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Dualismi inutili

di Guido Dalla Casa - 10/09/2025

Dualismi inutili

Fonte: Guido Dalla Casa

  Gli scienziati “ufficiali” ci hanno raccontato per decenni che l’origine della nostra specie era esclusivamente africana, anzi, ci avevano raccontato rocambolesche storie di viaggi ed estinzioni attraverso numerose migrazioni.
  Poi, è saltato fuori che bisogna…riscrivere tutto, si sono trovate delle “novità”.
  Prima novità, di alcuni anni orsono, il Neanderthal non era poi così cattivo, alcuni suoi geni sono anche dentro di noi, allora si era incrociato col Sapiens, formavano famiglie miste…Adesso salta fuori addirittura che ci siamo incrociati con tanti altri Primati, e non solo in Africa, c’entrano anche l’Asia e l’Europa. 
  Un sospetto: non sarà che si voleva salvare a tutti i costi l’origine unica, cioè una specie di Adamo ed Eva, anche se un tantino pelosi…Così, un bel mattino, un cucciolo poteva dire ai genitori: io sono umano, invece voi siete animali, ah, ah, mica ce l’avete voi, l’anima immortale. Così la Scienza cosiddetta “ufficiale” (quella meccanista-cartesiana) cercava di accontentare in qualche modo la tradizione della civiltà giudaico-cristiana in cui è nata. Oppure, una comoda ma sciagurata alleanza.
Non sarà che adesso si scoprono “novità” solo perché si sta modificando il paradigma?
Quando andavo alla scuola media (anni 1945-48) mi era stato detto da qualcuno che Dio aveva “alitato sul fango per dare l’anima all’uomo” ma che il fango poteva anche essere un gorilla (quello lì non ne sapeva molto dei Primati), ma che comunque il dualismo-contrapposizione uomo-animale era netto e indiscutibile. Il paradigma in cui inserire ogni conoscenza era salvo! Ora questo dualismo è comunque insostenibile.
  Non si voleva ammettere che l’albero della Vita non ha alcuna discontinuità né contrapposizione e non procede per rami lineari, anche se in fondo lo sapevamo da due secoli (Lamarck). Il fatto è che si trova quello che si vuole trovare, cioè quello che si può inserire nel paradigma che abbiamo già in mente, quasi collettivamente. Ora il paradigma meccanicistico-dualistico vacilla, e qualcuno può “scoprire” qualche novità.
  A proposito, non sarà che per caso anche la teoria del Big Bang viene spacciata come “certa” per salvare in qualche modo la Creazione e il dualismo Dio-mondo (o Creatore-Creatura)? Qualche osservazione incompatibile con quella teoria è stata “dimenticata” perché “in contrasto con il sapere consolidato” (!). Sì, certo, c’è la radiazione di fondo a 3° Kelvin, ma si trascura un dettaglio: viene considerata “certa” la premessa che le leggi fisiche siano rimaste invariate per 13 o 14 miliardi di anni, quando non ne abbiamo alcuna garanzia! Non sarà più bella la creazione continua, oppure il Brahman, Tat, Wakan Tanka, che c’è da sempre e per sempre? Inoltre, ha senso il tempo che va sempre in una direzione sola?
  Tutte le acrobazie paradigmatiche della scienza “ufficiale” sono servite per salvare, anche se non del tutto, il racconto della Genesi e in parte l’Antico Testamento? Anche il sabato e la domenica, il ciclo della festività ogni sette giorni, che ha invaso il mondo, viene da lì. E non sarà che anche il “popolo eletto” è una specie di giustificazione per il primato dell’Occidente, invocato e ripetuto da 2000 anni o giù di lì?
Perché il racconto biblico dovrebbe essere più influente di tutti i miti delle origini delle altre tantissime culture umane? Ma poi, anche vero-falso, giusto-sbagliato, non saranno dualismi inutili? A che gioco stiamo giocando col tempo?
  La fine delle certezze non è soltanto il titolo di un noto libro dello scienziato russo-belga Ilya Prigogine, ma è molto di più. 
  Forse è ora che mi appisoli al sole, così potrò sognare il bonobo Kanzi che mi invita: “Ma perché ti poni queste domande, invece di venire a saltare con me fra gli alberi della foresta?”.