Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Vaccinazione ai bambini: il ricatto finale

Vaccinazione ai bambini: il ricatto finale

di Thomas Fazi - 03/02/2022

Vaccinazione ai bambini: il ricatto finale

Fonte: Thomas Fazi

Anche quest’oggi è arrivato il momento di fare il punto su quello che succede nella galassia Covid.
La notizia del giorno, per quanto mi riguarda, è l’estensione dell’obbligo vaccinale surrettizio (cioè de facto anche se non de jure) ai bambini dai 5 anni in su attraverso lo strumento più infame di tutti, e quindi quello preferito da questo governo: il ricatto e la discriminazione, per di più esercitati nei confronti di bambini piccolissimi (e dei loro genitori ovviamente).
Nel nuovo decreto Covid, infatti, si prevede che già dalla primaria, in caso di positivi in classe, andranno in DAD solo i bambini non vaccinati. È evidente che questo costringerà moltissimi genitori, che magari avrebbero legittimamente e liberamente scelto di fare diversamente, a vaccinare i propri figli, sia per evidenti ragioni logistiche ed economiche che per la tutela della salute mentale dei bambini.
Questo si accompagna a una comunicazione sempre più terroristica sul fatto che adesso il Covid colpirebbe soprattutto i bambini, che i ricoveri di bambini positivi al Covid sarebbero saliti alle stelle ecc. La realtà – lo ribadiamo – è che dall’inizio della pandemia, cioè nell’arco di due anni, vi sono stati solo 39 (trentanove) decessi e 300 (trecento) ricoveri in terapia intensiva nella fascia 0-19, e in praticamente tutti i casi si trattava di bambini con gravissime patologie pregresse. E attualmente, come si può vedere nell’immagine, nella fascia 0-9 (ma anche nelle altre fasce in realtà) nessuno – letteralmente – dei pazienti positivi risulta trovarsi in uno stato clinico grave. Insomma, è evidente che il Covid non presenta alcun rischio, statisticamente parlando, per i bambini.
Mentre emergono sempre più dati sui possibili effetti avversi dei vaccini nei giovani. Un recente studio pubblicato su “Nature”¹, per esempio, mostra come nelle persone sotto i quarant’anni i casi di miocardite registrati dopo la seconda e terza dose di Pfizer e dopo la prima e seconda dose di Moderna superino di molto quelli causati dal Covid.
Parliamo di un rischio tre volte superiore dopo la seconda dose Pfizer e addirittura 21 volte superiore dopo la seconda dose Moderna. Rischio che aumenta addirittura di 74 volte nel gruppo più giovane (16-29) dopo la seconda dose Moderna. E vi sono buone ragioni per credere che il rischio aumenti con l’abbassamento dell’età. Questo è il motivo per cui molti paesi europei – ma non l’Italia – hanno vietato la somministrazione di Moderna agli under-30.
Ed è anche il motivo per cui tanti paesi hanno scelto di non somministrare il vaccino ai bambini sotto gli 11 anni. Alla lunga lista di autorità nazionali e società di pediatria che si sono espresse contro la vaccinazione nei bambini piccoli – ovviamente non le nostre, ça va sans dire, che anzi vorrebbero estendere la vaccinazione anche ai neonati – si è aggiunta adesso anche l’Agenzia per la sanità pubblica svedese. La decisione è stata confermata il 27 gennaio, ritenendo che i benefici individuali per questa fascia di età siano troppo modesti per la vaccinazione universale dei bambini privi di patologie croniche, a fronte di benefici collettivi praticamente inesistenti, come si legge nel comunicato:
«La vaccinazione dei bambini da 5 anni di età non avrebbe al momento effetti rilevanti sulla diffusione dell’infezione, né in questa fascia di età, né tra gli altri gruppi della popolazione.
I bambini presentano un rischio significativamente più basso di contrarre una forma grave di Covid-19 rispetto agli adulti. In generale, più piccoli sono i bambini, minore è il rischio. La decisione è stata assunta dopo un confronto con l’Associazione dei pediatri svedesi, l’Associazione dei medici scolastici, l’Associazione nazionale degli infermieri scolastici, l’Associazione degli psichiatri infantili, l’Associazione dei medici delle malattie infettive, i coordinatori regionali delle vaccinazioni, l’Associazione svedese delle autorità locali e delle regioni (SKR), l’Agenzia nazionale dei prodotti medici e il Consiglio medico nazionale (SMER)».
Grazie a Dio in molti paesi le decisioni vengono ancora prese in base alla scienza e non alla Scienza™️. Non da noi purtroppo. A tal proposito, si veda l’ennesimo studio che smonta – in maniera definitiva – l’idea che i vaccinati contribuiscano meno alla diffusione del virus dei non vaccinati e che dunque esista un qualche beneficio collettivo nella vaccinazione di massa e nell’uso di strumenti discriminatori come il green pass.
