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Il ‘Maschio selvatico’? Sta benissimo, ed è già passato al bosco da un bel po’

di Claudio Risé - 12/07/2021

Il ‘Maschio selvatico’? Sta benissimo, ed è già passato al bosco da un bel po’

Fonte: Fuoco. Informazione che accende

D. La società ossessivamente ultra-femminista e antipatriarcale è davvero l’unico fattore che ha determinato la crisi del padre e dell’identità maschile in generale, costrette sempre più all’insignificanza pubblica, culturale e sociale?
Risé: Non l'ho mai pensato, anzi ho sempre detto e scritto che (purtroppo) l'attuale crisi del maschile è nata all'interno del potere maschile e delle sue decisioni di basso profilo e contrarie alla natura umana. La svolta decisiva è avvenuta con la Rivoluzione francese; lo scrittore francese Honoré de Balzac ha riassunto l'accaduto in una battuta fulminante: "decapitando il Re, si è tagliato la testa a tutti i padri di Francia". Non solo di Francia, ma del mondo occidentale contemporaneo dove la decapitazione del Sovrano "di diritto divino", cioè in contatto con il mondo spirituale, ha significato lo sprofondamento dell'uomo e del maschile (e poi di tutti) in una realtà vista come esclusivamente materiale. "Fabbricata" dalla tecnica, come ha poi spiegato il filosofo Michel Foucault.
È questa rottura con l'alto, con il mondo superiore che alimenta le leggende anti patriarcali e la messa al bando del maschile. Dopo di essa, vano diventa l'augurio del Canto 99 di Pound: "Che il cuore sia retto, e il fallo percepisca il suo scopo". Dopo la decapitazione del padre il cuore del maschio si intorbida, ("l'ingordigia lo svia"- dice Pound), la relazione con il femminile diventa solo strumentale, il sesso violento e la terra rimane "desolata", come ho raccontato nel Parsifal. (Ma l'aveva già fatto, meglio di me, Wolfram von Eschenbach molti secoli fa). 
La società materialista dei consumi e delle vanità e tecniche necessarie a moltiplicarli, è accompagnata della guerra tra i sessi, che porterà alla fine dei rapporti tra loro. LGBT... ( e altre lettere da aggiungere a seconda delle pratiche sessuali preferite) è il gruppo di pressione internazionale incaricato dalle attuali elites di realizzare questo programma sul piano giuridico-politico-mediatico.  
D. Le donne sono tradizionalmente ritenute il c.d. ‘sesso debole’. Ma a ben guardare forse dovremmo, oggi, riferire questa etichetta al ‘maschile’?
Risé: La decapitazione del padre comporta, non solo simbolicamente, la castrazione e l'indebolimento del maschile, che senza il rapporto con l'alto perde ogni forza. La psicoanalisi freudiana ad esempio nasce all'interno  di questo scenario psicologico e storico.
D. In Cina, da qualche tempo, il partito comunista ha avviato una campagna per aumentare gli insegnanti di educazione fisica e proporre modelli più "mascolini" tra i giovani. Siamo confusi: l’esaltazione della mascolinità non è un valore tipicamente ‘fascista’?
Risé: La mascolinità, come anche la femminilità, è un principio e valore vitale, e in quanto tale espressivo dell'ordine simbolico primordiale, che non ha bisogno di regimi e imposizioni politiche per affermarsi, ma piuttosto di libertà e devozione, nel riconoscimento della rispettiva sacralità. È piuttosto la negazione di questa sacralità, caratteristica dei regimi secolarizzati della modernità (tutti più o meno apertamente autoritari), e il tentativo di asservirla a ideologie umane prive di respiro trascendente, che mette in crisi l'incontro tra i due sessi e la continuazione della vita.
D. Lei ha curato l’introduzione all’ultima edizione di Rivolta contro il mondo moderno. Quale parte dell’insegnamento di Julius Evola pensa possa fornire spunti e strumenti di resistenza alla crisi del ‘maschile’ nella società in cui viviamo?
Risé: Mi sembra molto attuale il capitolo 15, dedicato alla schiavitù. Cito: "L'anarchia dei "diritti" e delle "rivendicazioni" non sorge che quando l'intimo orientamento spirituale viene meno, quando all'azione agita in purezza subentra la spinta degli interessi materiali e individualistici, la varia e vana febbre generata ... da una civiltà che dell'economia ha fatto una demonìa e un destino". 
Penso che l'analisi evoliana della separazione post industriale tra "azione" e "lavoro", che viene in gran parte privato di soggettività, è importante e acuta, tuttora poco approfondita. Il risultato finale è che, come scrive Evola in Rivolta: "se mai vi è stata una civiltà di schiavi in grande, questa è esattamente la civiltà moderna".
D. La lotta al patriarcato è il manifesto di chi vorrebbe una società occidentale sempre più femminilizzata, intesa automaticamente come naturalmente più pacifica, equa e inclusiva. Ma guardando alla storia dell’umanità una società ginecocratica sarebbe davvero la soluzione definitiva per raggiungere lo stato ideale?
Risé: La riduzione del rapporto tra maschile e femminile (principio vitale per antonomasia) a una sterile e noiosa competizione per il potere, deriva - come ho detto sopra- dalla rottura del mondo moderno con il mondo superiore e trascendente, che alla fine priva di interesse la vita stessa. Chi ama la vita, l'amore, la Patria e tutto ciò che è bello e buono è meglio che smetta di appassionarsi a questi tristi percorsi della tarda modernità e (come diceva Leonardo da Vinci, ma anche Ernst Jünger) ritrovi la dimensione della natura profonda. Il Selvadego, diceva Leonardo "è colui che si salva". Vediamo di fare come lui.
da “Fuoco. Informazione che accende”, anno 1, n. 2, luglio-agosto-settembre 2021, www.leggifuoco.it