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Global reset: istruzioni per l'uso

di Umberto Bianchi - 26/03/2021

Global reset: istruzioni per l'uso

Fonte: Umberto Bianchi

E’ proprio dell’altro giorno, l’uscita del Ministro per l’Economia Franco, allorchè durante uno dei tanti breefing ufficiali, candidamente ci metteva al corrente che, al passar della Pasqua, le cose si sarebbero man mano andate regolarizzando, le misure “restrittive” ( leggi dittatoriali…sic!) avrebbero subito un’attenuazione e, delizia delle delizie, a partire da Settembre tutti i piani di aiuto e sovvenzione, avrebbero subito un graduale, ma deciso, ridimensionamento. Una frasetta che, a prima vista, potrebbe sembrare un segnale di speranza in direzione di un ritorno alla normalità ma che, a ben vedere, nasconde un tutt’altro genere di sorprese.
Se andiamo a ben vedere, Lor Signori stanno cercando di metterci pian pianino di fronte al fatto compiuto che, passata la fase apicale della crisi sanitaria, si sarebbero cominciati a chiudere i cordoni, di quella già asfittica, borsa pubblica. La qual cosa poi, non dovrebbe meravigliarci più di tanto. Certo, a rigor di una logica che fosse volta a fare l’interesse dei cittadini, questo sarebbe il momento di aumentare ed intensificare sovvenzioni, aiuti e sforamenti di bilancio.
La distribuzione gratuita di protezioni sanitarie di ogni genere e tipo, l’erogazione a 360° di fondi e sovvenzioni per tutti i cittadini, sia sotto forma di contributi individuali mensili, che sotto forma di finanziamenti garantiti dallo Stato, all’insegna della gratuità, (sulla falsariga dell’ “helicopter money” di trumpiana memoria…), la sospensione degli obblighi fiscali per un anno ed una successiva ripartenza all’insegna di una flat tax al 10%, per almeno un triennio, dopo il quale elevare non oltre un limite del 15/20% massimo, tale aliquota.
Queste dovrebbero essere alcune delle linee portanti di un vero piano di aiuti, di una “cura da cavallo”, in grado di far ripartire il nostro paese, invertendo la pericolosa china di declino sulla quale l’Italia sembra essersi adagiata. Ma, ahimè, le cose stanno ben diversamente. Al pari di quelli del precedente esecutivo Conte, i piani del governo Draghi, danno tanto l’impressione di essere dei timidi palliativi, faticosamente approvati tra i mugugni ed i distinguo di forze politiche, la cui miglior aspirazione è quella di far pagare tutto e di più ai cittadini, come nel caso delle polemiche sull’annosa vicenda delle cartelle esattoriali.
Il tutto, accompagnato da uno strano alternarsi di notizie buone e cattive, nella stessa giornata. Cala la percentuale di contagio, ma aumentano i morti, le misure
saranno allentate, ma già stanno allo studio ulteriori proroghe restrittive. Se poi, qualcuno osa tirar fuori certe proposte, vi verrà risposto, con la solita italica lamentazione, che mancano i soldi, il debito pubblico è a cifre astronomiche e via dicendo. Il tutto, dimentiche dei soldi letteralmente buttati, in missioni militari all’estero, in sovvenzioni ai migranti (leggi, alle Ong…), i cooperazioni, il tutto accompagnato da un burocratismo, ora fattosi asfissiante. Anziché efficientizzare e velocizzare i servizi di pubblica utilità, con la scusa della pandemia, si è adottato il disastroso sistema dello “smart working”, con il risultato del quasi totale fermo delle attività a tale comparto, legate. A tal proposito, sopra tutti, l’esempio della scuola e della cosiddetta, fallimentare Dad (Didattica a distanza…).
Intanto se l’Italia piange, l’Europetta circense non ride, avendo sempre più, preso a modello l’Italia ed ancor prima, la Cina. Se in Germania, si profilano proroghe emergenziali sin ben oltre Pasqua, la Gran Bretagna del borioso Boris Johnson, si permette, con un provvedimento senza precedenti, di blindare in uscita per i cittadini, le proprie frontiere. E così quello che, a detta dei suoi cantori, da Altiero Spinelli, da De Gasperi ad Adenauer, non senza passare per un pensatore fuor dalle righe, alla Jean Thiriart, doveva divenire uno spazio di libertà ed integrazione, si è nuovamente trasformata in una vera e propria gabbia dei popoli. La qual cosa ci fa capire che, nuovamente, le lezioni della Storia, a poco o nulla, sono servite.
In questo caso però, a dare un tocco di lustro in più, il fatto che gli eventi che stiamo vivendo, sono il frutto di un ben preciso piano di “reset” globale. In un mondo nel quale, grazie alla progressiva interconnessione determinata dalla rivoluzione informatica, notizie ed idee circolavano e circolano con una rapidità prima inconcepibile, il rischio di una quanto mai inaspettata e rapida presa di coscienza delle coscienze, a livello globale, di idee e di conseguenti, scelte non conformi, ha dato la stura ad un processo di globale inversione di quelle che sinora, rappresentavano le linee-guida di un’apparente condizione di libertà individuale.
