Ecco le 16 azioni prioritarie e necessarie per vivere nei limiti di un Pianeta
di Gianfraco Bologna - 25/05/2012
Nella rubrica della scorsa settimana ho illustrato il rapporto del Wwf "Living Planet Report 2012" soffermandomi su alcune delle significative conclusioni derivanti dall'utilizzo di importanti indicatori come il Living Planet Index (l'indice del pianeta vivente) che dà conto dello stato di salute della biodiversità sul pianeta, l'impronta ecologica e l'impronta idrica che danno invece conto della pressione esercitata dall'intervento umano sui sistemi naturali della Terra.
Il rapporto si intitola "Biodiversity, biocapacity and better choices" e, nella nota odierna, mi sono ripromesso di fornire ai nostri lettori un'illustrazione delle proposte che il Wwf ha assemblato ed al quale ha dato proprio il titolo di "better choices", le scelte migliori. Come la conoscenza scientifica ci documenta in maniera chiarissima ci troviamo già oggi in un percorso insostenibile e i trend e le analisi illustrati nel rapporto indicano che, in uno scenario BAU (Business As Usual), la situazione futura non farà che peggiorare rendendo sempre più insostenibile la vita di tutti gli esseri umani sulla Terra e renderà sempre più difficile il nostro futuro.
Allo scopo di invertire il declino dell'Indice del Pianeta vivente, di riportare l'Impronta ecologica nei limiti di un solo Pianeta, di evitare i pericolosi cambiamenti climatici e globali e di raggiungere uno sviluppo sostenibile, è necessario porre alla base delle economie, dei modelli del commercio e degli stili di vita di noi tutti una realtà fondamentale: il capitale naturale della Terra - la biodiversità, gli ecosistemi e i servizi ecosistemici - è limitato e deve diventare un elemento di importanza centrale nella nostra impostazione economica.
Il Wwf, facendo tesoro della ricca documentazione di analisi e proposte di questi ultimi decenni, propone l'adozione di una prospettiva "One Planet" offrendo un set di soluzioni per gestire, governare e condividere il capitale naturale nei limiti ecologici della Terra. Oltre a salvaguardare e ripristinare questo capitale naturale, il Wwf richiede le scelte migliori lungo tutto il sistema di produzione e consumi, supportate da un reindirizzo dei flussi finanziari e da una più equa gestione delle risorse.
La prospettiva One Planet ci ricorda che le nostre scelte sono altamente interdipendenti. La conservazione del capitale naturale, per esempio, influirà sulle decisioni e sui possibili risultati derivanti dalle modalità di produzione e consumo. In maniera simile, i flussi finanziari e le modalità di governance determineranno ampiamente se le scelte in materia di produzione e consumo contribuiranno realmente alla conservazione della biodiversità, all'integrità degli ecosistemi e, da ultimo, a garantire a tutti risorse alimentari, idriche ed energetiche.
Le proposte delle scelte migliori si focalizzano su 16 azioni prioritarie necessarie per vivere nei limiti di un Pianeta. L'implementazione di questo cambiamento costituirà ovviamente una grande sfida per tutti noi. Tutti noi infatti ci troviamo davanti a scelte e compromessi scomodi, ma solo adottando decisioni coraggiose e informate sarà possibile garantire società umane sane, sostenibili ed eque, ora e in futuro.
Elenco di seguito, con brevi commenti per ognuna, le 16 scelte divise per 5 ambiti: preservare il capitale naturale, migliorare la produzione, consumare in maniera saggia, reindirizzare i flussi finanziari, gestire in maniera equa le risorse.
Preservare il capitale naturale:
1. Ampliare notevolmente la rete mondiale delle aree protette
- proteggere il 20 % delle aree terrestri, d'acqua dolce e marine rappresentative, fra cui quelle significative per i processi ecologici necessari alla biodiversità, alla sicurezza delle risorse alimentari, idriche ed energetiche e alla resilienza e all'adattamento ai cambiamenti climatici;
- implementare adeguati meccanismi di finanziamento per una gestione efficiente delle aree protette.
2. arrestare la perdita degli habitat prioritari
- entro il 2020, raggiungere il livello Zero Net Deforestation and Degradation (ZNDD) e mantenerlo;
- interrompere la frammentazione dei sistemi naturali di acqua dolce;
- aumentare la superficie delle aree marine protette gestite efficientemente dal 5% ad almeno il 20%.
3. Ripristinare gli ecosistemi e i servizi ecosistemici danneggiati
- dare priorità al ripristino degli ecosistemi e dei servizi ecosistemici necessari per la sicurezza delle risorse alimentari, idriche ed energetiche e per la resilienza e l'adattamento ai cambiamenti climatici.
Migliorare la produzione:
4. Ridurre significativamente le immissioni e i materiali di scarto nei sistemi di produzione
- incrementare l'efficienza dell'intera filiera delle forniture alimentari;
- massimizzare l'efficienza energetica, idrica e dei materiali;
- massimizzare i processi di riciclo e recupero;
- minimizzare le emissioni di gas a effetto serra.
