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Controfattuale

di Pierluigi Fagan - 03/08/2023

Controfattuale

Fonte: Pierluigi Fagan

Cosa sarebbe successo alla nostra storia e cultura europea se nel luglio del 1789 una coalizione delle Monarchie per il Diritto Divino fosse intervenuta per difendere l’ordine incarnato da Luigi XVI in Francia? In sostanza, che corso avrebbe avuto la storia e la cultura europea senza la Rivoluzione francese?
Queste domande animano una branca recente degli studi storiografici detti “storia controfattuale”. Tali studi basati su ipotesi sono spesso contestati dagli storici propriamente detti; tuttavia, vengono ugualmente praticati dando vita anche a genere letterari basati su queste utopie/distopie non legate ai luoghi ma al tempo, le ucronie.
Non appena si toglie l’evento concreto dal flusso storico si apre l’immensità del possibile che ha poi più o meno alti gradi di probabilità. Le linee però si moltiplicano ed intrecciano presto in maniera inestricabile e più si va avanti più diventa impossibile seguire un corso certo che unisca il possibile al probabile. Perché allora fare questo esercizio? Be’ se non altro per rendersi conto di un fatto che porta ad una domanda: quanto perturba una perturbazione?
Colonialismo ed imperialismo hanno cause e responsabilità assortite e dibattute. Possiamo però darci per certo che mentre il corso storico evolutivo europeo è stato del tutto endogeno ovvero provocato da dinamiche interne il sistema, quello di buona parte di Asia, massicciamente in Medio Oriente, Africa e Sud America, no.
Potremmo allora fare esercizio ipotetico e domandarci cosa sarebbe successo se questi corsi storici locali avessero avuto una loro autonomia e non invece una eteronomia, una “legge” imposta dall’esterno. Chissà, magari non ci sarebbe stata la Rivoluzione cinese o forse il Medio Oriente avrebbe continuato anche dopo la sconfitta dell’Impero ottomano a rimanere un impero o un califfato visto che tale era ininterrottamente stato dall’VIII° secolo d.C., cosa per altro implicitamente prescritta dal Corano.
Cosa ne sarebbe stato dello sviluppo industriale occidentale senza le fonti di energia fossile controllate direttamente o indirettamente a base di stati senza nazione inventati su carta con manipolazione "divide et impera" dei pupazzi locali promossi e poi sostituiti come teatro dei Pupi di cui gli europei erano i manipolatori? E questi ritardi di sviluppo (non sviluppo economico-moderno, magari decidevano di svilupparsi in altro modo), quanto hanno creato situazioni che oggi fatichiamo sempre più a gestire e guardiamo con crescente apprensione?
Nel 1900, l’Africa che è grande due terzi l’Asia e tre volte l’Europa intera (ma in realtà di più visto che con Europa, in geografia, si calcola anche la Russia occidentale) aveva un terzo degli abitanti dell’Europa. Oggi ne ha il doppio ed al 2050 ne avrà il triplo. Ripeto visto che le ricerche ci dicono che i più hanno difficoltà con le percentuali: quando li dominavamo erano un terzo meno di noi, fra un po' noi saremo un terzo loro.
Per tornare un attimo al controfattuale, ricordo la cartina geografica disegnata da un antropologo norvegese che aveva simulato lo stato di sviluppo politico africano senza il colonialismo, basandosi sulla storia delle locali grandi partizioni tribali. Ne veniva fuori, ovviamente, una del tutto diversa geografia, con più di 100 “Stati” in luogo della metà che si contano oggi, ma soprattutto con una articolazione dei confini del tutto diversa. Naturalmente darsi in ipotesi lo sviluppo su base tribale e non invece con nascita di imperi locali è un arbitrio come un altro. Tuttavia, l’esercizio mostrava con chiarezza quanto arbitrario disordine s’è introdotto nell’altrui corso storico imponendo nostre partizioni ed istituzioni. Il disordine può esser momentaneamente represso e messo sotto il tappeto, poi però si ripropone come un panino di salsicce di ‘nduja con cipolle di Tropea grigliate, peperoni verdi piccanti e ketchup al sugo piccante (splendido video visto su fb da un promoter di "vera cucina calabrese"), mangiato a 36 gradi a mezzodì.
Europa oggi è il continente ad età media più alta (42) e natalità più bassa. Africa è il continente ad età media più bassa (19) e natalità più alta, tant’è che ci soverchieranno di tre volte e passa tra trenta anni. Giovanissimi, con la maglietta del PSG o del Chelsea (già, ormai Internet arriva dappertutto), affamati, assetati, senza lavoro, con le temperature che salgono.
Attualmente, in Africa ci sono vari tipi di governi e vari tipi di influenze o precisi domini esterni. Tra questi ultimi si segnalano: diaspora apparentemente innocua ma massiccia di indiani sul versante orientale.
