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Afghanistan, infuria la guerra. La Nato bombarda: 136 morti

di Enrico Piovesana - 30/04/2007

Bombardamenti nella provincia di Herat. Nuova offensiva nel sud. Proteste per le vittime civili
L’aviazione Nato bombarda per la prima volta la provincia occidentale di Herat, dove si trova il contingente italiano, uccidendo almeno 136 persone – presunti talebani – e provocando rabbiose proteste popolari. Manifestazioni anti-occidentali anche nell’est del Paese, dove diversi civili sono morti ieri in un raid delle forze Usa contro un villaggio vicino a Jalalabad. Intanto nel sud la Nato avvia oggi una nuova offensiva, l’operazione ‘Silicon’, per riconquistare lo strategico distretto di Sangin, di cui aveva già annunciato la “liberazione” all’inizio di aprile
 
Vittime civili del raid Usa nell'estOvest. Nel fine settimana l’aviazione Nato ha martellato senza sosta (ieri per 14 ore consecutive) la Valle di Zerkoh, nel distretto di Shindad, provincia di Herat, uccidendo almeno 136 “talebani”. Che forse tali non erano, visto che questa mattina centinaia di persone sono scese in piazza urlando “Morte all’America!” e denunciando l’uccisione di moltissimi civili. Il comando Usa ha negato che vi siano state vittime civili. Il comandante distrettuale della polizia, generale Gul Agha, ha parlato di “un gran numero di morti” e ha protestato contro le forze Usa, che avrebbero infromato le autorità afgane e i vertici Isaf a cose già fatte.
 
La protesta di ieri a JalalabadEst. Stessa protesta, stessa rabbia, stessi slogan ieri a Jalalabad, dove in mattinata almeno sei civili, tra cui donne e bambini, sono stati uccisi in un attacco delle truppe Usa contro un villaggio in cui, secondo le forze statunitensi, si nascondeva una cellula di kamikaze talebani. “Siamo molto tristi per la perdita di civili”, ha dichiarato il maggiore Usa Chris Belcher. “E’ una sfortuna estrema che i miliziani mettano la vita di altre persone in pericolo, nascondendosi fra i loro familiari”. Il fatto è accaduto nella medesima zona dove, a marzo, i marines Usa uccisero moltissimi civili aprendo il fuoco all'impazzata contro i passanti dopo che il loro convoglio era stato attaccato da un kamikaze.
 
Truppe britanniche in HelmandSud. Nella provincia di Helmand, dove l’operazione ‘Achille’ della Nato, avviata il 6 marzo scorso, ha già ucciso 400 presunti talebani, è iniziata una grande offensiva per la conquista della Valle di Sangin, che i comandi Isaf avevano dato per riconquistata già all’inizio di aprile. Evidentemente non era vero. L’operazione ‘Silicon’ partita questa mattina vede mille soldati britannici, 600 soldati Usa e mille soldati afgani impegnati a riprendere il controllo di questo distretto, strategico per la concentrazione di piantagioni da oppio ma soprattutto per la presenza della grande centrale elettrica che distribuisce in tutta la regione meridionale l’energia prodotta poco più a nord dalle turbine della diga di Kajaki, anch’essa ancora in mano ai talebani.