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Afghanistan, le “inconfessabili verità” dei generali americani

di Anna Toro - 07/09/2012


In ogni guerra ci sono sempre due verità: quella ufficiale, fatta di menzogne da dispensare all’opinione pubblica, e quella reale, che ogni generale o diplomatico deve guardarsi bene dal lasciarsi scappare, specie in pubblico o nelle interviste.


A scovare le “verità che non si possono dire” sulla guerra in Afghanistan ci ha pensato il giornalista e premio Pulitzer Thomas E. Ricks.

Nel suo blog su Foreign Policy, Ricks ha stilato un elenco quasi tragicomico che “ogni generale dovrebbe tenere nel portafogli e ripassare durante le interviste”, per evitare gaffe imperdonabili.

Ecco qui le “19 cose vere che i generali non possono dire sulla guerra americana in Afghanistan”:

1. Il Pakistan è ora un nemico degli Stati Uniti.

2. Non sappiamo perchè siamo qui, per cosa stiamo combattendo, tanto meno riusciamo a capire se stiamo vincendo o no.

3. La nostra strategia è combattere, negoziare e costruire. E però stiamo ritirando i soldati, i talebani non negozieranno e i costruttori sono corrotti.

4. La famiglia Karzai è la più corrotta di tutte.

5. Vorremmo che Karzai se ne andasse ma non abbiamo un successore pashtun a portata di mano.

6. In ogni caso, il problema non è la corruzione, ma le persone corrotte che stanno prendendo i dollari. Dobbiamo far sì che la corruzione sia più giusta.

7. Un’altra cosa che non fermeremo mai è il traffico di droga, così la nostra missione antidroga è probabilmente uno spreco di tempo e di risorse che non fa altro che alienarci una buona fetta di afghani.

8. La maggior parte delle nazioni Nato da tempo fingono che l’Afghanistan sia il prezzo necessario per mantenere gli Stati Uniti in Europa.

9. Sì, la data del ritiro ci sta ammazzando.

10. Anche se avete un accordo con i talebani, ciò non metterà fine ai combattimenti.

11. I talebani potrebbero continuare a combattere per sempre. Noi no.

12. Sì, stiamo finanziando i talebani, ma hey, non c’è modo di non farlo, perchè le compagnie di camion che trasportano i beni dal Pakistan fin sulla strada principale che attraversa l’Afghanistan devono per forza pagare i talebani. Così, yeah, i dollari delle vostre tasse stanno aiutando il Mullah Omar e i suoi amici. Benvenuti nel villaggio!

13. La verità è che non piacciamo tanto nemmeno agli afghani non-talebani.

14. Gli afghani non hanno preso nota di tutti i nostri successi, e si stanno già posizionando per il dopo-guerra civile.

15. E non sono gli unici che si stanno preparando. Il futuro dell’Afghanistan si sta evolvendo verso nord, ora che indiani, russi e pakistani confabulano con quelli della vecchia Allenanza del Nord. E’ affascinante come in questa partita noi stiamo pagando di più e ottenendo meno di qualsiasi altro giocatore.

16. Parlando di posizionamento per il dopo-guerra, perchè i pakistani dovrebbero esaurire già da ora tutte le loro truppe d’assalto alleate?

17. L’Afghan National Army e l’Afghan National Police potrebbero disintegrarsi dopo che lasceremo il paese.

18. Stiamo ignorando gli avvertimenti e combattendo la “grande guerra” con le truppe americane, proprio come abbiamo fatte in Vietnam. E le forze armate statunitensi non agiranno in modo diverso e non lavoreranno seriamente con le forze afghane finché i politici americani non diminuiranno significativamente le forze Usa nel paese…ma allora potrebbe essere dannatamente troppo tardi.

19. La situazione che l’America affronta in Afghanistan è simile a quella che ha affrontato in Vietnam durante la presidenza Nixon: un desiderio di andar via e di lasciare la guerra ai nostri alleati locali, insieme alla constatazione che i nostri alleati potrebbero ancora perdere, e che questa sconfitta verrà comunque vista come una sconfitta degli Stati Uniti.

 

Alla fine, Ricks dice di aver raccolto queste dichiarazioni da diversi ufficiali e veterani dell’esercito Usa, “i cui nomi non possono essere menzionati, dalla California a Kunar fino a Washington DC”.

“Voi sapete chi siete – scrive alla fine, ringraziandoli –. Il resto di voi… la prossima volta faccia attenzione a chi gli siede accanto”.