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Il Sole sorge ancora ad Est

di Daniele Bernava - 28/10/2014

Fonte: millennivm


orbanputin

Una popolare canzone anticomunista, riguardo ai fatti successi in Ungheria del 1956, recita una frase:

“Studenti, braccianti e operai, il Sole non sorge più ad Est”.

Il riferimento è chiaramente rivolto contro l’Unione Sovietica, accusata a quei tempi di soffocare la nazione magiara.

Oggi, nel 2014, lo scenario in Russia è cambiato, parecchie persone e movimenti politici di diversa estrazione ideologica dei Paesi dell’Occidente guardano con simpatia a Mosca. Tale sentimento è addirittura provato in certi Paesi dell’Europa orientale e dai loro governi, un tempo sottomessi all’egemonia sovietica, mentre in altre ci si ostina con linee politiche deleterie e anacronistiche.

In alcune nazioni dell’ex Patto di Varsavia è latente un forte sentimento antirusso dovuti a motivi storici, fortissimo in Ucraina occidentale, che non a caso è fomentato da ingerenze esterne corresponsabili della guerra civile attuale. Una vera e propria “russofobia” è presente in strati della popolazione, se non addirittura nei governanti, di Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania. Un’isteria pericolosa che ha condotto persino il premio Nobel per la pace polacco Lech Walesa, il condottiero di Solidarność, a dichiarare di volere armi nucleari a Varsavia come deterrente antirusso (1).

Non a caso proprio quei quattro Paesi (tutti membri NATO) hanno reagito istericamente alla nomina a rappresentante per la politica estera della UE dell’italiana Federica Mogherini, accusata di essere troppo morbida con Mosca in certe sue operazioni diplomatiche per il governo italiano (2). In quelle zone si vorrebbe il pugno di ferro contro la Russia e evidentemente certe pressioni hanno sollecitato l’inaudito pronunciamento della Mogherini subito dopo la nomina europea, teso a tranquillizzare gli antirussi: ”La Russia non è più un partner strategico per l’Europa” (3).

Una frase che ha lasciato attoniti molti addetti ai lavori, abituati alla linea tradizionale italiana, decisamente moderata, se non addirittura amichevole con Mosca. A Washington qualcuno avrà apprezzato sicuramente.

Se da un lato abbiamo Paesi ostili alla Russia, dall’altro si comincia a registrare una tendenza decisamente contraria in altre nazioni dell’Europa dell’Est, che guardano a Mosca con interesse sia per questioni economiche ma anche ideologiche. Proprio l’Ungheria, ex vittima del pugno di ferro moscovita, sembra condurre questa nuova “Ostpolitik” (4). Il governo di Orban, già inviso alla UE per via delle politiche sovraniste e tradizionali, si è dichiarato contrario alle sanzioni alla Russia imposte a causa della crisi in Ucraina (5) e intenzionato a proseguire nel progetto del gasdotto South Stream (6), incassando ovviamente la reazione degli USA. L’assistente segretario di stato americano Victoria Nuland, con una palese allusione all’Ungheria, ha esternato una certa preoccupazione per il vecchio continente: ”L’Europa centrale è ancora una volta in prima linea nella lotta per proteggere la nostra sicurezza ed i nostri valori. Ed oggi questa lotta è ancora una volta, sia esterna che interna” (7).

I valori ostentati da Victoria Nuland devono essere evidentemente diversi da quelli del Primo Ministro d’Ungheria. Immancabili ovviamente la sanzioni, che colpiscono cittadini ungheresi (8).

A dare manforte a Budapest ci sono anche Praga e Bratislava, che arrivano a paragonare la presenza della NATO nell’Est all’invasione sovietica del 1968, rifiutando in principio la presenza militare straniera nei loro territori (9). Gli slovacchi e cechi non sono sulla stessa linea dei baltici e dei polacchi. La storia passata, che nessuno vuole dimenticare e custodita legittimamente, non impedisce ai primi di avere buon senso e lucidità politica.

Diversi partiti in Europa, hanno acquisito un certo acume geopolitico, al di là di critiche che possono starci in altri ambiti, avvicinandosi a Mosca , una tendenza che non appartiene solo ai piccoli gruppi di intellettuali, ai simpatizzanti ed ai membri di realtà politiche extraparlamentari.

In Italia già qualcuno si è premurato di elaborare un bel calderone “nero-verde-rossobruno”, utile a demonizzare questa tendenza politica, mischiando un po’ di tutto, rispolverando anche il sempre utile “antifascismo”, non comprendendo la realtà di oggi e le differenze tra antifascismo occidentale e antifascismo russo, derivante dalla Grande Guerra Patriottica. Quest’ultimo è lontanissimo da uno squallido opportunismo politico e da una demagogia che francamente ha stancato per via della sua sterilità, i quali si rendono utili, volontariamente o meno, a chi impone il suo dominio attuale in Europa.

L’avvicinamento a Mosca da parte di governi, partiti e persone, sta mettendo in allarme la classe dirigente occidentale e liberale, compreso il mondo finanziario. Non è un caso il fatto che il ricchissimo speculatore ebreo-ungherese George Soros ha scritto di suo pugno: ”La Russia ha lanciato una sfida all’esistenza stessa dell’Europa. Né i capi europei né i loro cittadini sono pienamente consapevoli di questa sfida o conoscono il modo migliore per fronteggiarla”. (10).

Non c’è che dire, alla stregua di un vero e proprio anatema.

I poteri forti e i loro vassalli politici vogliono imporre all’Europa una linea politica irrazionale ed errata, contraria alla natura e alla tradizione del nostro continente, che presuppone un’integrazione con il mondo russo. Gli europei sono forzati a rivolgere lo sguardo ad Ovest, per avere come modello di riferimento coloro che stanno dalla parte ove tramonta il Sole, ma non a caso ciò coincide con il tramonto stesso dell’Europa e delle sue nazioni.

Per fortuna c’è chi guarda ad Est, dove si leva il Sole della Tradizione e del bene della Patria.

 

Note e riferimenti:

1) http://www.lastampa.it/2014/10/06/esteri/walesa-putin-bisogna-fermarlo-dateci-i-missili-nucleari-li-punteremo-su-mosca-otnpP8G7zguVxxTcQEgEFN/pagina.html

2) http://news.err.ee/v/politics/c0954cf0-59b1-4744-a0fd-36d82cdc7c1e

3) http://www.eunews.it/2014/09/02/mogherini-scarica-la-russia-non-e-piu-un-partner-strategico/20903

 4) Nome con cui si indicò la politica conciliante negli anni 70 verso l’Est, allora comunista, operata da Willy Brandt , Primo Ministro della Germania Occidentale.

5) http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Esteri/Ucraina-Orban-sanzioni-Russia/15-08-2014/1-A_014140238.shtml

6) http://www.tmnews.it/web/sezioni/nuovaeuropa/PN_20141022_00840_NE.shtml

7) http://www.dedefensa.org/article-la_hongrie_et_l_europe_dans_le_collimateur_de_nuland_04_10_2014.html

8) http://www.strategic-culture.org/news/2014/10/22/us-imposes-sanctions-against-hungarian-citizens.html

9) http://www.bloomberg.com/news/2014-06-05/east-eu-split-on-nato-troops-as-1968-invasion-remembered.html

10) http://www.nybooks.com/articles/archives/2014/nov/20/wake-up-europe/?insrc=hpss