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Il problema è capire cos’è il debito

di Oscar Strano - 06/09/2012


Debito. Forse la parola più sentita in questi ultimi anni. Ma cosa s’intende, realmente?
Il significato, nella visione popolare, è che un debito pubblico, creato dallo Stato, è un debito di ogni suo cittadino. Questa è la falsa pista che ha convinto l’opinione pubblica mondiale. Da sfatare.
Riporto, di seguito, un commento giuntomi sul mio sito d’osservazione economica (economicamente.altervista.org):
“(…) si portano i cittadini a pensare che se lo stato ha debiti, è come se li avessimo anche noi, dimenticandosi di dire però verso chi li ha: se verso creditori esteri o verso i propri cittadini. Nel nostro caso, lo Stato è principalmente debitore verso i propri cittadini (…) chiaro che se però si vuole vedere lo Stato come un’entità a sé stante e i cittadini come sudditi o schiavi, il debito è degli schiavi ed il credito è del signore e padrone (…) e l’euro, che è una moneta che non possiamo padroneggiare, rafforza quest’ultimo concetto.”
Purtroppo signori, lo Stato non è centrale in questo dibattimento. Lo Stato è merce, come noi cittadini, della moneta che ha deciso di adottare, particolarmente se la moneta adottata è “straniera” (l’euro non appartiene a nessuno Stato). Ora, inevitabilmente quando uno Stato non ha più piena facoltà di spesa a favore dell’occupazione, dello Stato Sociale e della sopravvivenza civile, e per farlo è costretto a indebitarsi presso la Banca Centrale (straniera) cui si è legato, ha come possibilità quella di cercare fondi esteri, da banche estere, per ottenere credito. Questo, ovviamente, causa un indebitamento estero, che può essere aggravato ancor più dalla situazione della bilancia commerciale, per cui se si perde competitività, si finisce ai margini mondiali, cioè ancor più schiavi di un debito infinito verso le elités neoliberiste e globaliste. La questione dello Stato e del Debito Pubblico ci è stata presentata come inevitabile, perché lo Stato è stato dipinto come un padre di famiglia, e noi (cittadini) i suoi figli. Perciò, a valor etico, un padre di famiglia tende a risparmiare, più che a spendere.
Certo, nelle famiglie questo è normale, perché aumenta il Risparmio e la disponibilità finanziaria, ma per uno Stato, questo meccanismo, è causa della spirale negativa di cui siamo ostaggio oggi. Lo Stato non spende, i cittadini hanno bisogno di danaro e non possono più rivolgersi al proprio governo, dunque lo fanno per via privata = debito privato. Oltre ciò, lo Stato, seppur in surplus o pareggio di bilancio deve garantire alcune spese minime (come le pensioni, sempre più ridotte) nella propria moneta. Se, però, lo Stato non ha più una sua moneta, deve chiedere a prestito il credito necessario per garantire quel minimo di Welfare indispensabile = debito pubblico. Situazione di credito e debito, interessa Stato e Banca Centrale, dove quest’ultima è Creditore (per cui ha solo guadagno, dal signoraggio agli interessi) e dove lo Stato, così come i propri cittadini, rivestono il ruolo infame di eterni debitori.
Se avessimo una classe dirigente seria e competente, se avessimo dei media non asserviti al potere delle lobbies e della politica corrotta, e se i nostri sindacati fossero all’altezza del loro compito, saremmo tutti informati su una verità così semplice, ma così preziosa: il deficit (o debito pubblico) che è dipinto come l’origine dei nostri mali, non è altro che il valore di denaro lasciato circolare nel settore non-governativo (cioè quello dei cittadini, delle imprese, delle aziende) ed esso determina la nostra effettiva ricchezza. Il pareggio di bilancio è un reato introdotto in costituzione per depredare ogni centesimo dalle tasche dei lavoratori, degli imprenditori. Per questo è necessario comprendere che uno Stato degno di questo nome deve spendere a Deficit positivo, cosicché il valore della spesa pubblica (cioè la ricchezza della nazione) sia più grande del valore sottrattoci (tra tasse e quant’altro). Il problema non è il Debito, ma sono le condizioni della moneta unica: ogni euro in circolazione è un debito che dobbiamo alle banche private, unite negli alti piani della BCE.
Non ci sono molte alternative: o lo Stato spende a deficit positivo, per cui la spesa pubblica è più voluminosa rispetto alle entrate statali, o non crea ricchezza. Punto. Altre discussioni sono fuorvianti. La soluzione è lo Stato a moneta sovrana che spende a deficit positivo.