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I robots che popoleranno le città

di Luca Lobina - 17/01/2022

I robots che popoleranno le città

Fonte: Come Don Chisciotte

Mentre vediamo scorrere anni caratterizzati da emergenze continue, ieri economiche, oggi sanitarie e domani climatiche, i robots, che inizialmente erano stati promossi come supporto nelle grandi industrie per poi sostituire anche numerosi ruoli umani all’interno delle grandi industrie, oggi vengono piano piano e silenziosamente inseriti nella vita quotidiana della società, promossi come supporti per un miglioramento della qualità di tutti quei servizi che, se svolti dall’essere umano, possono essere meno precisi, sbagliati e grossolani oltre ad essere di un numero inferiore rispetto a quelli che una macchina può effettivamente eseguire in minor tempo rispetto ad un essere umano.
I robots hanno tantissimi valori aggiunti rispetto agli esseri umani.
Un robot può lavorare per buona parte della giornata e costare al suo proprietario una cifra irrisoria rispetto a quella spesa per le prestazioni di un essere umano;
un robot esegue solo e non si lamenta per le troppe ore di lavoro;
un robot non ha necessità di manifestare disappunto per il fatto che riceve un compenso non adeguato;
un robot non si arrabbia se viene sostituito da un robot più potente;
un robot è più svelto e più preciso di un essere umano;
ad un robot le vacanze per riposare non servono;
un robot non suda;
un robot non si ammala;
un robot non ha necessità di periodi di stop lavorativi dovuti a pre e post gravidanza;
un robot non soffre il mal d’amore, la perdita di un’amicizia o di un familiare;
un robot non si distrae.
Così verranno acquistati robots per tutte le attività commerciali, avremo robots che serviranno con una precisione matematica nei tavoli dei ristoranti e sapranno dirci con precisione, ingredienti, temperature, storia delle portate e quale vino potremmo abbinare: un vino che sicuramente a quel punto, sarà il risultato di un iter produttivo ad opera di robots che miglioreranno quelle che prima erano le limitatissime prestazioni umane.
Allo stesso modo un sms ci comunicherà dell’imminente arrivo di un quadrupede su ruote, che una volta aperta la porta d’ingresso si troverà davanti ad essa e si solleverà per consegnarci un nostro acquisto fatto online. Non ci sarà più un corriere umano: il corriere umano subisce lo stress dei viaggi; un corriere umano se fa un incidente crea danni esagerati, un corriere umano non regge mentalmente lo stress legato ai tempi ultra rapidi delle consegne: un robot non crea tutti questi problemi.
E gli esseri umani? Pochissimi osserveranno e si godranno il mondo perfetto che hanno costruito, molti esseri umani comanderanno i robots e queste due categorie saranno anche le uniche che potranno permettersi di girare nel mondo perfetto che avranno costruito.
Un’altra parte di esseri umani invece per la maggiore, farà quello che facevano i robots all’inizio: verranno usati per inserirsi tra il lavoro di un robot e l’altro, per fare cose che necessitano di coscienza ma ovviamente con un trattamento pari a quello di un robots ovvero strutturato per consentirne la sopravvivenza fino ad esaurimento energie e risorse.
Ed i restanti esseri umani?
Gli esseri umani che non rientreranno in quelle categorie non serviranno più e molto probabilmente quel giorno neanche più ci saranno così tanti esseri umani perché alla fine, come molti sostengono da tempo, per il nostro Pianeta gli esseri umani sono un numero tre volte superiore rispetto a quello che potrebbe permettere a molti meno esseri umani di vivere meglio.
Così facendo però avremo un Pianeta Terra tutto preciso, perfetto, controllato: sarà tutto perfettamente in linea perché matematico e perché strutturato per come alcuni lo hanno reputato giusto.
Il fatto che ci saranno meno esseri umani a quel punto non sarà un problema sentito perché quelli che vivranno quel mondo, di umano avranno poco o nulla e quelli che oggi vedono come nuova visione del futuro umano un’ossessione estrema della transizione tecnologica, sicuramente quel giorno neanche ci saranno più o se ci saranno, vivranno in quelle che un giorno magari saranno le nuove comunità di primitivi.