5. Gestire in maniera sostenibile le risorse
- eliminare l'attività di pesca eccessiva delle flotte commerciali, fra cui la cattura indiscriminata di organismi accidentali (bycatch);
- eliminare la captazione eccessiva dell'acqua;
- implementare politiche di sicurezza per la qualità dell'acqua;
- ridurre al minimo le ulteriori conversioni di habitat, massimizzando l'utilizzo sostenibile dei suoli produttivi per mezzo di un aumento della selezione genetica, l'adozione delle migliori pratiche, l'incremento dell'efficienza, il miglioramento della materia organica del suolo e la riabilitazione di territori degradati;
6. Incrementare la produzione di energia rinnovabile
- aumentare la percentuale di energie rinnovabili sostenibili nel mix energetico globale, fino a raggiungere almeno il 40% entro il 2030 e il 100% entro il 2050;
- aumentare la percentuale di energia rinnovabile nel mix energetico totale e gestire la domanda energetica in maniera ambiziosa, specialmente nei settori con limitate opzioni rinnovabili, che possiedono maggiori possibilità di dipendere dalla bioenergia (fra questi, i settori dell'aviazione, della navigazione e quello delle applicazioni industriali ad alto calore).
Consumare in maniera saggia:
7. Modificare i modelli di consumo energetico
- entro il 2050, ridurre la domanda energetica del 15% rispetto ai livelli del 2005;
- aumentare la percentuale di elettricità prodotta da energie rinnovabili, fino a coprire tutto il fabbisogno energetico mondiale totale entro il 2050;
- fornire energia sostenibile a tutti nelle aree non collegate alla rete
8. Promuovere modelli di consumo sani
- bilanciare l'apporto proteico pro capite, come consigliato dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS);
- ridurre al minimo lo spreco di cibo da parte dei venditori e dei consumatori nei paesi a medio e alto reddito.
9. Adottare stili di vita con una bassa impronta
- ridurre al minimo il consumo e lo spreco di risorse da parte delle persone ad alto reddito;
- massimizzare la quota di mercato dei prodotti sostenibili certificati;
- trasformare le aree urbane in città "intelligenti" con soluzioni a bassa Impronta per soddisfare le esigenze di risorse abitative, alimentari, idriche, energetiche e di mobilità.
Reindirizzare i flussi finanziari
10. Assegnare un valore alla natura
- implementare un sistema omnicomprensivo e universalmente accettato per misurare il valore economico e non-economico del capitale naturale;
- integrare a pieno tale valore nelle politiche e nei processi decisionali tradizionali dello sviluppo economico.
11. Tenere conto dei costi ambientali e sociali
- integrare i costi ambientali e sociali di produzione e consumo a lungo termine nei bilanci aziendali e nazionali standard e nelle metodologie di rendicontazione;
- garantire che tali costi siano rispecchiati dal prezzo di mercato di tutti i beni e prodotti e nelle valutazioni di impatto ambientale.
12. Supportare e ricompensare la conservazione, la gestione sostenibile delle risorse e l'innovazione
- eliminare tutti i sussidi che mettono a repentaglio l'utilizzo sostenibile delle risorse e la conservazione, in particolare quelli che sostengono l'impiego di combustibili fossili e le pratiche agricole, forestali e di pesca non sostenibili;
- mettere a punto/implementare nuovi meccanismi finanziari, che riorientino gli investimenti pubblici e privati verso pratiche sostenibili, e nuove tecnologie per la sostenibilità e fornire nuovi e ulteriori finanziamenti per la conservazione e il ripristino del capitale naturale;
- migliorare le politiche di incremento degli investimenti e di impiego su larga scala di innovazioni e tecnologie che rendano possibile uno sviluppo sostenibile nei settori privato e pubblico.
La gestione equa delle risorse :
13. Condividere le risorse disponibili
- implementare una gestione delle risorse naturali fondata su processi omnicomprensivi e su una vasta partecipazione delle comunità che da tali risorse dipendono;
- minimizzare l'Impronta delle popolazioni e delle aree urbane ad alto reddito (vedere "Consumare in maniera saggia");
- promuovere la transizione verso città sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico e ridurre gli impatti diretti delle aree urbane sul territorio e sulle risorse idriche, limitando l'espansione urbana incontrollata, promuovendo l'agricoltura urbana e una gestione sostenibile dei materiali di rifiuto (acqua).
14. Compiere scelte eque e informate dal punto di vista ambientale
- implementare le politiche e gli strumenti per analizzare, risolvere e gestire le pressioni competitive in materia di utilizzo del territorio e delle risorse idriche.
15. Misurare il successo "oltre il PIL"
- includere gli indici sociali e ambientali fra gli indicatori nazionali che misurano e ricompensano il successo;
- implementare politiche economiche dotate di obiettivi e indicatori che misurino gli impatti della gestione economica del capitale naturale e del benessere umano.
16. Popolazione sostenibile
- integrare chiaramente nelle politiche di pianificazione nazionale le dinamiche di popolazione (dimensioni, tasso di crescita, composizione, posizione e flussi migratori) e i trend di consumo pro capite, allo scopo di contribuire a un migliore equilibrio fra popolazione e risorse disponibili;
- garantire l'accesso universale a servizi e informazioni sulla salute riproduttiva sensibili alle specificità di genere, ridurre la mortalità infantile e sostenere l'emancipazione femminile aumentando le possibilità di accesso all'educazione e al mondo del lavoro.
Si tratta di una serie molto interessante e condivisibile di proposte che dovrebbero diventare un importante punto di riferimento per tutti, istituzioni, imprese, società civile per cercare di avviare presto un cambiamento significativo che ci consenta di affrontare l'immediato futuro in maniera più serena.
L'occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile del prossimo giugno a Rio de Janeiro costituisce una straordinaria opportunità per imboccare finalmente una nuova strada per il nostro sviluppo sociale ed economico.