fin qui riguardo al campus proposto dalla Apple, vorrei concludere con una nota  positiva e di speranza. "Apple City" è ciò che lei desidera per Apple e Cupertino. Ora, il sito attuale è un inizio perfetto.

Lei potrebbe cominciare guardando le strade circostanti con l'occhio di chi desidera trasformarle in vie animate. Questi spazi pubblici costituirebbero le sue ancore in Cupertino. I suoi eccitanti edifici alla moda, molto probabilmente costruiti lungo queste strade, consentirebbero l'uso commerciale al piano terra, con usi misti di uffici e abitazioni nei piani superiori. Al fine di incoraggiare la gente a muoversi a piedi, occorrerebbe esaminare la dimensione della griglia stradale nella zona adiacente, e allinearvi nuove strade, in modo che le persone provenienti dalle zone residenziali circostanti siano incoraggiati a camminare attraverso il vostro spazio per raggiungere altri luoghi nei dintorni . Si potrebbe costituire una rete di edifici pubblici come ad es. una "Scuola Apple" un Apple "iSport," o un teatro (Apple "iShow") da utilizzare per gli eventi della Apple, presentazioni, e (perché no?) spettacoli pubblici. Rimarrebbe ancora spazio sufficiente per un parco pubblico destinato alla ricreazione sia del personale di Apple, che dei cittadini di Cupertino.

Apple, Google e Facebook capitalizzano sulla fondamentale necessità umana di contatto. L'abitato urbano - la città - li precede di alcuni millenni. Come per essi, la ragion d'essere di una città è quella di fornire ad ogni individuo una grande rete di contatti potenziali. Per quanto avanzati e potenti, Apple, Google, Facebook (e altre realtà simili ancora di là da venire) non potranno mai sostituire la città, ma ne saranno sempre il complemento.

Lei ha l'opportunità unica di guidare la pianificazione e lo sviluppo urbani in America e in tutto il mondo verso nuovi orizzonti. Un progetto d'avanguardia come questo attirerà visitatori da tutto il mondo. Lo acchiappi!

 
Cordiali saluti,

Hillel Schocken

 

Hillel Schocken dirige la Schocken Architects fin dalla sua fondazione nel 1978, impegnandosi in una grande varietà di progetti di alto livello, tra cui interventi urbanistici, musei, strutture educative, uffici, abitazioni, industrie e restauro. Membro di numerose giurie per premi e concorsi in Israele, ha insegnato nelle scuole di architettura di tutto il Paese e all'estero. Fino a poco tempo, ha servito come direttore della Scuola Azrieli di Architettura dell'Università di Tel Aviv. Nel 2000 Schocken è stato nominato curatore del padiglione israeliano alla Biennale di Architettura di Venezia dove ha esposto la sua originale teoria Urban - "Anonimato Intimo". Schocken è tra i fondatori del MIU - Movimento per l'Urbanistica Israeliana ed è presidente ad interim del Consiglio di amministrazione della "Stage Orchestra di Israele". Pubblica periodicamente articoli sulla stampa nazionale su argomenti di cultura generale e professionale.
Corso teorico-pratico a posti limitati. Per informazioni e prenotazioni: info@biourbanism.org
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