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L'Europa come polo indipendente nel nuovo mondo multipolare

di Fabio Filomeni - 12/08/2025

L'Europa come polo indipendente nel nuovo mondo multipolare

Fonte: Fabio Filomeni

Da ieri fino a Ferragosto, i cittadini statunitensi e russi hanno un valido motivo in più per essere orgogliosi dei loro rispettivi Paesi. Il motivo è dato dall’incontro che si terrà in Alaska tra Trump e Putin per gettare finalmente le basi per la pace in Ucraina. Per la medesima ragione, con sentimenti però opposti di frustrazione, impotenza e umiliazione, se la vivono i cittadini europei – in particolare gli ucraini che hanno pagato il prezzo più alto di un’assurda guerra – per aver avuto conferma di non contare niente a livello internazionale. Anche Putin, solitamente misurato nelle sue esternazioni, stavolta non ce l’ha fatta e ha sbottato dicendo che l'Unione Europea è attualmente retta da veri e propri imbecilli, politicamente parlando. Di fronte a tutto questo, risulta davvero difficile dargli torto. L’Unione Europea sembra oggi guidata da personaggi che, più che perseguire il bene comune, preferiscono mettere al servizio del capitale finanziario e degli interessi di Washington ogni scelta politica, anche se ciò significa danneggiare la stessa Europa. Parlar male della UE senza affrontarne fino in fondo le ragioni del suo fallimento è diventato uno sport nazionale. Sono pochi, però, quelli che vogliono approfondire e comprendere le vere cause dell’inconsistenza di questa Entità che vanno ricercate nella sua architettura sovranazionale. La UE, infatti, non è mai stata una integrazione politica ma soltanto economica tanto che ancora oggi non esistono reali strumenti o atti normativi che ne definiscano la natura e le finalità prettamente politiche. Riprendendo un articolo dell’ottima rivista ZENIT, “Si è volutamente creata una desolazione burocratica, un’arena da competizione dove ogni singolo Stato europeo antepone il proprio piccolo ed egoista interesse nazionale all’interesse comune continentale”.  Come scrisse Brzezinski ne “La grande scacchiera” «L’Europa è la testa di ponte essenziale dell’America sul continente eurasiatico. Un’Europa più vasta e una NATO allargata gioveranno al perseguimento degli obiettivi a breve e a più lungo termine della politica estera americana.» Col senno del poi come dar torto al politologo americano? Noi non siamo riusciti ad affermarci come Potenza indipendente nel nuovo scenario internazionale, mantenendoci invece subordinati a interessi stranieri. Un’Europa unita politicamente e in pace con la Russia, oggi sarebbe stata la principale preoccupazione per gli Stati Uniti. Non è un caso se le più recenti iniziative della Casa Bianca abbiano come obiettivo quello di limitare la crescita economico-commerciale europea e di impedire la nostra autonomia strategica. La costituzione di una Federazione Europea implicherebbe la proclamazione di una piena sovranità continentale. Nessuna intromissione da parte di Washington nelle nostre questioni interne sarebbe più tollerata. L’Unione Europea è un percorso rimasto incompiuto, ma da dover portare a termine, perché l’Europa può e deve affermarsi come polo indipendente nel nuovo mondo multipolare. Un’Europa Nazione nell’interesse dei popoli europei. Concludo con una frase del grande Jean Thiriart: "L'Europa è costretta ad una vocazione imperiale, a causa della sua grandezza e della sua superiorità. L'Impero, in questo caso, è contemporaneamente una comunità di civiltà ed una comunità di destino",