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Geometrie mondiali e baratro occidentale

di Matteo Martini - 17/08/2025

Geometrie mondiali e baratro occidentale

Fonte: Matteo Martini

In sintesi, e sorvolando sugli aspetti iconografici un po' stiracchiati del cerimoniale, il vertice in Alaska ha segnato una vittoria russa, che del resto è il riconoscimento della vittoria sul campo - sia pure ancora da completarsi - delle forze russe.
In sostanza, Trump ha accettato la premessa russa: non si deve parlare di cessate il fuoco, che come tutti sanno è solo un tregua tattica a favore degli ucraini, ma di un negoziato per un trattato di pace, che ovviamente, anche se Trump non lo ha detto, dovrà riflettere i rapporti di forza sul campo (del resto le guerre servono a questo, a stabilire chi comanda ai negoziati di pace).
La Russia incassa anche un cambio di atteggiamento americano: come ha osservato Medvedev, gli americani hanno scoperto che si può dialogare anche senza lanciare minacce o ultimatum. In effetti Trump ha dismesso la precedente postura molto assertiva e "muscolare", almeno fino a che non cambierà di nuovo idea. Almeno è una premessa. Probabilmente ciò è anche una presa di coscienza della realtà dei rapporti di forza (torniamo sempre lì): la leva americana dei dazi secondari si è rivelata molto corta, soprattutto dopo la risposta della Cina e il riposizionamento indiano. Quello di Trump era, se non proprio un bluff, un tentativo azzardato. Fallito. E dunque il potere coercitivo nei confronti della Russia, in termini in guerra economica, da parte dell'Occidente collettivo, è sostanzialmente azzerato.
Trump probabilmente se ne è fatto una ragione.
Questa mano di poker è andata così... i giocatori hanno deciso di vedere, e le carte dell'Occidente erano poche: un due di Picche, un tre di Coppe, il Fenicottero del Mercante in Fiera, una carta dei Pokemon e una vecchia figurina Miralanza.
L'Occidente non ha strumenti per fermare lo "schiacciasassi di Zukov". Né convenzionali, né ibridi. E la Russia andrà avanti fino a Kiev, eventualmente fino a Berlino, se dovesse servire. Lo hanno fatto già, del resto.
Rimane l'alternativa di un guerra nucleare per fermare la Russia, ma non è un'opzione accettabile, salvo per qualche pazzo alla Stranamore.
Ciò posto, sostanzialmente, si è trattato di una vittoria diplomatica russa, anche se tutto sommato tiepida, e che non ha sortito immediati risultati per terminare il conflitto.
È probabile che ci saranno successivi incontri, ad esempio a Mosca, ma ho il sospetto che russi e americani proveranno a dialogare sui vari temi comuni (eventuale cooperazione su Artico, programmi spaziali) e meno sul destino immediato dell'Ucraina. E comunque lo vedremo.
Si conferma quanto avevo "previsto" anche su basi astrologiche.
Per il mondo è un bene che fra due grandi potenze, di fatto ormai avversarie e in guerra per procura, si aprano canali di comunicazione diplomatica e anche un clima rilassato e di fiducia vigile fra i leader.
Europa totalmente priva di spessore di qualsiasi tipo, totalmente irrilevante nel suo ruolo di pasionaria del regime di Kiev. I "volenterosi" hanno voluto rimarcare la propria indisponibilità ad aderire, anche solo per sbaglio al principio di realtà: per loro la Russia non deve porre condizioni sull'adesione dell'Ucraina alla NATO, il che significa non avere compreso affatto che la Russia è entrata in guerra proprio per evitare la deprecata possibilità che l'Ucraina diventasse membro della NATO.
Il governo italiano invoca una sorta di estensione dell'articolo quinto a tutela futura dell'Ucraina, ipotesi pericolosa quanto, per fortuna puramente retorica. Ma se non fosse retorica inviterei bene la Meloni a riflettere sul senso delle sue proposte. In uno scenario "reale" e non solo teorico, lei pensa che con le nostre forze armate di Franceschiello possiamo barcamenarci nascondendoci dietro il mucchio, il numero degli altri Paesi e la protezione americana. Ma nella realtà, nella deprecata ipotesi che dovessimo entrare in guerra contro la Russia per amore dell'"Articolo Quinto", sarebbe la seconda volta che un governo di destra farebbe salire l'Italia sul carro degli sconfitti.
Chiusa la nota a margine sulla pochezza italico-europea, diciamo che i rapporti fra le grandi potenze stanno ridisegnando le geometrie mondiali. Gli USA arretrano, sia pure strategicamente, la Russia avanza, e la Cina si prepara...
Vedremo al prossimo vertice a Pechino, in cui sembra che Cina e India possano trovare un canale di dialogo strategico. Il che sarà, per l'Occidente collettivo, un altro chiodo nella bara...