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Un anno di guerra e tutti gli errori degli esperti

di Antonio Terrenzio - 26/02/2023

Un anno di guerra e tutti gli errori degli esperti

Fonte: Conflitti e strategie

Siamo qui a commentare un anno di guerra in Ucraina, un conflitto alle porte dell’Europa orientale che non vede tregua e che probabilmente non ne vedrà per molti anni a venire. L’Occidente a guida angloamericana è deciso a portare avanti un conflitto fino alle estreme conseguenze, con lo scopo irremovibile di piegare la Russia. Nuovi sistemi di arma come missili, ma soprattutto carri Abrams e Leopard saranno consegnati all’esercito di Kiev che rilancia con la richiesta di Jet militari.
Stafano Magni su Atlantico Quotidiano, Un anno di guerra in Ucraina: il decalogo di errori degli “esperti” (nicolaporro.it), ha steso un elenco dei dieci errori commessi dagli analisti di relazioni internazionali riguardo il conflitto russo-ucraino e proveremo qui a smentire le sue osservazioni non facendo affidamento alla propagada occidentale, ma cercando di attenerci ad una visione realistica, senza scivoltare nel tifo da stadio che caratterizza lo scontro tra putiniani ed antiputiniani dall’inizio delle ostilità.
Facciamo nostra la  premessa dell’autore quando sostiene che nel momento in cui scriviamo non sappiamo quanti morti, quanto equipaggiamento è stato distrutto e quale sia l’entità dello shock sulle popolazioni civili, ma analizzeremo tutte falisificazioni e la lettura ideologica degli eventi che l’autore fa e che riflettono la narrazione del mainstream:
1) Nel XXI secolo le guerre non si combattono più. Questa illusione è stata immediatamente sfatata il 24 Febbrario 2022 con l’avvio dell’”operazione militare speciale” da parte delle forze russe in una campagna bellica in pieno stile novecentesco. E’ questo l’aspetto più lampante di una guerra combattuta, con armi mobilitate, artiglieria, carri armati, missili e trincee. Fin qui tutti d’accordo, meno che sulla premessa di Magni che dice una chiara falsità storica:”La guerra combattuta dai russi in Ucraina sin dal 2014 altro non era che la preparazione alla guerra vera e propria”. Fake news di chiara impronta filoccidentale. La Russia decide per un attacco su larga scala non a seguito della  guerra a bassa intensità condotta nel Donbass, ma a causa del rifiuto di Zelensky di rimanere fuori dalla NATO. Il Presidente ucraino stava inoltre preparando un attacco col proprio esercito sulle regioni filo-russe del Donbass e della Crimea .
 2) La Russia non invaderà l’Ucraina. Qui effettivamente ci sono cascati tutti, anche lo
scrivente, per non parlare dei Lucio Caracciolo e dei Dario Fabbri, i quali hanno ridotto le minacce di invasione a merà info war tra intelligences.
“Colpa dei giornalisti ma anche dei governi europei, perchè non credevano agli allarmi lanciati dagli Usa, persuasi dall’idea dell’impossibilità che conflitti convenzionali potessero ritornare su suolo Europeo in pieno XXI secolo”. Poi secodo Magni, “per il pregiudizio positivo nei confronti della Russia” (autocrazia votata al male) da parte dei paesi legati economicamente a Mosca, come Germania, Francia ed Italia”. Già, perchè avere rapporti economici ed energetici vitali con il Cremlino è già un peccato d’origine, però va bene comprare lo shale gas da Washington a prezzo triplicato e stravolgere le nostre politiche energetiche rischiando di farci entrare in recessione e far saltare le nostre aziende.
3) La minaccia cinese all’ordine mondiale liberale.
Secondo Magni “lo sbaglio degli strateghi americani è stato quello di rivolgere troppa attenzione alla Cina (dottrina Blinken) e non alla Russia, la quale ha invece dichiarato guerra all’Occidente. Il pregiudizio ideologico deriva da una intepretazione economicistica delle relazioni internazionali e dalla forte crescita economica della Cina, unita alla sua potenza demografica, mentre la Russia è in declino demografico ed ha un Pil pari a quello della Spagna.
