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Jobs Act: Via al demansionamento

di Federico Dal Cortivo - 17/02/2015

Fonte: Italiasociale


 

 

 

Il vergognoso governo banco-finanziario di Renzi si appresta a colpire ancora una volta i lavoratori italiani.

 

La parola d’ordine è : Demansionare!

 

Punto finale di un disegno iniziato anni fa con la Legge Treu e che ha poi raggiunto la sua apoteosi con quella Biagi, ora si vuole colpire di fino i dipendenti delle aziende dando in mano ai padroni uno strumento in più.

 

Ciò sarà possibile, è quello che vuole attuare il governo , in modo diretto dal datore di lavoro nei casi di: riorganizzazione o ristrutturazione aziendale, ove siamo in presenza ragioni tecniche – oggettive (e chi le stabilisce giacché nessun rappresentante dei lavoratori siede nei CdA?), o per una inidoneità sorta durante la vita lavorativa a svolgere la mansione superiore.

 

 Oggi la legge prevede la possibilità di demansionare, ma nei limiti dell’equivalenza professionale, solo nei casi come i motivi di salute o per evitare il licenziamento. Nessun accordo può essere fatto in deroga.

 

Si vuole anche ampliare il campo della modifica delle mansioni mediante accordi con il sindacato o presso la Direzione Provinciale del Lavoro, oltre ai casi già previsti per legge si aggiungerebbero i motivi di vita-lavoro, la richiesta espressa del dipendente per un proprio interesse, oppure per inidoneità a ricoprire la mansione.

 

É facile intuire come oltre alla precarietà sempre più diffusa, che sta contraddistinguendo i contratti di lavoro in Italia, vi sia la chiara volontà di riportare le lancette dell’orologio indietro di oltre 100 anni, ai tempi dei cosiddetti “padroni delle ferriere”, dando carta bianca ai datori di lavoro e relegando i lavoratori al mero ruolo di merce da utilizzare nella più completa libertà di sfruttamento.

 

La vulgata neoliberista, grazie al controllo tout court dei media, oramai da qualche tempo ci recita la falsa storiella che “solo il mercato debba regolare la vita delle Nazioni”, mercato nel quale gli uomini sono considerati eufemisticamente “risorse”, come le materie prime.

 

Ora grazie al centrosinistra renziano, si sta per assestare un altro fendente contro una delle poche garanzie ancora rimaste del “fu Stato Sociale” d’anteguerra e del primo dopoguerra.

 

Falsamente i pifferai magici indicano nelle garanzie poste a tutela dei lavoratori dipendenti, i lacci e i lacciuoli che frenano lo “sviluppo” e “l’occupazione”italiana, si vuol far passare la sicurezza del contratto a tempo indeterminato come un “privilegio” di pochi contro i molti, come freno all’occupazione, come una bestemmia contro “l’illuminata guida dei guru del mercato”.

 

Si vuole far credere, che sia obsoleta e anacronistica ogni tutela contrattuale di chi lavora, arrivando finanche a stravolgere il significato della parola licenziamento, fatta apparire come d’incanto come una ”opportunità in più per misurarsi con se stessi e crescere”, cercando e adattandosi a sempre nuove occupazioni, possibilmente peggio inquadrate e retribuite delle precedenti.

 

Stiamo andando verso una africanizzazione del lavoro, una globalizzazione dei poveri, con masse di immigrati che accetteranno ogni tipo di lavoro e contratto, e così anche i nostri connazionali senza più tutela saranno costretti ad accettare ogni forma di precariato e ribasso salariale, da tempo anche il sindacato ha smesso di rappresentarli, la politica invece rappresenta ben altri interessi, quelli dei nemici della Nazione e del nostro Popolo.