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Boris Eltsin, chi era costui?

di Carmelo R. Viola - 01/05/2007



E’ scomparso Boris Eltsin, detto l’ultimo dittatore dell’Unione Sovietica. Comunista o meno, io giudico un uomo dai fatti e non dai princìpi che dice di professare. I quali restano quelli che sono: dei punti di riferimento, di partenza e di arrivo, di un percorso che segna l’esistenza, vissuta e coerentemente combattuta di un uomo di carattere. Io sono da sempre un socialista, nel senso di oppositore della cosiddetta economia di mercato – o liberismo – che economia non è, ma predonomia, un modus vivendi ereditato dalla giungla e vestito con abiti umani (antropomorfi).
Io non giudico il livello di civiltà di un paese dalla forma di governo ma dai risultati concreti realizzati nell’organizzazione razionale del lavoro e nella distribuzione, equa e secondo bisogno, dei suoi prodotti (beni e servizi).
Il potere è sempre “coattivo” (dittatoriale) nel momento in cui agisce, sia in guerra che in un’azione di piazza controllata dalla polizia, sia per sollevare una contravvenzione per un’infrazione stradale sia per punire un omicidio, sia – diciamo anche questo – per un intervento di tipo rivoluzionario. Al contrario m’indigna l’abuso della parola democrazia come della parola onestà in un contesto in cui si vive rubandosi a vicenda. M’indigna l’uso della parola terrorismo laddove si tratta solo di azione armata o di attentato ad personam, allo scopo di criminalizzarne a priori il protagonista. Il terrorismo è violenza indiscriminata sulla massa (come i bombardamenti che il 25 aprile “liberarono” il nostro paese)..
Ciò detto, io non accetto la qualificazione di un Eltsin confezionata ad hoc da una storia ufficiale di una classe di neo speculatori che intendono, ma con totale insuccesso, nascondere il cielo con un dito secondo il costume della menzogna come strumento privilegiato di potere illegittimo.
Non so se possa riconoscere la qualità di socialista, e nemmeno quella di “onesto sostenitore del mercato” e meno che mai quella di uomo, ad un ominide, che ha letteralmente massacrato centinaia di sovietici chiusisi dentro la duma – parlamento sovietico – perché contrari alla sentenza di morte violenta dell’URSS, decretato dal potere di Washington e dal Vaticano (Reagan-Wojtyla) ed attuato da un giuda venduto al “nemico di classe”, spalleggiato da un gruppo di anticipatori criminali filocapitalisti, mercenari, capi mafia, protettori di prostitute, operatori di banca, assassini casuali, i quali, dopo avere danneggiato in maniera definitiva a colpi di cannone gli ultimi quattro piani dell’edificio – da dove erano stati portati fuori decine di morti ammazzati - corrono fino ai portoni del palazzo ed entrano per ultimare l’eccidio.
Un megacrimine contro l’umanità, di cui era responsabile in prima persona il signor Boris Eltsin e che nessun tribunale internazionale ha processato e condannato a perpetua ignominia delle generazioni future. Anzi, pare che il mostro abbia ricevuto dei compensi per il popolo liberato”, ma poi finiti – almeno in parte - in personali conti svizzeri.
Ora i funerali di Stato, solenni e perfino religiosi (gli si addicono!), tutto un apparato, che è espressone di un contesto sociale, già pieno di errori (e fors’anche di orrori) da emendare, ma restituito alla giungla della libera predazione, dove i crimini del malaffare, dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, del ladrocinio selvaggio, legale e mafioso (paralegale), sono costumi fisiologici propri del liberismo globale, che sta uccidendo l’umanità nell’uomo.
Con Eltsin scompare l’ultima feccia di una dittatura, sbagliata, degenerata e putrefatta e non solo terrorizzata dal deterrente bugiardo e virtuale del mondo occidentale, che costituiva tuttavia un controbilanciamento nei riguardi di quella fogna a cielo aperto, militare e militarista, che è l’imperialismo USA, presente ovunque c’è da difendere la reazione contro il progresso civile o da derubare paesi innocui di risorse naturali - come il petrolio – come se la natura non avesse già iniziata la sua controffensiva ecoclimatica minacciando di coinvolgere vincitori e vinti – come dire l’intero genere umano.
Si dice che fino a circa due mila persone siano state trucidate a sangue freddo per ordine di Eltsin, il quale è riuscito a sopravvivere, a dormire sonni tranquilli e, se possibile, ad ubriacarsi, come le belve, la bocca ancora piena del sangue delle prede, riescono a riposare e a digerire tranquillamente.
Un uomo normale – insomma un uomo-Uomo – sarebbe morto di rimorso e di schifo di sé: non così è successo ad un antropozoo in questione, una parvenza di uomo su cui dei poveri fessi – i soliti utili idioti – sono riusciti perfino a versare delle lacrime, senza contare la benedizione del clero ortodosso, il che è tutto dire.
La si rivolti come si vuole la storia: ho sentito perfino un’intervista a non so quale personaggio russo a Radio Radicale, che non ha accennato alla parola crimine. Ma un criminale della fattispecie resta come la negazione di un uomo. E questa è, signori storici, se non vado errato, scienza. Punto e basta.