Secondo Magni la storia dimostrebbe (?) che tanto più un impero è in declino, tanto più diventa pericoloso. IL giornalista di AQ dimentica la prima lezione da rispettare nelle relazioni tra imperi e grandi potenze: mai superare le linee rosse, perchè è proprio su quelle linee che si giocano gli equilibri della sicurezza internazionale. La Russia è stata costantemente minacciata nel suo esterno prossimo attaverso l’utilizzo di finte rivoluzioni democratiche sobillate dall’esterno (rivoluzioni colorate) alle quali l’Ucraina non ha fatto eccezione. Secondo la dottrina Brezinski l’Ucraina è un paese fondamenale per la sicurezza della Russia e farla entrare nella NATO o continuare ad armarla come sta facendo l’Occidente a guida Atlantica, equivale a minacciare l’esistenza stessa della Federazione Russa.
4) “L’Ucraina sarà battuta in tre giorni, al massimo una settimana” La balla delle balle, la più grande castroneria divulgata ai quattro venti dalla grancassa mediatica occidentalista. Secondo testimonianze di storici, analisti o fonti dirette ed insospettabili di filoputinisimo come l’inviato Rai, Mark Innaro:” In Russia non si è mai parlato di guerra lampo, ma di una guerra che sarebbe durata minimo un anno”.
Ancora Magni:”L’errore commesso dalle intelligence russa e americana, convinte entrambe che l’Ucraina non avesse speranze, è dovuto ad un misto di pregiudizi positivi nei confronti dell’esercito russo e negativi per quello ucraino”. Verrebbe da obiettare: come mai, se gli americani non nutrono speranze nell’esercito ucraino, contiuano ad armarlo fino ai denti e a sostenere le autorità di Kiev?
Ma il meglio deve ancora arrivare:”La realtà ha invece dimostrato che quello russo non è il secondo esercito del mondo, ma una forza armata degna di una paese del terzo mondo”. Ora si può dire tutto, ma qui si supera non solo il livello di bassa propaganda, ma il senso del ridicolo. L’autore continua a tacciare l’esercito russo di dilettantismo e di “non essere all’altezza di un conflitto moderno”, quando nel momento in cui scriviamo l’artiglieria russa sta letteralmente macinando l’esercito ucraino a Bahkmut. Solite falsificazioni dettate dallo spirito di fazione, senza il supporto di dati realistici e smentite in maniera autoevidente dalla disperazione del burattino di Kiev, che continua a chiedere il sostegno dell’Europa e degli Usa in armamenti.
5) L’Ucraina è un paese diviso.“Quindi si credeva che la metà orientale accogliesse i russi a braccia aperte, perchè politicamente schierata contro la rivoluzione filo-occidentale del Maidan e linguisticamente russofona”. Per rivoluzione filoccidentale, Magni evidentemente intende il golpe orchestrato dalla Cia e dalla Nuland con tanto di cecchini georgiani (intervistati anche dalla BBC) a sparare sulla folla e truppe nazi-atlantiste dell’Azov a scatenare la guerra civile, vero? Restiamo basiti di fronte a tanta ignoranza sui fatti e disonestà intellettuale.
L’elenco delle fesserie è ancora lungo, non vi arrendete adesso. “Ma già le ultime elezioni presidenziali, segnavano un cambiamento, per chi lo sapeva leggere: Zelensky ha stravinto ad Est come ad Ovest del Paese. La Guerra ha dimostrato ulteriormente che l’Ucraina è compatta”. Infatti Zelensky veniva dalla zona russofona, poi dopo le pressioni angloamericane provoca un azione scellerata con il rifiuto dello status di neutralità, esponendo il suo popolo ed il suo paese all’aggressione militare di Mosca.
“Per lo meno nessuno vuole stare sotto i russi, nemmeno se è russofono” (e noi scemi che abbiamo creduto che ci fosse una guerra civile alimentata dall’esterno) o abita in città con una lunga tradizione storica russa, come Odessa e Kharkiv”. Per stessa ammissione di Stefano Magni, non possiamo valutare l’effetto dello shock sulla popolazione inerte che subisce morte e devastazione, allo stesso modo dovremmo domandarci quanti ucraini non russofoni desiderino la fine delle ostilità ed incrimino Zelensky per il suo operato.
