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Australia, gli aborigeni mettono in fuga la premier

di Stefano Gulmanelli - 27/01/2012


470.000 indigeni, minoranza tra i 22 milioni di australiani
224 anni fa. I primi inglesi arrivarono a Sydney il 26 gennaio 1788


SYDNEY Un agente della sicurezza protegge la premier laburista australiana Julia Gillard contestata a aggredita da un gruppo di aborigeni Diritti Solo nel 1967 è stato riconosciuto ai nativi australiani il diritto di voto Nel 2008 sono state presentate le scuse ufficiali del governo per le sofferenze inflitte nei secoli
Scortata fuori fra le braccia di un poliziotto, a testa china, il viso stravolto e con una sola scarpa, perché l’altra era rimasta sulla scalinata del ristorante da cui è dovuta scappare. È finita così la partecipazione del Primo Ministro Australiano Julia Gillard a una celebrazione indetta durante l’«Australia Day», la giornata in cui si ricorda l’arrivo nella Baia di Sydney, il 26 gennaio 1788, della First Fleet, la flotta britannica con cui iniziò la colonizzazione.
L’uscita del tutto non convenzionale della Gillard dal ristorante «The Lobby» di Canberra si è resa necessaria dopo che circa duecento manifestanti aborigeni, provenienti dalla «Ambasciata della Tenda Aborigena», avevano cominciato a picchiare sulle vetrate del locale urlando «razzisti» e «vergogna» a coloro che si trovavano al suo interno.
L’Ambasciata Aborigena della Tenda è un accampamento permanente di attivisti allestito nel parco davanti al vecchio Parlamento a Canberra, di cui cade in questi giorni il 40˚ anniversario. Attraverso questo presidio gli aborigeni promuovono richieste e rivendicazioni su diritti e sovranità territoriale. Per quanto il governo federale non l’abbia mai riconosciuta - come vorrebbero i gruppi promotori - quale vera e propria delegazione diplomatica, la Tenda è considerata anche dalle autorità australiane un sito legittimo di lotta politica degli aborigeni.
La protesta violenta degli attivisti radunati nelle sue vicinanze è stata innescata dai commenti fatti durante la mattinata dal Leader dell’Opposizione Tony Abbott, il quale, pur riconoscendo che la Tenda - con le iniziative promosse dal gruppo che la anima - ha ottenuto risultati ragguardevoli per la causa aborigena, ha concluso che «forse è il momento di chiuderne l’esperienza». Va ricordato che per la stragrande maggioranza degli Aborigeni l’«Australia Day» è nient’altro che la celebrazione di un’invasione - infatti loro lo chiamano «Invasion Day» - e i commenti di Abbott proprio in un giorno simile sono stati considerati da molti attivisti una provocazione. Da qui l’assalto al ristorante dove sia la Gillard sia Abbott si trovavano per presenziare alla premiazione di membri appartenenti ai servizi di emergenza.
Alcuni degli assalitori, interpellati dai media locali, hanno sostenuto di aver creduto che nel ristorante ci fosse solo Abbott, ma questo non ha mutato il giudizio fortemente critico anche nei confronti del Primo Ministro. «Non è nemmeno venuta fuori a parlare con noi - ha detto Sean Gordon, uno dei manifestanti -. Invece è corsa via, come una codarda».
A dire il vero, le circostanze non erano davvero di quelle che lasciavano molto spazio a tentativi di incontri conciliatori: durante l’assalto, le vetrate del locale rimbombavano sotto le manate dei manifestanti e lo stesso Abbott ha detto di aver avuto paura che potessero prima o poi essere frantumate. L’immediato intervento delle forze di sicurezza - alle quali si sono aggiunti anche membri della squadra antisommossa - ha consentito ai due leader di lasciare in fretta il locale da un’uscita laterale.
È stato durante questa fuga precipitosa che al Primo Ministro Gillard si è sfilata la scarpa blu marina. Il fatidico momento è finito immortalato sulla pagina Facebook della «Ambasciata della tenda», accompagnato da una didascalia dal tono beffardo e amaro: «Che cosa volete che sia perdere una scarpa in confronto alla perdita di un intero Continente? »