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Libia: dove sono gli Ineffabili Alfieri dei ‘diritti umani’?

di Ugo Gaudenzi - 28/02/2012

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Vi ricordate l’iraniana Sakineh? Condannata alla lapidazione per uxoricidio? Anche se era stata graziata e nessuno le aveva torto un capello nel suo nome tutto l’Occidente si pavesò in difesa dei cosiddetti “diritti umani”...
Ma l’Iran è dichiarato dall’Occidente il Male per antonomasia. E la Libia, invece, è ormai il paradiso della democrazia e dei diritti umani. Che cosa dunque può mai importare agli atlantici su cosa accade nella Libia da loro “liberata” a colpi di bombe Nato? Nulla.
E se centinaia di donne, lì, sono state imprigionate, violentate, uccise (e ferocemente mutilate disegnando con i loro seni arabeschi sulle strade), cosa può importare mai oggi agli Ineffabili Alfieri della Libertà, dei Diritti Umani e della Democrazia? Nulla, meno di nulla.
Halla el Mesrati era una giornalista della tv di Stato libica. Nelle tragiche ore della conquista di Tripoli da parte dei mercenari Nato mostrò in diretta una pistola dichiarando che avrebbe resistito fino alla morte... Immagini che fecero il giro del mondo.
E dov’è ora Halla? Cosa le è accaduto? Era una donna emancipata, una scrittrice. Una patriota. Non si è data alla fuga. Catturata dai ribelli, da agosto è loro prigioniera. Violentata a turno dai suoi carcerieri. Si sa che ora è incinta, grazie a qualche “portatore di democrazia”, al soldo del Qatar e del Padre ex Bianco di Washington.
La Libia “liberata” - come l’Italia nel 1945 - è sotto tutela statunitense. Sono già seimila - e raddoppieranno in qualche mese - i barbari “consiglieri militari” Usa designati a insediare il “Cnt” e la Democrazia in Libia. E a stroncare quel che resta di una nazione che non si rassegna alla perdita della sua identità laica e socialista. Utilizzando ogni strumento dei “diritti umani”: dalla tortura alla morte...