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Il Pil Usa in caduta libera, l'euro batte il record

di Maurizio Galvani - 29/04/2007

 
A causa del calo dei consumi e della fine della bolla immobiliare, il prodotto Usa nel primo trimestre 2007 è cresciuto solo dell'1,3%. E' il peggior risultato dopo l'1,2% del 2003. Tappa storica per l'euro: scambiato a 1,3682 sul dollaro

Crollo all'1,3% del prodotto interno lordo (pil) Usa nel primo trimestre del 2007. Crollo atteso ma superiore alle aspettative della vigilia che segnalavano una crescita all'1,8%. E' il peggior risultato dopo il +1,2% registrato nell'anno 2003 (si accennò allora alla recessione); molto distante dalla modesta crescita del 2,5% negli ultimi tre mesi del 2006.
La pubblicazione di questi dati da parte del Dipartimento al commercio statunitense è stata una doccia fredda. Soprattutto perchè un prodotto interno lordo così basso è sostanzialmente dovuto a una flessione dell'export Usa (meno 1,7%), a una caduta delle vendite delle case e un indebolimento di tutto il mercato immobiliare che non si vedeva almeno da 18 anni. Ieri, inoltre, l'indice del Michigan ha rivelato che la fiducia dei consumatori Usa è scesa -seppure non di tanto - da quota 88,4 punti, ottenuti a marzo, a quota 87,1 in aprile. Si tratta del terzo mese di calo consecutivo.

La ripresa poderosa non c'è stata, nonostante il dollaro continui a deprezzarsi, con il consenso di tutto i paesi sviluppati appartenenti al Gruppo degli Otto. Sempre ieri, l'euro toccava nuovi record storici assoluti e veniva scambiato a 1,3682 sul dollaro. E' poi leggermente ridisceso e, alla fine ha toccato quota 1,3661; contemporaneamente lo yen giapponese si rinforzava e veniva scambiato a quota 119,17 sul dollaro. Si tratta ora di attendere per capire quali possibili scenari sono possibili per lo sviluppo dell'economia mondiale, che sembra aver perduto la sua locomotiva (gli Usa).

La borsa di Wall street è «ubriaca» dei successi dovuti agli introiti dei grandi gruppi, favoriti dalla svalutazione del biglietto verde; la Federal reserve rimane per adesso immobile e, di fronte a questo dato del pil, molto probabilmente non avrà nessuna intenzione di ritoccare i tassi d interesse durante la riunione del Fomc del prossimo 9 maggio. La banca centrale (la Fed) non vuole stimolare la crescita, nonostante la sua debolezza, perchè è ancorata all'obiettivo di difendere il paese dall'inflazione e mantenere il dollaro non troppo basso. Stanno peggio coloro che avevano creduto in un miracolo americano ed assistono allo scoppio della bolla speculativa immobiliare che aveva tirato la crescita e ora ha avuto un tracollo - nel giro di anno - del 18,7%.