Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Non chiedermi il voto

Non chiedermi il voto

di Andrea Zhok - 12/05/2019

Non chiedermi il voto

Fonte: Andrea Zhok

E' difficile sapere cosa accadrà dopo le elezioni europee. Personalmente, con specifico riferimento alle Politiche Europee, non mi sento rappresentato da nessuna tra le forze disponibili e capaci di superare la soglia del 4%.
Dunque non ci provo neanche a fornire qualche 'consiglio per gli acquisti' positivo.
Tuttavia, pur astenendomi da proposte positive, credo che tutti debbano avere ben chiaro in mente il quadro che ci aspetta se dovessero avere la meglio forze 'europeiste'.
La situazione europea attuale è una situazione di non belligeranza, di guerra fredda con semplice disseminazione di minacce e reprimende (tipo le 'stime di crescita' elaborate ad hoc dai camerieri di Juncker).
Tuttavia tutte le agende decisive, a partire dalla competizione per la poltrona di Draghi, sono congelate in attesa dei risultati del 26 maggio.
Siccome in tutti i paesi le politiche UE stanno generando da tempo aree crescenti di scontento e protesta, la prudenza detta agli eurocrati in campagna elettorale di tenere un profilo basso, e di non tentare la sorte lanciandosi in proclami pubblici sui 'benefici dell'Unione', con il concreto timore di essere sommersi dagli ortaggi.
Questo profilo basso serve a far dimenticare all'elettorato la sostanza dell'Unione Europea, una sostanza fatta di alleanze di alcuni stati contro altri, di ricatti finanziari, di politiche mirate a tutelare il capitale a detrimento del lavoro.
Invece, approfittando di questa fase di tregua si possono far circolare un po' di cartoline sulle meravigliose capitali europee, fischiettando l'inno alla gioia, e facendo balenare spot su di un'Europa amichevole, ottimistica, primaverile.
Però 24 ore dopo le elezioni, soprattutto se le forze cosiddette 'europeiste' dovessero avere un buon risultato, partirà a tappe forzate l'attacco alle 'periferie riottose' dell'impero, a partire naturalmente dal bersaglio più grosso, ovvero l'Italia. E tutte le questioni che sono state lasciate in sospeso, dal fiscal compact alla riduzione forzosa del debito sono pronte a ripartire con virulenza.
Conosciamo tutti la nobile e ricca tradizione di autolesionismo e masochismo compulsivo che caratterizza la sinistra; ma per una volta sarebbe il caso di fare un'eccezione.
Così, per tutti coloro i quali non aspirino ad una nuova campagna di austerità come se non ci fosse un domani, un suggerimento mi sento di darlo: votate chi volete (o non votate), ma evitate di farvi e farci del male votando quelli che tifano spread e pargoleggiano di "più Europa". Di tutto abbiamo bisogno meno che di rafforzare le truppe di quelli che da Bruxelles ci spareranno addosso nei prossimi mesi.