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L'obiettivo non è Hamas, ma una nuova Nakhba

di Enrico Tomaselli - 06/11/2023

L'obiettivo non è Hamas, ma una nuova Nakhba

Fonte: Enrico Tomaselli

Se si analizza il comportamento di Israele nella striscia di Gaza, si comprende bene qual'è il disegno generale, al di là delle scelte tattiche e delle esigenze interne.
Perché oltre la rabbia, il desiderio di vendetta e la volontà di ricostruire (semmai fosse possibile...) il mito dell'invincibilità di Tsahal, c'è dell'altro. Il disegno del nazisionismo è più ampio.
Osservando il modo in cui vengono effettuati i bombardamenti, si capisce meglio.
C'è una progressione sistematica, nella scelta degli obiettivi.
Da quelli a tappeto si è passati via via a quelli mirati. Gli uffici dell'UNRWA (ONU) dove chi aveva perso la casa poteva trovare rifugio e cibo. Le scuole, altro luogo di rifugio, per costringere le famiglie a tenere i bambini a casa, esposti al pericolo. Gli ospedali, per impedire la cura dei feriti. Le panetterie, per togliere il cibo fresco. Le barche dei pescatori, per la medesima ragione. I giornalisti (le loro case, le loro famiglie), per far tacere ogni racconto della realtà. Le ambulanze, per rendere sempre più difficile prestare soccorso. E tagliare l'elettricità, togliere le forniture d'acqua, impedire le connessioni telefoniche ed internet.
La mattanza (quasi diecimila morti, decine di migliaia di feriti, più tutti quelli ancora sotto le macerie), unita alla disperazione dei sopravvissuti, alla paura continua delle bombe, al rendere impossibile la vita, hanno lo scopo precipuo di terrorizzare la popolazione, al punto da spingerla ad andarsene, esattamente come fu nel 1947/48, quando le squadre terroristiche dell'Irgun e dell'Haganah uccidevano gli arabi, bruciavano i villaggi, avvelenavano i pozzi e sgozzavano il bestiame.
Far si che se ne vadano, pur di riuscire a vivere. E chi non se ne va, che accetti di vivere da paria.
Questo è il disegno. E non si creda, non è quello che sognano soltanto Netanyahu e la sua banda di estremisti fanatici al governo. È il (di)sogno del sionismo. La grande patria ebraica. E chi vive in Israele questo sogno lo condivide. Magari non è d'accordo sul come realizzarlo, ma è questo che vuole. Vogliono la terra tutta per se, dal Sinai al Giordano.
La versione 'moderata' degli americani non è molto dissimile, poiché quello che hanno in mente è fare della Cisgiordania e di Gaza dei 'bantustan' governati dai propri lacché palestinesi, esattamente come nel Sud Africa dell'apartheid.