Tutti i conflitti sociali recenti sono fra élite dominante e autonomia popolare
di Riccardo Paccosi - 12/09/2025
Fonte: Riccardo Paccosi
Negli ultimi due decenni, all’interno delle società occidentali si è svolto un solo e unico conflitto: quello tra il potere oligarchico-elitario e le forze spontanee dell'Autonomia Popolare.
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Se quest’affermazione può sembrare troppo altisonante, è solo perché risulta necessario chiarirsi preliminarmente sul significato dei termini.
Dicasi "autonomo", ebbene, quell'aspetto della società che risulta non programmabile né inquadrabile entro la dialettica della narrazione dominante.
In termini sociologici, dicasi autonoma l'istanza collettiva - di classe, di territorio, di categoria o più generalmente popolare - che si contrappone all'autonomia della politica o, per meglio dire, all'autoreferenzialità della politica giacché quest’ultima è volta, oggi, a catturare ogni aspetto delle dinamiche sociali e del dibattito pubblico per poi congelarlo all'interno del meccanismo diadico destra-sinistra.
A livello di contenuti, le forme autonome-popolari della mobilitazione sociale parlano sovente di difesa della sovranità nazionale e popolare, difesa dei diritti sociali, bisogno di fuoriuscita dal nichilismo attraverso un’istanza di risveglio culturale e finanche spirituale, critica del globalismo, del multiculturalismo, del transumanesimo e del capitalismo della sorveglianza.
In termini filosofici, dicasi autonoma quella parte della specie umana che rivendica un proprio destino e, quindi, rifiuta l'idea che gli indirizzi del mondo definiti dagli apparati di potere - sociali, economici, tecnologici - siano da considerare deterministicamente come ineluttabili.
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Fuor di teoria, quand'è che abbiamo visto dinamiche sociali inquadrabili nel senso dell'autonomia popolare?
La risposta ritengo sia: tutte le volte che la fenomenologia del sociale si è dimostrata non inquadrabile entro la polarizzazione neoliberale di destra e sinistra.
1) Il primo materializzarsi del Movimento 5 Stelle - quantunque gestito da un'azienda e con un programma politico ch'era nulla più che una variante accellerazionista delle "riforme" neoliberiste della Seconda Repubblica - esprimeva confusamente e contraddittoriamente una soggettività autonoma. Difatti, ai suoi esordi suddetto movimento veniva attaccato da destra, da sinistra e da tutti i media mainstream.
2) Il movimento dei Gilet Gialli francesi 2017-2020, fu capace di connettere le istanze anti-liberiste in favore della spesa sociale, alla critica dell'immigrazionismo illimitato. Anche in quel caso, tutto l'arco politico-mediatico d'Oltralpe si dedicò indefessamente alla demonizzazione del movimento.
3) Il movimento italiano contro il Green Pass del 2021 è stato, per ora, l'espressione più netta dell'autonomia popolare: fu infatti aggredito e demonizzato da ogni formazione politica e da ogni testata giornalistica più di qualsiasi altro movimento della storia recente, subì un’inusitata repressione che portò - per la prima volta nella storia italiana dopo le vicende semi-insurrezionali del 1977 - al divieto di manifestazione politica in numerose città italiane e per diversi mesi.
4) Per quanto riguarda l’appena nato movimento francese Bloquons Tout, forse è un po' presto per fornirne una valutazione. Penso si possa per il momento sostenere che, da una parte, sul piano della composizione sociale e culturale sembrerebbe essere un movimento autonomo-popolare e dunque irriducibile alla diade destra-sinistra. Dall'altra, l'appoggio al movimento da parte di Jean-Luc Mélenchon dimostra la presenza di dinamiche volte a imbrigliarne l'insorgenza autonoma (e sarà interessante verificare se un politico sostenente tesi globaliste a anti-popolari come "bisogna cambiare il nome della lingua francese in lingua creola" riuscirà o meno nell'intento).
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Fatta eccezione per l’esperienza del M5S che necessita d’altro piano di analisi, le vicende storiche sopra descritte chiamano in causa un gravissimo limite, ovvero l'incapacità o la difficoltà delle soggettività sociali autonome a presentare propri candidati alle elezioni e, quindi, il loro non riuscire a trasformare il potenziale potere costituente delle piazze in effettiva rappresentanza popolare. Su questo punto, molto è stato analizzato ma temo che molto risulti ancora da analizzare.
Al netto di tale criticità, quello che ritengo vada per ora sottolineato - e storicamente compreso - riguarda il fatto che i movimenti guidati dalla sinistra o dalla destra politica sono destinati a essere e rimanere espressioni rituali del conflitto interno alle varianti globalista o nazionalista della èlite neoliberale.
Pertanto, il punto che va fissato - e su cui non ci si possono più permettere deroghe - riguarda il fatto che solo l'Autonomia Popolare è oggi pratica reale di conflitto e, quindi, di trasformazione dell'esistente.