6) L’unipolarismo è finito. “Magari domani, ma certamente non oggi, come questa guerra sta dimostrando chiaramente”. Non c’è miglior servo di chi è contento di servire il proprio padrone. Magni evidentemente non si rende conto che questa è una guerra degli Usa contro Europa e Russia, come ha anche ricordato l’analista Gianandrea Gaiani. Putin è stato trascinato in una guerra contro l’Occidente non perchè ne volesse la fine, ma perchè non gli è stata lasciata altra opzione, dato il continuo rifornimento di armi e le tre maxi esercitazioni militari realizzate dalla NATO tra il Mar Nero ed il Mar Baltico dal 2018 in poi (Alessandro Orsini docet).
“La Guerra dimostra che persino le briciole dell’arsenale statunitense sono sufficienti a fermare un anno il grosso del “secondo esercito al mondo”. L’autore fa l’esempio degli Himars progettati come fuoco di controartiglieria: Gli Usa non hanno rivali. Dunque il “Grosso dell’esercito russo”, meno di 200 mila soldati impiegati su un totale di 25 milioni di effettivi a disposizione, mentre l’esercito russo avanza inesorabilmente decimando quello ucraino: se questa è informazione.
7) L’Occidente in crisi e profondamente diviso. “L’occidente non è del tutto coeso ma di fronte ad una minaccia palese ha saputo ritrovare la sua unità, di qua e di là dall’atlantico”. Errata corrige. L’Europa (concetto diverso da Occidente) ha rinvigorito la sua subordinazione nei confronti degli USA e a causa della sua inconsistenza come attore geopolitico autonomo, si è prestata ai disegni degli strateghi del Pentagono: Dividerla dalla sua alleata naturale con la quale condivide interessi vitali: la Russia.
“Putin contava sulla dipendenza di parte dell’Europa continentale dal suo gas. Ma persino la Germania ha saputo dimostrare di potersene liberare in meno di un anno” Già, i tedeschi saranno stati contentissimi del sabotaggio del Nord Stream II da parte degli angloamericani con i norvegesi, e di dover impiegare oltre 200 miliardi di Euro per la copertura delle bollette di aziende e famiglie. La notizia è stata ripresa anche in America da un famoso giornalista di inchiesta Seymour Herch, che ha svelato l’uovo di colombo con prove evidenti. “Non sono scoppiate gravi crisi economiciche e sociali, su cui i russi puntavano e nessuno ha abbandonato la NATO, anzi: Finlandia e Svezia hanno chiesto di entrarvi.” Già, avevamo bisogno di infiammare anche il fronte nord.
8) La Guerra non si vince con le sanzioni. Qui Magni sembra recuperare un minimo di onestà intellettuale nel riconoscere che le sanzioni non hanno mai abbattuto un regime nel lungo periodo. “L’amministrazione Biden e gli alleati europei, anche qui, hanno dato troppa importanza, ad una lettura economicistica delle relazioni internazionali e della società russa.” Per poi riperdere credibilità un attimo dopo: “Davvero gli occidentali pensavano che i russi si sarebbero ribellati contro Putin o che gli oligarchi lo avrebbero ucciso? I Russi, a quanto pare non pensano esclusivamente al loro benessere: tengono anche conto del potere (per chi collabora) e del terrore (per chi prova a rifiutarsi), che sono spinte altrettando forti, se non di più. Specialmente in guerra.” La solita solfa del regime sovietico che tiene in ostaggio un intero popolo in un clima terrore, pronto o a reprimere o eliminare qualsiasi voce del dissenso. Si vede che Magni oltre ad essere infoitato di propaganda occidentale oltre i limiti del consentito, ignora la natura del popolo russo, fortemente patriottico, Putin o non Putin, che il ricordo dei disastrosi anni ’90 è sempre vivo nella memoria ed i fanatici del liberalismo democratico sono visti come il fumo negli occhi. Per togliersi ogni dubbio, basta vedere che dietro “Russia Unita” il partito facente capo a Vladimir Putin, ci sono i comunisti eredi di Zuganov (non proprio la versione di quelli guidati da Elly Shlein) e i nazionalisti eredi di Zirinosky: La rivoluzione arancione può attendere.
