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Gaza. Hamas resiste, lo dicono gli Usa. E Netanyahu sta perdendo la guerra

di Alessandro Orsini - 09/01/2024

Gaza. Hamas resiste, lo dicono gli Usa. E Netanyahu sta perdendo la guerra

Fonte: Alessandro Orsini

John Kirby, rispondendo in conferenza stampa, ha riconosciuto che la forza di Hamas a Gaza è fondamentalmente intatta. La domanda della giornalista è un trionfo di sarcasmo che ha ridicolizzato mezzo mondo: “Gli Stati Uniti sanno quanti altri membri di Hamas rimangono ancora da uccidere per sradicare quell’organizzazione?”. La risposta di Kirby: “Purtroppo Hamas possiede ancora una posizione di forza significativa”. Il che conferma la tesi che avevo sviluppato su queste colonne il mese scorso: Israele uccide molti civili quando uccide pochi militanti delle organizzazioni nemiche. Ricorrendo al linguaggio delle scienze sociali, dirò che la relazione tra il numero di militanti di Hamas e quello dei civili uccisi da Israele è inversamente proporzionale. Molti civili massacrati, pochi militanti uccisi.
Netanyahu ha perso la guerra perché non è attrezzato per cancellare Hamas. Israele ha davanti a sé due strade per impedire che si verifichi un altro 7 ottobre 2023. La prima è il ritiro da tutti i territori occupati. La seconda è la pulizia etnica confermata dai dati disponibili. Dall’8 ottobre a oggi, Israele ha sganciato 29.000 bombe su Gaza, il 45% delle quali sono dumb bomb o bombe non guidate, cioè sparate a caso per uccidere il maggior numero possibile di civili e costringere i superstiti alla fuga. Questo dato smentisce la tesi di Netanyahu rilanciata dagli esponenti più corrotti dell’informazione italiana, secondo cui i palestinesi uccisi sono numerosi perché Hamas li usa come scudi umani. Hamas non può avere usato 23.000 civili come scudi umani: 230 forse sì; 23.000 sicuramente no. Per nascondere il sostegno di Biden alla pulizia etnica, condotta con le armi americane, i media affermano che Blinken è in Medio Oriente per impedire l’allargamento del conflitto. Blinken non lavora per fermare il massacro a Gaza, ma per impedire che un Paese islamico attacchi Israele. Non c’è niente di umano nella missione di Blinken che consiste nel creare le condizioni affinché Israele possa massacrare i palestinesi senza preoccupazioni, come dimostra il veto americano alla tregua nel Consiglio di sicurezza Onu. Se l’informazione sulla politica internazionale in Italia non fosse completamente corrotta, questi fatti verrebbero spiegati quotidianamente in televisione, dove sentiamo tutta un’altra storia. La frase più gettonata è: “Tutti i morti di Gaza sono sul conto di Hamas e non d’Israele”.
Per svelare la corruzione che sorregge questo ragionamento, devo ricorrere a un esperimento mentale. Immaginiamo che Israele lanci la bomba atomica su Gaza. Ebbene, secondo la logica suindicata, Israele sarebbe incolpevole. Sotto il profilo etico-politico, la domanda più importante è: “Dove finisce l’incolpevolezza d’Israele?”. Il governo Meloni si è rifiutato di uccidere gli Houthi per difendere Israele. Questo autorizza Israele a sparare sugli italiani? Secondo la logica occidentale, basterebbe dire che l’Italia è nemica d’Israele e il gioco è fatto. Nel momento in cui un uomo è etichettato come “nemico d’Israele”, perde i diritti umani e può essere massacrato a piacimento. Vale anche per gli Stati. L’Occidente è specializzato in violazione del diritto internazionale. Gaza è il risultato dell’Occidente nella pancia della Palestina. Come disse un mio amico omanita quando ero in visita in quel Paese: “La democrazia occidentale? Per carità, stia il più lontano possibile da noi. Porta morte e distruzione dappertutto”. L’Occidente ama talmente tanto la libertà che la tiene tutta per sé.