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Un giorno la Storia riconoscerà in Gerhard Schroeder il più grande statista tedesco del Dopoguerra

di Alessandro Sansoni - 02/10/2022

Un giorno la Storia riconoscerà in Gerhard Schroeder il più grande statista tedesco del Dopoguerra

Fonte: Alessandro Sansoni

Un giorno la Storia riconoscerà in Gerhard Schroeder il più grande statista tedesco (e, dunque, europeo) del Dopoguerra: un uomo che ha saputo, con le sue riforme e la sua visione strategica, assicurare alla Germania vent'anni di prosperità, salvaguardando, per giunta, molte conquiste del capitalismo sociale di mercato, il famoso "modello renano". Un risultato, all'epoca, per nulla scontato. Soprattutto seppe restituire al suo paese, soggetto a sovranità limitata, un ruolo da grande potenza, quantomeno sul piano politico-economico.
L'era Merkel non esiste, o meglio è esistita nella misura in cui ha potuto raccogliere e amministrare i frutti della "rivoluzione schroederiana".
Quando divenne cancelliere, io ero lì in Germania: nazione civilissima ed efficiente, eppure nel 1999 alle prese con la crisi del suo sistema di welfare e di organizzazione del mercato del lavoro e con i costi della riunificazione...la chiamavano "la malata d'Europa". Ricordo le critiche rivolte contro Schroeder, i giornali di destra e sinistra che lo attaccavano per le sue scelte in ambito economico e sociale, ma io ero affascinato da quest'uomo politico che se ne infischiava dei sondaggi e di scalfire rendite di posizione, per perseguire il suo progetto (modernamente e autenticamente socialista nel senso migliore del termine), per di più completamente affrancato da qualunque senso di colpa rispetto al passato, o da complessi di sudditanza nei confronti degli Stati Uniti: caratteristiche rare per un tedesco in quegli anni.
Un uomo di grande personalità e grande intelligenza Schroeder, un politico provvisto di contenuti: in pochi anni cambiò il destino della Germania.
Due decenni sono l'orizzonte di tempo per stabilire il valore di un'azione politica ed è ridicolo sentire commentatori criticare i suoi "grandi errori" che oggi costano a Berlino l'impossibilità di rinunciare, in un battito di ciglia, alle forniture di gas russo.
Li volevo vedere, a questi geni, costretti lungo tutto l'inizio del XXI secolo, a comprare energia a 120 euro a MWh, con un comparto manifatturiero dimezzato e la disoccupazione al 10%.
Che carattere, Schroeder: ancora oggi alla soglia degli 80 anni in grado di battersi. "Di cosa dovrei scusami?", questo il titolo di apertura di un'intervista concessa a un noto settimanale tedesco alcune settimane fa.
Già, di cosa?