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Suona la “campana a morto” per il dominio del dollaro USA?

di Tyler Durden - 26/11/2014

Fonte: controinformazione



Avanza la nuova valuta cinese in sostituzione del dollaro. Sempre più paesi firmano accordi con la Cina per escludere il dollaro.

 

Quasi ogni settimana, la Cina, la Russia o una delle nazioni del gruppo BRICS, stanno definendo accordi che sostituiscono il vecchio sistema del commercio basato sul dollaro e la fiducia nel sistema del petroldollaro. Già oggi molti paesi iniziano a respingere il dollaro per causa dell’inflazione che questo esporta, che si trova in crescita nei paesi che sono tenuti a mantenerlo per gli acquisti di petrolio a livello mondiale, le alternative come lo yuan cinese, si convertiranno presto in una opzione più percorribile, sopratutto adesso che la potenza asiatica occupa il primo posto fra le maggiori economie del mondo.

 

Il percorso progressivo del mondo verso l’abbandono del dollaro (dedollarizzazione) sta continuando. Soltanto negli ultimi giorni, la Cina ha sottoscritto accordi di interscambio diretto di valute con il Canada, trasformando questo paese nel primo centro RMB offshore dell’America del Nord. Gli analisti di CBC prevedono che questa nazione “potrebbe duplicare o anche triplicare il suo livello di commercio con la Cina”.
Tuttavia non è questa la notizia più importante, come informa “The Examiner”, una nuova crepa nel sistema del petroldollaro si è aperta quando la Cina ha firmato un accordo con il Qatar per iniziare un interscambio di valute tra le due nazioni con lo Yuan, e la costituzione delle basi per il nuovo commercio diretto con la nazione dell’OPEC nel cuore stesso del sistema dei petroldollaro.

Anche le banche centrali della Cina e della Malaysia hanno annunciato la costituzione di meccanismi di compensazione con il renminbi a Kuala Lumpur, cosa che farà aumentare ancora di più l’utilizzo del renminbi nel sud est dell’ Asia. Questo è avvenuto soltanto due settimane dopo che il centro finanziario più importante dell’Asia, Singapore, si è trasformata in un importante centro per il renmimbi , con la convertibilità diretta che si stabilisce tra il dollaro di Singapore e la moneta cinese.

Tutto il mondo si trova nella stessa tendenza. In ogni piazza finanziaria il renminbi si sta trasformando rapidamente in una moneta per il commercio, gli investimenti ed incluso i risparmi. I depositi in Renminbi in Corea del Sud, per esempio, sono aumentati di 55 volte in un solo anno. Questo è impressionante.

Incluso la Banca Centrale Europea sta discutendo per inserire in renminbi fra le sue riserve ufficiali, mentre i politici di tutto il mondo stanno facendo suonare avvertimenti secondo i quali è necessario un nuovo sistema monetario che non si appoggi al dollaro.
Nel lungo termine risulta ovvio in modo palese verso dove va questa tendenza: il resto del mondo già non vuole dipendere dal dollaro statunitense, e questa è oggi una realtà, che piaccia o non piaccia agli Stati Uniti.

L’accordo della Cina con il Qatar, fra i più importanti, segna un nuovo passo in avanti nella cooperazione finanziaria tra i due paesi e faciliterà il commercio bilaterale e gli investimenti per aiutare a mantenere la stabilità finanziaria della regione, ha riferito il comunicato.

Forse non sarà una coincidenza che il termine per il nuovo accordo si stabilisce fra tre anni. Si trova all’interno del lasso di tempo esatto che, secondo il direttore dell’Istituto delle Finanze Cinese, Zhang Chenghui, sarà necessario perchè il Renminbi sia pienamente convertibile nel sistema finanziario mondiale.

La necessità dei nuovi mercati ed una moneta del commercio più stabile nel Qatar potrebbero essere collegati con una nuova informativa pubblicato la scorsa settimana dalla Banca Francese BNP Paribas che ha mostrato che il riciclaggio dei petroldollari è caduto al livello più basso nell’arco di 18 anni, cosa che significa che incluso i produttori di petrolio del Medio Oriente stanno trovando difficile confidare ancora nel dollaro degli USA, per causa del suo deprezzamento dal momento in cui è iniziato il programma di “QE” (quantitative easing) della Federal Reserve.

Fonte: Zero Hedge

Tratto da Contrainjerencia