Siamo schiavi della propaganda
di Lorenzo Vitelli - 24/10/2012
Fonte: lintellettualedissidente
La propaganda è, banalmente, l’arte di persuadere attraverso mezzi di comunicazione vocali o visivi in grado di trasmettere efficacemente idee ed informazioni di stampo politico. L’obiettivo di questa disciplina, dunque, è la persuasione, e il suo strumento principale è la retorica, quella forma di discorso – costellato di simboli, concetti, metafore e allegorie – che già Platone, più di duemila anni fa, nel suo Gorgia, criticava:
“La retorica, dunque, a quanto pare, è artefice di quella persuasione che induce a credere ma che non insegna nulla intorno al giusto e all’ingiusto”. (Platone, Il Gorgia)
La propaganda appunto, che nasce sotto forma di arte – e, forse, proprio l’arte nasce come propaganda – non insegna niente a nessuno. Il suo fine non è quello di ragionare o di educare, ma è di far credere. Nei suoi dialoghi il Socrate di Platone distingue molto bene il credere dal sapere, poiché il primo, a differenza del secondo, è un atto emotivo. Il sapere, inversamente, è un atto del pensiero logico e razionale, ed è proprio per questo che, per imporsi in maniera più travolgente la propaganda si smarca dalla “ratio” e dal confronto dialettico, per convertire la sua forza verso le nostre passioni. Paura, odio, rabbia, orgoglio, solidarietà, fratellanza: questi i principali istinti che la propaganda vuole scaturire.
Ad esempio, osservando questo volantino americano della seconda Guerra Mondiale che paragona i governi dell’Asse – quello nazista e quello giapponese – ad un mostro a due teste che, assetato di sangue, sradica la famosa statua newyorchese, il primo sentimento che ci colpisce è la paura. A questo iniziale impatto istintivo ne seguiranno altri, che comporteranno un senso si sfiducia e di biasimo nei confronti di questi due Paesi presentati come ” ladri di libertà”.
Già migliaia di anni fa, nel Paleolitico, sono stati trovati i primi “slogan” che possiamo dire propri della propaganda: maschere dall’espressione torva o corpi dalla gestualità minacciosa. Questa prima embrionale forma di persuasione, intenta a trasmettere paura al nemico, già contiene in “potenza” tutto ciò che diventerà in seguito.
“WAR IS PEACE, SLAVERY IS FREEDOM, IGNORANCE IS STRENGHT!” (Orwell, 1984)
Nient’altro rimane da fare che seguire i consigli ancora di chi, più di duemila anni fa, ci diceva di non credere ma di sapere, di ragionare, non di abbandonarsi alle passioni facili, di soffrire la verità, se necessario, piuttosto che accontentarsi di una bugia, poiché è la verità che rende l’uomo tale, e, se questa non diviene nuovamente motore essenziale della nostra vita e della storia, se non crediamo che sia essa la vera fonte di libertà, allora il futuro – e già il presente lo sta facendo – ci darà la condizione di vita che meritiamo.