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Putin e l'insostenibile leggerezza dell'Italia

di Alberto Negri - 05/07/2019

Putin e l'insostenibile leggerezza dell'Italia

Fonte: Alberto Negri

Putin capisce la situazione: senza la benedizione americana i nostri governi non stanno in sella. Quando Putin viene da noi sa perfettamente che ospitiamo 60 basi Usa, 10 mila soldati americani e 90 testate atomiche. Non pretende di cambiare la geopolitica italiana ma qualche buon affare vorrebbe farlo.

I russi sono un popolo paziente e disposto al sacrificio. Lo hanno dimostrato nei secoli e ancora di più durante la seconda guerra mondiale nella lotta al nazismo. Noi in fondo in Russia eravamo lì per caso, lo aveva deciso Mussolini. Ma i soldati italiani, che diedero prove anche di grande eroismo, non era convinti che quel popolo di contadini che ci somigliava fosse davvero un nemico e infatti i russi, quando poterono, ci salvarono dalla morte certa. Io stesso non sarei qui se non avessero tratto in salvo mio padre. La madre Russia e la dolce ortodossia aiutarono Stalin a vincere e ora sono ovviamente dalla parte di Putin, il leader che fa le fette di torta per tutti dentro e fuori il Paese. Dei tanti cacicchi che occupano la scena internazionale appare il meno ingiusto e capriccioso anche se non ama troppo la democrazia liberale e molto di più lo stato forte, troppo forte.
Piace anche a Trump che lascerebbe volentieri a Mosca il compito di mettere ordine in Europa, nei Balcani e in Medio Oriente senza andare troppo per il sottile. In fondo Trump è un nostalgico del Muro di Berlino, tanto è vero che costruirebbe muri da tutte le parti per tenere fuori i migranti straccioni e aprirebbe resort e casinò dalla Russia alla Cina, alla Corea del Nord. E’ un palazzinaro vecchia scuola circondato da ambiziosi che farebbero guerre ovunque e soprattutto all’Iran, l’unico Paese che era già un impero quando gli altri sguazzavano nel fango o respiravano la polvere dei deserti.
I Papi di Roma ricevono Putin consapevoli che i russi hanno contribuito a difendere i cristiani in Medio Oriente, abbandonati dai loro fratelli occidentali. Papa Francesco però ha dato via libera al suo grande amico Bartolomeo, patriarca di Costantinopoli, per la dichiarazione di autocefalìa alla chiesa ortodossa ucraina, la via di fuga dal potere di quella moscovita. Per questo il leader del Cremlino non può invitare a Mosca il Papa di Roma. Capitolo non chiuso ma rinviato. Sul resto il Papa e Putin sono d’accordo, dalla Siria all’Iran.
E veniamo all’Italia, protettorato americano dalla fine della seconda guerra mondiale. Putin capisce benissimo la situazione: senza la benedizione americana i nostri governi non stanno in sella e qualche politico come Moro ci ha rimesso pure la pelle. Quando Putin viene da noi sa perfettamente che ospitiamo 60 basi Usa, 10 mila soldati americani e 90 testate atomiche. Non pretende di cambiare la geopolitica italiana ma qualche buon affare vorrebbe farlo. Nel 1969 l'Italia fu il primo stato europeo a concludere con l’Urss un contratto per le forniture di gas, e – sempre negli anni Sessanta – diverse grandi imprese italiane iniziarono a produrre in Russia: ne è un celebre esempio lo stabilimento Fiat a Togliatti, città sul fiume Volga rinominata in onore del leader comunista italiano dopo la sua morte nel 1964. L’Italia nel 2018 è stato il quinto paese di provenienza delle importazioni russe ma le sanzioni europee per l’annessione della Crimea e le contro-sanzioni russe hanno causato un declino nei settori della moda e dell’agroalimentare.
La Russia rappresenta comunque il nostro primo fornitore di gas naturale (40% del totale) e il quarto di petrolio.
Non è un caso che i russi tengano che l’Italia sia un Paese prospero e sicuro. Siamo buoni clienti e fornitori eccellenti. Per questo si sono preoccupati quando nel 2011 è caduto Gheddafi in buoni rapporti con Mosca e soprattutto con Roma. Hanno compreso che l’Italia aveva subito la più pesante sconfitta dalla seconda guerra mondiale, offrendo poi anche una mediazione con il generale Haftar. Ma noi ci siamo fidati degli americani che ci promettevano la “cabina di regia” in Libia lasciandoci in realtà in mezzo al tragico guado del Mediterraneo. Ma i russi e Putin sono pazienti e sopportano anche la nostra insostenibile leggerezza.