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Stati-civiltà contro le multinazionali dei cittadini del mondo

di Augusto Grandi - 25/02/2024

Stati-civiltà contro le multinazionali dei cittadini del mondo

Fonte: electomagazine

“Il tempo degli Stati-civiltà”. Basterebbe questo capitolo, scritto da Alain de Benoist, per rendere doveroso l’acquisto del volume collettaneo “Ordine Multipolare”, Diana Edizioni (310 pagine, 20 euro). Un testo doveroso per chi si ostina a partecipare alle dotte discussioni televisive su guerre e politica internazionale senza essersi mai degnato di provare a capire le ragioni di chi non fa parte del sempre più ristretto mondo atlantista.
Era imbarazzante, a Piazzapulita, ascoltare gli ospiti ammettere di aver sottovalutato la rete di relazioni che ha permesso a Mosca di superare gli effetti delle sanzioni imposte da Washington e applicate dai maggiordomi europei. D’altronde gli ospiti erano gli stessi che non si erano accorti del sostegno degli statunitensi a Trump nello scontro con Clinton.
Eppure questa volta sarebbe stato persino più facile. Sarebbe bastato scorrere l’elenco dei Paesi che, all’ONU, non avevano condannato la Russia. E avrebbero scoperto, i signori della compagnia di giro televisiva, che dalla parte di Putin era schierata più di metà della popolazione mondiale.
Più difficile, con queste premesse, che riescano a comprendere l’analisi di de Benoist. Perché il filosofo francese parte dagli aspetti culturali. Terreno complicato per gli ospiti televisivi. Soprattutto perché si tratta di culture diverse da quella liberal-capitalista, l’unica ammessa e riconosciuta dagli atlantisti. E invece de Benoist spiega che, nel mondo, esistono realtà e popoli che hanno altri punti di riferimento. E che vogliono difendere i rispettivi spazi di civiltà. Di cultura.
E questo crea la grande illusione atlantista sulla mancanza di coesione nel fronte dei Brics, a maggior ragione ora che gli aderenti sono aumentati. Perché, per i servi di Washington, essere alleati significa obbedire ciecamente agli ordini statunitensi e difendere gli interessi delle multinazionali Usa. Mentre, sul fronte opposto, gli “Stati-civiltà”, come li definisce de Benoist, sono portatori di culture differenti. Dunque possono avere posizioni diverse. Ma hanno tutti un nemico comune: il tentativo atlantista di omologare tutto, di esportare la propria ed unica visione del mondo, di imporre (anche con le bombe) il pensiero unico obbligatorio.
Forse, leggendo Ordine Multipolare, qualche dubbio potrebbe persino insinuarsi tra gli ospiti di Piazzapulita.