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Sovranista la Meloni? Ma mi faccia il piacere!

di Antonio Catalano - 25/02/2023

Sovranista la Meloni? Ma mi faccia il piacere!

Fonte: Antonio Catalano

Ieri definivo sovranismo di cartone quello di Giorgia Meloni. Nel concetto di sovranità popolare c’è il popolo che detiene l’autorità nell’ambito del territorio della propria nazione al fine di  determinarne gli orientamenti in ambito economico, legislativo e politico tramite suffragio universale.
La Meloni con il suo polo ha vinto alle ultime elezioni, e ha vinto sostanzialmente perché molti italiani si illudevano che nella sua proposta politica ci fossero risposte alla domanda di fuoriuscita dalla crisi economica e sociale, in chiave di difesa dell’interesse nazionale. Cosa che comporterebbe, in un contesto di forte dipendenza che per statuto contesta lo stesso principio di sovranità (per capirlo basta osservare la reazione scomposta dei piddini quando si parla di sovranità politica), non la facile retorica nazionalista ma la coerente opposizione a quelle concentrazioni di potere che sovrastano la volontà e le esigenze dei popoli.
Insomma, si tratterebbe di tener salda la barra del timone e opporsi a qualunque decisione “esterna” che non tenga in considerazione gli interessi nazionali. La Meloni ha agito così? Manco per idea. Ha sì agitato un frasario sovranista per sgomitare e farsi avanti, così guadagnandosi la simpatia di molti, ma intanto che la finzione elettorale si consumava a suo vantaggio già predisponeva tutte le carte perché fosse pienamente legittimata da quelle stesse centrali di potere contro le quali avrebbe dovuto scagliare le frecce del suo sovranismo.
E non diciamo che l'abbia fatto per strumentalità tattica giocata al fine comunque di incassare alcuni risultati. La posizione italiana mai come in questa fase mostra di essere schiacciata sulla dipendenza, succube delle centrali di potere esterne. E per centrali di potere intendo il potere atlantico, esercitato direttamente dagli Usa o dal suo zerbino europeo incarnato nella scialba figura della contessa Ursula von der Leyen. Non sto qui a far l’elenco delle dipendenze, il lettore minimamente informato sa di che si sta parlando. Una per tutta, il fatto di aver trascinato l’Italia nel delirio anti russo, quando dalle parti nostri non vi sarebbe nessun interesse a muoversi così, a partire dalla questione energetica.
Ieri la Meloni, che pochi giorni fa si è presentata con il piattino in mano al suo degno compare Zelenzsky, dichiarava che l’Ucraina «non sarà sola perché sta difendendo i valori di libertà e democrazia su cui nasce l’identità europea e le fondamenta stesse del diritto internazionale…». Sul diritto internazionale ci sarebbe facilmente da opporre in polemica al pdc le gravissime violazioni dello stesso diritto perpetrate dal suo padrino americano (evito la lunga lista, una semplice ricerca su internet permette di avere in poco tempo a disposizione l’elenco delle "violazioni"). Riguardo poi all’identità europea di quale identità si parla?
Di quella marcata Ue che impone il pareggio di bilancio? della transizione ecologica a favore dei ricchi? dello sdoganamento dell’utero in affitto (per fare come l’Ucraina che detiene il triste primato delle cliniche legate a questo mercato)? del gay pride sventolato come bandiera della supremazia gender fluid? del criminale rifiuto alla Grecia di aiuti per lasciarla cadere nel baratro della miseria? dell'alimentazione a base di insetti? della recente proposta di Josep Borrell (l’Alto rappresentante della Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza), rilanciata dalla bionda contessa, di far aumentare la produzione europea di munizione secondo la stessa procedura centralizzata usata per gli acquisti congiunti dei farmaci anti covid?