E quella della “pandemia”, è stata la più imperdibile delle occasioni che a Lor Signori, potesse capitare. Le varie crisi finanziarie succedutesi nel corso degli anni a livello mondiale, stavano ingenerando delle quanto mai confuse, ma concrete istanze anti sistemiche, declinate a svariate latitudini del globo e con altrettante differenti modalità. Era dunque arrivata l’ora di un totale cambio di rotta a livello planetario.
Quello pandemico, è stato il “casus belli” che ha permesso di tener giuocoforza le persone ( e le coscienze…)ferme, impaurite, rinchiuse in una specie di limbo, fatto di
“restrizioni”, “isolamenti sociali”, “distanziamenti” e via discorrendo. Strano a dirsi ma, il modello occidentale, non ammette dissensi e prassi politiche “controcorrente”. Quella che per ora è la sua forza, (ma che presto o tardi si rivelerà, invece, quale suo lato debole) sta nell’unidirezionalità di un pensiero che, come abbiamo poc’anzi avuto modo di rilevare, non ammette né deroghe, nè dissensi. Per queste persone, è democratico solamente chi la pensa come loro.
Quella del “resettaggio” è una pratica volta a conseguire un definitivo allineamento delle coscienze, trasferendo la psicosi dell’emergenza e dell’insicurezza che essa genera, sul piano della normalità, sia socio-economica, sempre più favorendo i grandi raggruppamenti economico finanziari, rottamando e collocando in un ruolo quanto mai marginale, il ceto piccolo-medio, sia sul piano normativo, accelerando il processo di dismissione degli Stati in favore di anodine autorità sovra nazionali. Queste ultime, ancor più dei singoli Stati, potranno riconfermare un’impostazione legislativa volta, a limitare progressivamente, le libertà dei cittadini, sulla falsariga di quanto ora sta accadendo in Italia ed un po’ in tutta Europa.
Il “re settaggio” globale sta notevolmente accelerando un altro fenomeno: quello del costante immiserimento delle popolazioni che, al fine di sopperire ai nuovi bisogni indotti da una società globale, in cui tutto è a pagamento, sempre più dovranno indebitarsi. Questo perché, nel nuovo modello che va profilandosi, non ci può più esser spazio per “diritti acquisiti” né, per quanto possa sembrare strano o incoerente, per opportunità, che non siano quelle di ricevere degli oboli o di indebitarsi per sostenere i ritmi vitali di una società che, per la sopravvivenza del singolo, sempre più richiede.
Dalla prestazione sanitaria, dall’accesso ai servizi essenziali, sino all’aria che respiriamo, tutto dovrà essere a pagamento. Ed in questo, come al solito, il nostro paese con il suo caro-prezzi e con la sua carenza di servizi che non siano a pagamento, può esser considerato alla stregua di un vero e proprio laboratorio d’avanguardia. Ma, come in tutti i processi fisiologici (ed anche quello delle civiltà può esser considerato tale…sic!), esiste un basilare meccanismo evolutivo, che fa sì che ogni organismo vivente, porti in sé una potenziale capacità di adattamento ai continui stimoli dell’ambiente.
Dopo un iniziale shock, l’organismo sociale si adatta alla nuova situazione e genera nuove forme di protezione, assieme a nuove strategie di attacco. L’odierno tentativo di “transumanizzare” il mondo, attraverso una sempre maggior pressione
tecnologica sull’individuo, tramite il suo “impacchettamento” in una dimensione di “full service” dal vaccino, alla moneta ed al documento elettronici, sino alla osmotica e livellante onnipresenza della Rete, è destinato a fallire. Questo, grazie proprio a quella Techne che, invece, potrebbe rivelarsi l’unico strumento in grado di svellere l’incontrastato dominio del Globalismo.
Tanto per fare un esempio, quella Rete che, a prima vista, potrebbe anche rappresentare un micidiale strumento di controllo sociale, finisce con l’assumere anche la valenza di formidabile veicolo di idee e visioni del mondo, divenuto oramai, difficilmente controllabile, proprio a causa della facilità con cui, ad oggi, si può avere a disposizione una tecnologia di interconnessione.
La Techne, va così facendosi heideggerianamente “Ereignis”, “Evento”, tornando a dare un senso all’umana esistenza e rimettendo in moto la ruota della Storia, lasciando a bocca asciutta tutti coloro che, negli ultimi, tragici eventi, avevano creduto di cogliere l’occasione per affermare in modo incontrastato, il proprio dominio usuraio sul mondo intero.