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L’uomo perfetto

di Giuseppe Gorlani - 20/01/2012



   Non si può sfuggire all’obliterazione che gli anni perpetrano sui nostri ricordi. Ma se si aspira a vivere nella semplicità, in accordo con la propria più intima ispirazione, a poco a poco tutto si fa presente, sino a che, al momento del trapasso, gli istanti innumerevoli componenti l’intera esistenza ci appaiono dinnanzi, all’improvviso, in forma di sfera abbagliante.
   Non ha importanza rammentare questo o quello, bensì ri-cordare, ovvero risvegliare nel Centro la coscienza di essere l’Essere. Fondamentale è emanciparsi dalla piccineria dell’“io” effimero che si autoproclama “assoluto” e non certo dipingere in modo diverso la prigione. L’Imperscrutabile ci attraversa e ci sostanzia, comprende tutti i nomi e li trascende, non ha date di nascita né di morte, non ha storia, non evolve, né regredisce.
   Una volta che si sia dato spazio al ri-cordo di quel che siamo realmente,  l’affaccendarsi dell’uomo tecnologico perde ogni fascino, palesandosi come un insulso brulichio votato al niente: un penoso spettacolo! Quanta forza, quanta vita, quanto amore offerti al Verme! Se invece il vibrare universale si risolve in mistero, inseparabile dalla natura del Senza Superiore, allora tutto è libertà, celebrazione, preghiera, contemplazione. E gli istanti sono gocce, le nuvole generazioni di madri e padri, gli accordi internazionali minuscoli congegni di madreperla, i giornali prendono il volo in ali di draghi, i ritmi biologici che disciplinano i corpi borbottano nell’acqua defluente nei fondovalle, il fuoco è olio profumato di cui si cospargono donne stupende: vampate di paglia, grammatiche rese incomprensibili dall’accumularsi di rovine.
   E tu, qualsiasi cosa tale “tu” significhi, non ti addormenti adagiato a lato di fiumi pigri; che i tuoi occhi si chiudano o si aprano, tu vedi. Sei nessuno e sei tutto. Le dita, la lingua, lo sguardo si inchinano alla meraviglia. Le donne sono la Donna e gli uomini, l’Uomo. Hai compreso la coniunctio oppositorum. Leggi dall’interno, assapori l’invisibile nel visibile e viceversa. La stupidità, autoelevatasi a norma, non ti può più raggiungere. Resti “stupido” s’intende, ma allo stesso modo in cui è “stupido” lo shêng-jên, l’uomo perfetto.