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Spizzichi e taranta

di Carlo Formenti - 23/07/2019

Spizzichi e taranta

Fonte: Carlo Formenti

Qualche settimana fa ironizzavo sull'appello di un gruppo di intellettuali scandalizzati dal coinvolgimento della starlet Belen nell'evento della Notte della Taranta di quest'anno. Nell'appello si lamentava il vulnus di lesa dignità culturale nei confronti di un festival musicale ispirato alle ricerche di un gigante dell'antropologia come De Martino, al che replicavo che De Martino poco o nulla c'entra con un evento da tempo degenerato in show business, in un vero e proprio maxi spot per l'industria turistica salentina. Ora uno dei promotori dell'appello, Andrea Carlino, mi da di fatto ragione in un lungo articolo sul Corriere del Mezzogiorno di oggi, nel quale, ironizzando sull'annuncio dell'iscrizione della pizzica nel patrimonio culturale immateriale dell'Unesco, commenta che queste candidature altro non sono che una forma di "mercificazione delle tradizioni culturali". L'avvento di Belen è solo l'ultimo sintomo di un processo di messa a valore (commerciale) di un patrimonio culturale di cui poco nulla conoscono (né importa loro conoscere) tanto gli organizzatori quanto i consumatori dell'abbuffata musicale in questione. 
PS Oggi Renzi replica stizzito all'intervista di Dario Franceschini che ieri gli rimproverava la miopia con cui aveva gettato l'M5S nelle braccia della Lega, rifiutando ogni dialogo con i pentastellati. Ma, nella stessa pagina del Corrierone, Massimo Cacciari rigira il coltello nella piaga sostenendo il punto di vista di Franceschini. Delle beghe interne al Pd non mi potrebbe importare di meno, ma questa diatriba è interessante perché, come sostengo in un articolo che ho consegnato ieri a Micromega (e che rilancerò qui appena uscirà), dimostra come i settori più intelligenti delle nostre élite neoliberiste auspichino un'alleanza PD - M5S che (come sta accadendo in Spagna con l'alleanza fra Psoe e Podemos) ricostituirebbe un sistema bipolare destra/sinistra (o meglio: destra cattiva/destra buona) in cui i poli si alternano pacificamente nell'adempimento della funzione di comitato d'affari dei mercati (una volta si diceva della borghesia, ma si sa, le mode cambiano).