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La vera emergenza democratica: dell'epurazione di un docente universitario

di Emanuele Ricucci - 21/09/2019

La vera emergenza democratica: dell'epurazione di un docente universitario

Fonte: Emanuele Ricucci

Un professore universitario preparato, colto, perfettamente adeguato al suo ruolo, viene epurato, cacciato, cassato, dall'ateneo in cui insegna (LUISS) per le sue posizioni anticonformiste sull'immigrazione, ovviamente in contrasto con la devastazione del senso nazionale ad opera di ossessionate ed utilitaristiche sovranazionalità. Parlo di Marco Gervasoni. Tra sogni bagnati di rivoluzioni centenarie e mentre qualcuno scaglia sfide alle stelle con fragili gambe da schiavo di un tempo figlio di puttana, il regime liberal-progressista, le sinistre, i progressisti, i dirimpettai (evocateli come cazzo volete) unica entità capace di generare cultura di massa e sentore comune, anche quando è cadavere politico, si rafforza negli snodi formativi, editoriali, istituzionali, e continua a isolare, in società, tracce e speranze di una visione diversa. Solidarietà a Gervasoni? Ovvia e giusta, per forza e libertà! Ma tutto questo dovrebbe procurare rabbia e lacrime e meno baldanza. Perché oltre alla bontà del nostro pensare, oltre alla canzone che ci cantiamo tra di noi, poemi sulle gesta di taluni, talaltri e tali gruppi, nulla di concreto stiamo facendo per evitare la nostra estinzione, per incidere davvero nel tempo, per essere storia, per contaminare il sentire generale e direzionarlo, ma solo per dimostrare la nostra esistenza, la nostra permanenza nonostante la condanna a morte che pesa sulle nostre teste. Nel tempo della miseria umana e della supersatira, in cui la realtà dissacra schizofrenicamente se stessa, dissacra la logica, il buon senso, l'istituzione, evocare in canzonella retorico/elettorale/strappa consensi la libertà di espressione, come diritto di tutti, non basta. Ed è evidente. Bisognerà prendersela, con astuzia, con intelligenza, tattica, lavoro di squadra e di pensiero, la nostra libertà per (r)esistere. Dobbiamo fare di più, tutti. Disperatamente di più, formando una coralità rispettosa di se stessa. A me tutto questo preoccupa moltissimo. Mi preoccupa questa epurazione, mi preoccupa tutta questa situazione. Mi preoccupa l'incomprensione e la singolarità.