Ben fatto
di Marino Badiale, Fabrizio Tringali - 26/04/2013
Fonte: il-main-stream.blogspot
 Tra i commenti alle convulse vicende legate alla rielezione del peggior  Presidente della storia dell'Italia repubblicana, emerge da più parti  l'idea che il M5S, non essendo riuscito ad ottenere l'elezione di un  candidato esterno alla casta, abbia perduto la propria battaglia.
Noi pensiamo il contrario.
 Noi pensiamo il contrario.
 I critici sostengono che il M5S avrebbe potuto e dovuto aprire canali di  confronto e trattativa col PD per condizionarne le scelte.
  Probabilmente anche una parte degli elettori e degli eletti del M5S  condivide una tale impostazione, che riflette un'idea politica più  generale: arrivare ad un accordo col centrosinistra per dare al Paese un  governo capace di innescare un profondo cambiamento.
  Il problema però è che questa idea è del tutto impraticabile e non  porterà mai ad un reale cambiamento. Del resto lo stesso enorme successo  elettorale del M5S è figlio della convinzione, ormai ampiamente  diffusa, che l'intero ceto politico di destrasinistracentro sia  ignobile, autoreferenziale, corrotto, ignorante, totalmente privo di  idee e progettualità, capace solo di rimanere abbarbicato al potere e di  lottare disperatamente per intascarsi quel che rimane delle risorse  pubbliche, sempre più ridotte dalla crisi. 
   La stessa vicenda dell'elezione del Presidente è l'ennesima riprova  della compiuta degenerazione di questo ceto: perché se è vero che la  scelta di Napolitano è pessima, è altrettanto vero che tutti gli altri  nomi che il centrosinistra avrebbe potuto votare (quelli espliciti come  Marini e Prodi, quelli impliciti come D'Alema) non erano certo migliori.  Si tratta di personaggi che si pongono in piena continuità con le  politiche distruttive e antipopolari condotte fino ad oggi. Tutti  inoltre avrebbero continuato la difesa dei privilegi della casta,  l'attacco alla magistratura, la spinta alle "riforme" per fare a pezzi  quel che resta della Costituzione.
  Tutto ciò mostra con chiarezza il livello della degenerazione raggiunto dal sistema dei partiti.
Nel 1978, un Parlamento già ostaggio di forze politiche corrotte e screditate (magari non ai livelli odierni), potè trovare al proprio interno una figura forte e autorevole come Pertini. Oggi di Pertini da eleggere non ce ne sono più, l'intero ceto politico è irreversibilmente e irrimediabilmente marcito.
 Nel 1978, un Parlamento già ostaggio di forze politiche corrotte e screditate (magari non ai livelli odierni), potè trovare al proprio interno una figura forte e autorevole come Pertini. Oggi di Pertini da eleggere non ce ne sono più, l'intero ceto politico è irreversibilmente e irrimediabilmente marcito.
 Ora, se tutto questo è chiaro, devono essere chiare anche le conseguenze  politiche: oggi, il principale compito di una qualunque forza politica  che abbia a cuore le sorti del Paese, è quello di spazzare via l'intera  casta politica (comprese le sue diramazioni nel sistema  dell'informazione-comunicazione). C'è davvero bisogno di una Rivoluzione Francese, possibilmente senza ghigliottina. 
Alla luce di queste considerazioni possiamo affermare che, riguardo all'elezione del Presidente della Repubblica, il M5S si è davvero comportato bene, rifiutando ogni forma di collaborazione coi nemici del Paese, ma, allo stesso tempo, proponendo un candidato vicino all'area di centrosinistra, indipendente dai partiti e di alta caratura morale.
 Alla luce di queste considerazioni possiamo affermare che, riguardo all'elezione del Presidente della Repubblica, il M5S si è davvero comportato bene, rifiutando ogni forma di collaborazione coi nemici del Paese, ma, allo stesso tempo, proponendo un candidato vicino all'area di centrosinistra, indipendente dai partiti e di alta caratura morale.
 In questo modo il M5S ha ottenuto un risultato di grandissima  importanza: ha reso totalmente esplicita la reale volontà del PD (e dei  suoi alleati) di porsi in piena continuità con lo sfacelo realizzato  finora, financo accordandosi con Berlusconi, con il quale, nella realtà,  non esiste alcuna distanza politica. 
  Napolitano, nel suo discorso alla Camera dopo la rielezione, è stato  chiarissimo: il suo compito è formare un “governissimo”, espressione  dell'intero ceto politico, cui affidare il mandato di distruggere la  Costituzione e continuare la macelleria sociale in atto, in nome del  rispetto dei folli vincoli europei. 
  Se il tentativo riuscirà, le forze politiche di destrasinistracentro  faranno un passo ulteriore verso il totale discredito, mentre il M5S  potrà davvero iniziare a gettare le basi per un'alternativa di sistema. 
  Ma dovrà essere capace di mantenere la stessa fermezza dimostrata finora, e soprattutto di spiegare le vere ragioni della crisi e indicare un'alternativa.
 
