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Dieci tesi sul presente conflitto

di Marcello Veneziani - 30/03/2022

Dieci tesi sul presente conflitto

Fonte: Marcello Veneziani

Ma qual è in sintesi il motivo del tuo, del vostro dissenso riguardo alla guerra in corso e alla vulgata dominante in Occidente? La richiesta mi è giunta da alcuni studenti liceali. Provo a riassumerlo in dieci tesi, che non pretendono di essere verità perentorie ma interpretazioni differenti. Vorrei che fossero accolte almeno come dubbi per leggere diversamente il corso degli eventi e non appiattirsi su quel che impone o somministra la Fabbrica del Consenso. Ma con una doppia premessa: l’attacco russo all’Ucraina va comunque condannato, in modo netto; la pietà e il soccorso alle popolazioni ucraine sono sacrosanti.

1) L’America di Biden non lavora per la cessazione del conflitto ma per la sua perpetuazione, perché il suo scopo non è salvare l’Ucraina ma eliminare Putin. Gli attacchi continui a Putin – criminale di guerra, macellaio – uniti al rifornimento di armi imposto anche agli alleati, servono in realtà a prolungare, aggravare e allargare il conflitto, incattivire la Russia e far sentire Putin braccato e pronto a usare le armi della disperazione o a fare blocco con la Cina. Biden fa rimpiangere Trump alla Casa Bianca.

2) I danni procurati alla Russia con le sanzioni e le ritorsioni provocano almeno gli stessi danni all’Europa e all’Italia e in prospettiva ci portano verso un’economia di guerra dagli esiti drammatici. Perché le misure antirusse non ricadono minimamente sugli Stati Uniti ma sui suoi alleati; così come la crisi geopolitica è sofferta dall’Europa e non certo dagli Usa, per la loro lontananza.

3) Se non circoscriviamo il conflitto e non lavoriamo per la sua rapida cessazione, rischiamo di subire una crisi economica, energetica e poi sociale senza precedenti, perfino peggio di quella prodotta dal covid. È necessario attivare tutti i mediatori possibili per una soluzione negoziale, partendo dalla stessa disponibilità espressa da Zelenskij a rendere l’Ucraina zona neutrale, non incardinata nella Nato.

4) Il riarmo dell’Europa, la costituzione di un esercito europeo e l’aumento delle spese militari, potrebbero anche essere una necessità; ma farlo alle dipendenze strategiche e militari della Nato e degli Usa, su loro input e in fondo con le loro finalità, che non coincidono con gli interessi europei, è una sciagurata follia.

5) Putin non minaccia l’Europa e l’Occidente ma l’attacco all’Ucraina può avere due chiavi di lettura, anche intrecciate: nella peggiore delle ipotesi, Putin vuole ripristinare la Grande Russia e l’Unione Sovietica annettendosi l’Ucraina, come del resto è stato negli ultimi tre secoli ed è giusto ostacolare questo proposito; nella migliore delle ipotesi vuole impedire che l’Ucraina diventi spina nel fianco e base militare della Nato puntata contro la Russia. E su questo va intavolata la trattativa. Ma in entrambi i casi il proposito di “attaccare l’Europa” non esiste.

6) I precedenti di questa guerra sono il golpe in Ucraina del 2014, la persecuzione della minoranza russa, lo strisciante revanscismo nazista, l’installazione di laboratori biochimici e centri di addestramento Usa sul territorio ucraino, l’annuncio delle basi militari Nato, oltre che l’ingresso dell’Ucraina in Europa. Che questi motivi siano diventati pretesti per l’aggressione di Putin è possibile; ma non toglie che siano fondati.

7) Se Putin è criminale di guerra lo è almeno quanto i vari presidenti statunitensi e britannici che hanno fatto bombardare città, ospedali e scuole e ucciso popolazioni civili e bambini in Iraq, in Libia, nello Yemen, in Siria, in Serbia, in Kosovo, e in tante altre località. Uccidendoli a volte anche in tempo di tregua con l’embargo ai medicinali e ai generi di prima necessità.

8)-Lo spartiacque tra il bene e il male secondo il metro americano, non è la democrazia, la libertà, la tutela dei diritti civili, ma la convenienza strategica. Gli Stati Uniti non hanno alcuna remora di avere nella Nato un autocrate come Putin, il turco Edogan e di avere come tradizionale alleato, l’Arabia saudita in cui i diritti civili sono calpestati.

9) I pericoli che minacciano l’Occidente sono quattro: a) l’espansione globale dei cinesi, la conquista di interi continenti e l’esportazione del loro modello nel mondo; b) l’espansione demografica e migratoria dell’Islam in un Occidente svuotato di nascite e di valori; c) il suicidio assistito dell’Occidente stesso in preda al nichilismo, alla perdita di vitalità, alla vergogna per la propria civiltà. d) La volontà di onnipotenza degli Usa che con i Dem vogliono essere l’Impero del Bene e i gendarmi del mondo che decidono i diritti o gli stati canaglia sulla base dei loro interessi, generando reazioni in tutto il mondo.

10) A differenza di alcuni partner europei che sono recalcitranti e critici verso gli imperativi di Biden, l’Italia di Draghi e dei Dem è il paese che più si è allineato ai Falchi, auspica l’invio di nostre armi e soldati, l’eliminazione di Putin in quanto criminale di guerra. E la grancassa di tv e media, nella loro ossessione monotematica, come ai tempi della propaganda di guerra, si è conformata e non ammette dissensi. Una linea che tradisce la tradizione politica di prudenza e di trattativa che ha caratterizzato l’Italia e la nostra Repubblica, guidata da Moro, Andreotti, Craxi. Avere in tempo di guerra un alto commissario euro-atlantico a Palazzo Chigi anziché un leader politico, ci sta esponendo a questi effetti.

Questi sono i motivi del nostro ragionato dissenso. Chi conclude che siamo filoPutin o è in malafede o è un cretino. Amiamo la verità e siamo per l’Italia, per l’Europa e per un mondo equilibrato, pacifico e multipolare.