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La mia generazione è spiritualmente morta

di Paolo Borgognone - 21/10/2020

La mia generazione è spiritualmente morta

Fonte: Paolo Borgognone

La mia generazione (30-40enni) è spiritualmente morta. Non di Covid, ovvio. Di precarietà, disoccupazione, insicurezza, paura, egoismo, narcisismo patologico, isolamento e incertezza nei confronti di un futuro che si prospetta molto simile al recente passato (confinamento domiciliare protratto dei soggetti sani). La mia generazione è stata ritenuta, insieme ai ragazzi più giovani, colpevole di aver diffuso il virus tra le "fasce deboli". Oltre a dei precari e a delle persone tendenzialmente SOLE (si può essere soli anche quando si vive insieme ad altre persone, non è questo il punto), siamo pure degli "infami". E a maggio saremo dei pluri-disadattati. Dopo 7-8 mesi di isolamento e assenza di rapporti sociali, emotivi, di incontri con persone vecchie e nuove, come cazzo potremmo essere? Non bisogna avere una laurea in scienze connettive per capire che i costi sociali, umani, emotivi e psico-fisici più in generale di 7-8 mesi di terrorismo continuato provocheranno una crisi esistenziale senza rimedio per una parte consistente delle persone giovani-adulte. E non solo, naturalmente. Come saranno ridotti gli anziani dopo 7-8 mesi passati in casa spaventati? E i bambini?... Lo ripeto: la mia generazione è destinata a diventare scarto biologico da macinare per produrre carne di quarta scelta da gettare a cani e porci. L'unica chance che abbiamo per evitare questo disastro è, per una cazzo di volta, SERRARE I RANGHI, diventare più coesi, meno egoisti e riscoprire l'originalità e la bellezza dello stare insieme, dell'essere amici. Ed esserlo in ogni luogo e in ogni spazio consentito e possibile. Anche di straforo se necessario. Coltiviamo la socialità, i frutti che ne trarremo saranno essenziali per permetterci un avvenire decente. E, passata la nottata, ricominciamo a lottare seriamente per i nostri DIRITTI SOCIALI. O sarà troppo tardi. Abbiamo già concesso troppo al regime...