8) “I russi non sopporterebbero troppe perdite. E invece si e in una misura che noi non immaginiamo da un secolo”. “Il fatto che la NATO abbia fornito all’Ucraina armi solo difensive ma a corto raggio, si basava, oltre che sulla paura dell’escalation, anche sulla convinzione che infliggere perdite colossali ai russi, sul campo di battaglia sarebbe stato sufficiente a indurli a più miti consigli”. Va bene parteggiare per qualcuno, pero con juicio. I russi sopportano perdite umane perchè sono un popolo che vive ancora nella dimensione storica e non post-storica come la nostra. La Nato ha fornito armi difensive perchè l’obiettivo della guerra è insanguinare la Russia usando gli ucraini come carne da cannone e fin’ora, al netto della propaganda controfattuale, è l’esercito ucraino ad aver subito perdite colossali: il mondo alla rovescia. “Per vincere la guerra occorre vincere le battaglie, non basta logorare il nemico. I prossimi aiuti militari devono essere mirati a raggiungere obiettivi più ambiziosi”, come lo scatenamento di un conflitto nucleare? Intelligenza questa sconosciuta.
9) “Le guerre nucleari sono impossibili? Nessuno qui si augura che questo luogo comune venga sfatato. Ed è chiaro che i russi hanno tutto l’interesse ad alimentare la paura dell’ascalation nucleare per spaventare gli ucraini e noi”. I russi, non la NATO che continua ad armare Kiev ed escludere ogni trattativa di pace, previa umiliazione ed annichilimento della Russia.
“Però la Russia ha già violato il tabù dell’invasione, in Paese sovrano, in Europa e sotto il naso della NATO”. Certo, doveva accettare la NATO ad un tiro di schioppo da Mosca e con un governo fantoccio infiltrato da fazioni ultranazionaliste armate dall’Occidente, decise a tutto pur di distruggere la Russia. Ricordiamo che il Financial Time rivelò che il 19 febbraio scorso, il Cancelliere tedesco Sholtz inviò a Zelensky la proposta di adesione all’UE in cambio della neutralità di Kiev, ottendendo in cambio un rifiuto del Presidente ucraino. “Putin si è lanciato in un’impresa del tutto irrazionale secondo i nostri parametri”. I nostri appunto, che non tengono conto delle esigenze di Mosca in materia di sicurezza, dato il continuo avanzamento della NATO nei territori ex sovietici dal ’98 ad oggi. Va ricordato allo smemorato commentatore, la promessa fatta da Bush padre a Gorbaciov nel 91, che la NATO “non si sarebbe spostata di un pollice” oltre il fiume Oder nella Germania orientale. A schierarsi contro l’entrata dei Paesi dell’est nella NATO, ci furono l’alto diplomatico statunitense George Kennan (ideatore della dottrina del Conteniment in piena guerra fredda), Henry Kissinger e Joe Biden.
“La sua minaccia reiterata di usare l’atomica è assecondata da un’opinione pubblica russa, che contrariamente alla nostra, non ha paura della bomba: o reagisce con passività, oppure ne chiede l’uso a gran voce, sui social network, così come nelle piazze”. Già, non ha paura della guerra atomica perchè i russi sono di amianto e possono resistere alle radiazioni… Ma sono soggiogati e terrorizzati o sono fedeli al regime putiniano? Magni facesse pace col cervello.
E per finire:”Non possiamo contare sulla razionalità di una attore che si è dimostrato irrazionale, sotto ogni aspetto” La NATO che ha bombardato e distrutto Paesi sovrani come la Serbia, l’Iraq, la Libia e spostato il suo fronte sempre più ad est, ha dimostrato grande rispetto Diritto Internazionale ed equilibrio inceve. “Anche qui c’è la risposta giusta a quella sbagliata. La risposta sbagliata, da parte nostra, sarebbe quella di costringere l’Ucraina alla resa, per paura della guerra nucleare. La risposta  giusta è invece quella di potenziare il nostro deterrente”. Al prezzo di un paese distrutto, di milioni di sfollati e di decine di migliaia di morti, facile fare il bullo da tastiera con la pelle degli altri. “E non basta far sapere a Putin, in caso di escalation, ‘perederemo tutti’. Bisognerà fargli capire, proprio, che in caso di escalation, sarà lui a perdere tutto”. Caro Stefano Magli, in caso di escalation atomica (che non avverrà mai speriamo) nemmeno quelli come te avranno la possibilità di sparare più imbecillità ricolme di fanatismo bellicista, ma sarà autodistruzione assicurarta e a perdere saremo tutti.