Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / I sicari dell'economia

I sicari dell'economia

di Loska - 01/05/2007

Fonte: giornalettismo.ilcannocchiale.it

 
Il loro compito è "incoraggiare i leader mondiali a divenire parte di una vasta rete che favorisca gli interessi commerciali degli Stati Uniti. Alla fine, questi leader, resteranno intrappolati in una trama di debiti che ne garantirà la fedeltà". In questo modo sarà facile "fare affidamento su di loro in qualsiasi momento [...]per soddisfare esigenze economiche, politiche e militari."

E’ questa l’organizzazione di cui faceva parte John Perkins, che nelle sue "Confessioni di un sicario dell'economia" (edito da Minimum Fax) racconta di come abbia passato dieci anni della sua vita in un sistema che imbrigliava (e imbriglia) il mondo nella rete di pochi potenti, innescando un circolo vizioso di padroni e catene volto a mantenere e rafforzare uno status quo le cui dinamiche, dice lo stesso Perkins, molto insegnano su quel che oggi accade e molto peseranno su ciò che ci aspetta. Un racconto a tratti inquietante su un lavoro che, malgrado le maschere, si "riduce" a cercare nuovi "schiavi" politici, economici, lavorativi, da asservire a quello che Perkins stesso chiama "l'impero". Come? Stilando previsioni economiche "gonfiate"su progetti infrastrutturali, previsioni che parlano di crescita, di successo e nascondono invece un tranello agghiacciante: soldi, tanti soldi in prestito per opere che ridurranno i paesi destinatari sul lastrico, arricchendo solo le aziende USA e i pochi paperoni locali compari dell'inghippo. Dopo, c'è la schiavitù: debiti per miliardi di dollari si trasformano in un patto vita natural durante con il diavolo. "Rubare", dice il mentore di John, Claudine, "Il nostro lavoro è rubare milioni di dollari ai paesi di tutto il mondo".

Nella vorticosa girandola di incontri che sempre più spesso lo spingeranno a chiedersi quanto ci sia di giusto in quel che sta facendo, il sicario scopre la logica di una perversa e perfetta macchina da soldi che ha arricchito le maggiori corporation sulla pelle di chi oggi muore di fame. Un disegno che comprende non solo la parte economica, ma anche e soprattutto quella politica: chi si rifiuta di sottostare a queste logiche, chi non può, non vuole, chi nazionalizza le proprie imprese ed impedisce "il libero mercato" americano all'interno dei propri confini, viene destituito. Colpi di stato, incidenti, l’azione degli "sciacalli" che agiscono quando il sicario ha fallito la sua opera di persuasione, e che sono l'ultimo gradino prima della soluzione finale che l'impero mette in campo quando non c'è altra strada per ottenere commesse multimilionarie: la guerra. Tutto il libro ripercorre ciclicamente questi temi, sgarbugliandoli ogni volta grazie ad un esempio diverso e mostrando casi di successo degli SDE (l'acronimo utilizzato per definire i sicari), ma anche fallimenti, come l'Iraq. Raccontando un dietro le quinte più tetro di quanto non si veda in tv e non si legga sui giornali, parlando con i modi crudi e dolorosi del vero "padrone", di tutto ciò cui il mondo, ogni giorno, è testimone. Il solito meccanismo a vantaggio di pochi e svantaggio di molti, la cui iniquità di base è un tema ricorrente di tutta l’opera, in maniera più o meno palese. Un problema che da fonte di paura e inquietudine, diventa consapevolezza. E monito: "Tutte queste persone - milioni in Ecuador, miliardi in tutto il pianeta - sono potenziali terroristi. Non perchè credano al comunismo, all'anarchia o siano essenzialmente malvagie, ma semplicemente perchè sono disperate".