Presenza amica a livello di élite tra monarchie petro-arabe e manipolatoria quando le monarchie petro-arabe scatenano varie forme di bande jihadiste che certo non sono lì di propria iniziativa (è incredibile come i più raccontino di queste inquietanti presenze e nessuno si faccia le domande più banali: chi sono davvero? dove prendono i soldi? chi ne protegge la formazione, organizzazione, logistica? Dove comprano le migliaia di pick-up Toyota nuovi di concessionaria con cui scorrazzano dappertutto facendo volare teste? Ma una telefonata alla Toyota almeno per sapere quale concessionaria ha un fatturato pari a quello della catena Hilton, no? Niente, esistono e basta, non facciamoci domande, è bene che i servizi segreti mantengano i segreti, meglio non sapere e proclamare il Nuovo Rinascimento Saudita).  
Poi ci sono i cinesi su cui vado veloce ma che saprete esseri infiltrati ormai a molti livelli soprattutto logistici e quindi controllando l’infrastrutturazione sono lì per rimanerci, hai voglia a far colpi di stato da remoto.
Poi ci sono i russi che presentandosi come partner militari hanno intercettato la domanda primaria delle contro-élite. Già, perché noto effetto dei processi di colonizzazione afro-mediorientali fu imporre uno Stato e quindi una forza armata, così che entrare nell’esercito e far carriera è stato per lungo tempo, l’unica via di scalata sociale per i più intraprendenti altrimenti condannati alla povertà senza sbocchi. In tutta la vasta area afro-mediorientale se controlli l’élite “politica” (quella economica praticamente non esiste) potresti avere problemi di colpo di stato militare, se usi i militari prima o poi ti ritrovi con una rivolta politica poiché i militari sanno far bene cose semplici ma meno quelle complesse, quali sono le società del quadrante. Al limite, puoi usare i militari per far un colpo di stato per poi metterci una tua élite politica, ma visto che questa sarà non meno incapace anche perché in realtà nessuno si cura degli equilibri sociali visto che ci interessa solo la rapina a buon mercato delle materie prime, ecco che s’attiva di nuovo il ciclo. I russi, espandono presenza e soprattutto fatturano visto che sono il secondo esportatore d’armi al mondo, con metà percentuale degli americani, leader incontrastati e solitari. Ma visto che anche noi "s’ha da campa’", Francia è terza, Germania quinta, Italia sesta, UK settimana, Spagna nona e gli amici israeliani decimi (SIPRI 2017-2021). A favore dei russi però gioca il fatto che fanno a modo loro commercio e non sembrano in grado o in interesse di sottometterti politicamente come fanno gli euro-anglo-americani. Diverso il discorso per i cinesi che però, nei fatti, hanno più volte dimostrato di esser imperturbabili ai vari “regime change”, visto che tanto hanno le infrastrutture.
Naturalmente, il caso del giorno è il Niger. Difficile che i nigeriani convincano loro stessi e ciò che rimane dell’Ecowas (ovvero altri 10 paesi) ad intervenire militarmente come sono stati spinti a minacciare. Burkina Faso e Mali (espulsi assieme a Niger con cui condividono il primato di indice più basso di sviluppo umano del continente, più la Guinea) hanno fatto sapere che la prederebbero male, anche l’Algeria che confina, il nostro fornitore di gas alternativo a quello russo. La questione andrà probabilmente sottotraccia per vie “diplomatiche” in cui i francesi cercheranno di gestire l’alzata di capa minimizzando i danni e tirando a campare, tanto hanno mostrato di non avere una strategia sensata nella zona (forse non c’è proprio una “strategia sensata” che coniughi l’interesse francese e locale) e quindi pezzo a pezzo, perderanno egemonia. Poi però ammetto che lì le questioni sono complicate e non è questa l’area su cui ho più conoscenze. Certo, la Nigeria sarà preoccupata parecchio e l’Occidente con lei (poco dopo il 2050 Nigeria sarà più popolosa di tutta l'UE), ma non mi sembra in grado di occupare il Paese e poi gestirlo visto che avrà l’esercito locale contro.
In realtà il post serviva solo per condividere questioni più ampie, di contesto, poiché senza il contesto, come è successo per la guerra in Ucraina, si pensano e dicono cose a vanvera. Ed il contesto è quantomeno problematico.
Abbiamo sotto di noi un intero continente in esplosione demografica, pieno di materie prime, poco e male istituzionalizzato, con istruzione ai minimi termini (addirittura peggio che da noi che pure siamo messi molto male), con molti portatori di interesse famelici che gli sbavano intorno pronti a subentrare a noi vecchi padroni dei luoghi e la prospettiva di vivere in zone che avranno spesso un paio di gradi di temperatura più alti di quelli sin qui registrati. Avendo per lo più 19 anni, voi che fareste?
La risposta vi dirà del -vostro- stile e tenore di vita nei prossimi trenta anni.