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Il mondo nella terza fase del sistema globale: il multipolarismo

di Miguel Ángel Barrios - 25/09/2013

Fonte: geopolitica

Il mondo nella terza fase del sistema globale: il multipolarismo

La crisi in Siria sta definitivamente dimostrando il consolidamento di un “ordine” multipolare costituito dagli Stati Industriali Continentali (come aveva anticipato Juan Domingo Perón quando parlava del passaggio dalla fase del continentalismo a quella dell’universalismo, teorizzata da Alberto Methól Ferré, teoria secondo la quale solo gli Stati Industriali Continentali possono regolare gli equilibri del mondo). Nonostante le innumerevoli teorie che non è qui il caso di analizzare, si può constatare come, giorno dopo giorno, la geopolitica diventi sempre più spesso il substrato delle Relazioni Internazionali.

Proprio nella crisi siriana, diversi elementi come la sua posizione privilegiata, l’obiettivo di accerchiare l’Iran, le risorse naturali, il gas e gli oleodotti, sono fattori inseparabili per capire meglio la stessa crisi nonché la condotta degli Stati Uniti. Per non dimenticare la reazione della Russia e della Cina nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Alcuni analisti tornano a parlare di un nuovo bipolarismo tra gli USA e la Russia, mentre altri la definiscono come l’era “apolare”, perché non ci sono attori chiari e dunque per gli stati dell’America Latina c’è l’esigenza di riconoscere quali sono gli attori del sistema globale e quale posizione assumere nel gioco degli equilibri internazionali.

All’inizio del XX secolo, il geografo inglese Halford Mackinder durante una conferenza nel 1904, affermava che eravamo alla fine di un periodo durato quattro secoli denominato “epoca colombiana”, durante la quale iniziò il moderno sistema globale e dove per primi la Castiglia e il Portogallo incoraggiarono la navigazione oceanica nel 1500. Dal ’900 è un vero e proprio sistema. Si tratta della seconda fase o secondo periodo del sistema globale. Da lì in avanti c’è praticamente una sola storia, dove tutto si ripercuote su tutto. Questa è l’originalità che si inaugura con il Novecento, e si può parlare così di guerre mondiali. L’epoca colombiana era quella dei grandi imperi coloniali marittimi sparsi nell’ecumene, imperi di grande eterogeneità nella loro natura. Ma il XX secolo chiudeva il primo periodo del sistema globale e con esso l’epoca degli imperi marittimi coloniali che si concluse con la decolonizzazione. L’epoca finale degli imperi coloniale si sovrapponeva all’epoca degli Stati Industriali Continentali, secondo periodo del sistema globale. Solo dopo la seconda guerra mondiale si affermò quella bipolarità dominante tra USA e URSS che determina la morte dell’epoca talassocratica e sprofonda nella mediocrità le antiche potenze.

Questa situazione diventa più complessa con l’emergere di innumerevoli Stati-nazione che spesso lo erano solo nel nome e, ancor peggio, con l’epoca degli Stati Industriali Continentali si generò una confusione sia teorica che pratica. Ai nostri giorni la crisi siriana mostra palesemente che senza l’idea di Stato-Nazione non si capisce molto del sistema globale. Ma non si capisce nemmeno con la sola idea di Stato-Nazione. Perché un’idea che serve a tutto corre il rischio di non servire a niente, e proprio per questo nasce l’esigenza di chiarificare la questione. Quali sono i tratti principali di questa terza fase?. Quali sono le sue caratteristiche?. In breve possiamo dire che se il secondo periodo del sistema globale fu la nascita degli Stati Industriali Continentali durante il quale la lotta tra USA e URSS segnò l’ultima fase dell’egemonia occidentale, il terzo periodo è quello che si sta consolidando in un “ordine” multipolare di Stati Industriali Continentali riscontrabile in diversi ambiti culturali con la conseguenza di de-occidentalizzare la politica mondiale.

Nello Stato Industriale Continentale si sommano al potere sovrano di dimensione continentale anche la dimensione politica, industriale, scientifica-tecnologica, militare e culturale. Gli Stati Uniti, la Russia, la Cina e l’India sono tutti Stati Industriali Continentali. Per quanto riguarda l’Unione Europea è evidente che non possiede tutte queste dimensioni: infatti c’è la posizione della Francia che segue la linea americana, c’è poi il rifiuto dell’azione in Siria da parte del Parlamento Inglese e infine c’è l’atteggiamento non belligerante della Germania, e si può affermare che tutte queste sono novità originalissime del terzo periodo del sistema globale, che emergono chiaramente nella crisi siriana. In qusto contesto l’America Latina è una possibilità storica, perché il Mercosur, l’ALBA, l’UNASUR e la CELAC sono anelli complementari nella costruzione di uno Stato Industriale Continentale e il bicentenario può essere il momento propizio per la famosa “Patria Grande” teorizzata da Manuel Ugarte.

Concludendo, la crisi in Siria mostra con estrema chiarezza che già siamo nella terza fase del sistema globale.

(Traduzione dallo Spagnolo da Alessio Rivosecchi)


NOTE:
Miguel Ángel Barrios è consigliere della Segreteria accademica del Centro di Studi Strategici per la Difesa “Manuel Belgrano” (Argentina), direttore della Scuola di Politiche Pubbliche della Fondazione "Democracia" (Argentina), consigliere scientifico dell'Istituto di Studi Strategici e Relazioni Internazionali (Argentina) e membro del Comitato Scientifico di "Geopolitica".