Le due anime del potere statunitense
di Enrico Tomaselli - 28/05/2025
Fonte: Giubbe rosse
Ne ho già scritto, a mio avviso l'arrivo di Trump alla Casa Bianca, per il secondo mandato, è dovuto fondamentalmente a due circostanze: il fatto che una parte del 'deep power' statunitense (prevalentemente di orientamento repubblicano, ma non solo: si pensi a Robert Kennedy Jr. e Tulsi Gabbard) fosse preoccupato per la deriva presa sotto l'amministrazione Biden, ed il fatto che Trump avesse di suo una certa popolarità, soprattutto nell'America 'profonda'.
Per quel blocco di potere che voleva scalzare la cordata neocon-dem, Trump era la scelta naturale, quasi obbligata. Nel disegno strategico, però, la sua presidenza dovrebbe essere una fase di transizione, necessaria per 'costruire' la successione ed incoronare Vance - puntando per quest'ultimo ad un doppio mandato. Così ne conseguirebbe oltre un decennio di controllo sul vertice statunitense, tempo necessario per riorientare l'impero e ridefinire i rapporti di forza internazionali.
Ma questo blocco non è un monolite, non condivide al 100% tutte le scelte, e soprattutto non é perfettamente concorde sul come conseguire questi obiettivi. Ne consegue che l'entourage presidenziale - quello che conta - è assai diversificato, cosa che si manifesta nei passaggi critici. E se il carattere egocentrico e mutevole di Trump fa spesso da amplificatore a queste diversità, a loro volta sono proprio queste a determinare le oscillazioni presidenziali. L'uomo, oltretutto, è assai più manovrabile di quanto ami pensare. Un caso esemplare è quello del Sud Africa, culminato con la visita del presidente Ramaphosa a Washington; già da un po' Trump aveva fatto ricorso ad un atteggiamento polemico, relativamente ad una presunta 'persecuzione' dei coltivatori bianchi da parte del governo, arrivando a proporre una legge per favorirne il reinsediamento negli USA. Ma in occasione della visita del presidente sudafricano, Trump lo ha addirittura accusato di sterminare i bianchi, esibendo foto e video in mondovisione. Una vera e propria imboscata diplomatica. Peccato che le accuse siano false, e le foto mostrate si riferissero al Congo…
Il punto è che chiaramente si è fatto manovrare dall'AIPAC e dall'ala più reazionaria della sua amministrazione, perché il Sud Africa è colpevole di aver promosso la causa per genocidio contro Israele, dinanzi alla Corte Penale Internazionale.
Questo scontro tra le due anime del governo USA è a sua volta alimentato dalla scarsa autorevolezza del presidente. Trump è infatti un personaggio sicuramente volitivo, che si compiace di affermare la propria autorità, ma proprio in virtù della sua mutevolezza, e della scarsa propensione a comprendere realmente le questioni, paga un deficit di credibilità non soltanto sul piano internazionale ma anche su quello interno. Ciò ovviamente spinge ad un costante tentativo di condizionarne le scelte, in un senso piuttosto che un altro, cosa che poi si traduce in una esasperazione delle contraddizioni. Il rischio, fin troppo evidente, è un progressivo indebolimento della presidenza, a cui farà da corollario la frammentazione del potere presidenziale, e l'emergere di fazioni in competizione tra loro.
Se si colloca tutto ciò nello scenario strategico degli Stati Uniti, c'è più di un elemento di preoccupazione. È evidente che il disegno statunitense è quello di arrivare, nell'arco del prossimo decennio o giù di lì, ad una sorta di tripartizione del potere globale, con la suddivisione del pianeta in tre aree d'influenza facenti capo agli USA, alla Russia ed alla Cina. Una visione 'multimperiale' piuttosto che multipolare, e che avrebbe il vantaggio di 'congelare' lo status quo reciproco, ponendo fine (o quanto meno rallentandolo) al declino di Washington. Un disegno, questo, già di per sé alquanto incerto, perché presuppone che le varie potenze emergenti - non solo Russia e Cina, ma anche India, Brasile, in prospettiva l'Africa… - siano disponibili ad accettare un limite alla propria crescita. In questo quadro, una instabilità USA potrebbe innescare pericolose tensioni.