Si tratta di uno studio prospettico di coorte nel Regno Unito di Anika Singanayagam e colleghi² riguardante la trasmissione comunitaria della SARS-CoV-2 tra individui non vaccinati e vaccinati che mostra che l’impatto della vaccinazione sulla trasmissione comunitaria delle varianti circolanti di SARS-CoV-2 non sembra essere significativamente diverso dall’impatto tra le persone non vaccinate. Inoltre si sono osservati importanti infezioni virali da Covid-19 tra gli operatori sanitari completamente vaccinati in Israele, che a loro volta possono trasmettere questa infezione ai loro pazienti.
Come commenta “The Lancet”³, una delle riviste scientifiche più importanti al mondo: «L’argomentazione principale a favore della vaccinazione obbligatoria si basa sulla premessa secondo cui la vaccinazione impedisce la trasmissione del virus, provocando una “pandemia dei non vaccinati”. Ma l’evidenza suggerisce che non è così, e che anzi l’impatto della vaccinazione sulla trasmissione nella comunità delle varianti circolanti di SARS-CoV-2 non è significativamente diverso dall’impatto tra le persone non vaccinate. È dunque necessario riconsiderare al più presto le attuali politiche di vaccinazione obbligatoria».
Questo non fa che confermare quello che diciamo da tempo, ovverosia che non esiste alcuna giustificazione epidemiologica (o di altro tipo) per misure discriminatore e segregazioniste come il green pass, che infatti nel resto del mondo cominciano ad essere abbandonate un po’ da tutti.
Non da noi ovviamente. Anzi, da noi il governo, pur di non abolire il green pass, si è inventato la barzelletta del green pass “illimitato” per chi ha ricevuta la dose booster – laddove per “illimitato” si intende «finché non si stabilirà la necessità di un ulteriore richiamo», come giustamente spiega “Open”, cioè finché non verranno approvati dalla FDA e dall’EMA i nuovi vaccini anti-Omicron attualmente in corso di sviluppo da parte di Pfizer e altri, dando così il via al nuovo ciclo vaccinale.
A tal proposito, risulta piuttosto interessante questa recente intervista al CEO di Pfizer, Albert Bourla⁴, che non solo ammette che i vaccini non proteggono dall’infezione ma spiega che «a marzo arriverà il nuovo vaccino che integra la Omicron» – da fare, presumibilmente ex novo, con tre nuove dosi. Ecco spiegato perché il governo non ha nessuna intenzione di abolire il green pass: perché a breve si ricomincia con la giostra.
Sempre a proposito delle nuove misure del governo, semplicemente surreale la decisione di permettere ai turisti alle strutture ricettive e a tutte quelle attività in cui agli italiani è richiesto il pass rafforzato col semplice green pass, che viene rilasciato anche dopo aver eseguito un semplice tampone.
Insomma, un ragazzino italiano non vaccinato non può salire su un autobus o un treno, neppure per andare a scuola, o entrare in un ristorante, una biblioteca o un museo; un turista straniero invece potrà farlo. Penso sia il primo caso nella storia di un paese che discrimina i propri cittadini rispetto agli stranieri. Un altro record di cui andare fieri!
Concludiamo infine la nostra rassegna con l’ennesimo studio che dimostra – anche in questo caso in maniera piuttosto definitiva – come i lockdown non abbiano avuto alcun effetto sulla riduzione della mortalità da Covid. Si tratta di una mastodontica meta-analisi condotta dalla John Hopkins University da cui si evince che «i lockdown hanno avuto un effetto scarso o nulla sulla mortalità da Covid-19»⁵. Insomma, l’ennesima conferma di quello che abbiamo scritto di recente io e Sara Gandini: https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/01/05/le-alternative-al-lockdown-esistevano-ma-si-e-optato-per-la-strada-peggiore/6444745/.

Per oggi è tutto. Hasta siempre la resistencia al Draghistan!

¹ https://www.nature.com/articles/s41591-021-01630-0.  
² https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(21)00648-4/fulltext.
³ https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(21)00768-4/fulltext?fbclid=IwAR2P-i-vu97wlIljGsZzAOSmU8oOeUs7HWpl40riSX_L7fKh77z-pfq9Y7M#bib5.  
⁴ https://www.youtube.com/watch?v=lhMbKyDq9_w&feature=youtu.be.
⁵ https://sites.krieger.jhu.edu/iae/files/2022/01/A-Literature-Review-and-Meta-Analysis-of-the-Effects-of-Lockdowns-on-COVID-19-Mortality.pdf.