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Muro sionista, atto terzo: la confisca della Valle del Giordano

di Jamal Juma* - 06/12/2005

Fonte: ilmanifesto.it

 

 
Il governo di Tel Aviv prepara la nuova tappa della colonizzazione: assumere il controllo permamente delle terre a est della West Bank
Settlers avanti tutta L'attività di espansione ha subìto un incremento dopo che il ministro israeliano degli insediamenti ha pubblicato offerte per 700 nuove unità abitative in due grandi blocchi

È passato più di un anno da quando le Forze d'occupazione hanno completato la prima sezione del Muro dell'Apartheid - da Jenin a Qalqiliya. Rapidi lavori di costruzione intorno a Gerusalemme, Ramallah, Betlemme ed Hebron segnano la seconda fase del progetto. Nel frattempo, lontano dai riflettori, gli occupanti hanno avviato la terza fase del Muro, che porterà all'annessione e alla pulizia etnica della valle del Giordania. Sotto il nome di «sviluppo», la Valle è diventata un «progetto governativo primario» per l'espansione degli insediamenti. Il risultato è stato la devastazione della terra palestinese, un aumento delle demolizioni di case e l'espulsione di beduini. La settimana scorsa, due dei quattro terminal che controllano i movimenti in entrata e in uscita dei palestinesi sono stati chiusi ai non residenti, isolando completamente l'area a nord della Valle del Giordano. Nel sud, «checkpoint volanti» escludono i palestinesi senza permesso di residenza riconosciuti dall'Occupante - inclusi i proprietari terrieri. La fase finale dell'annessione della Valle è cominciata.

Per i palestinesi 45 km quadrati

La Valle del Giordano è sempre stata un obiettivo primario dell'espansionismo sionista. La Valle comprende più del 28 per cento del territorio della Cisgiordania e fornisce l'accesso alle riserve idriche del fiume Giordano. Le cime delle colline permettono di controllare vaste porzioni della Cisgiordania, con postazioni strategiche per l'assedio effettivo dei palestinesi. Oggi la Valle del Giordano, luogo dove sono nati i primi insediamenti della Cisgiordania, comprende 21 colonie e circa 6300 settlers. Recentemente, il gruppo è stato rimpolpato dall'arrivo di coloni evacuati dalla striscia di Gaza.

Per portare a termine l'annessione della Valle del Giordano, gli israeliani hanno investito 24 milioni di dollari negli ultimi due anni, con altri 19 milioni per il triennio dal 2006 al 2008. Cospicui furti di terra sono il cardine del progetto di pulizia etnica della Valle del Giordano. Dei 2.400 chilometri quadrati di terra della Valle, 455,7 sono considerati «aree militari chiuse», 1655,5 saranno controllati dagli insediamenti, e 243 sono state confiscate lungo il confine con la Giordania. Ai palestinesi rimangono quindi 45 chilometri quadrati.

Il 2 per cento rimanente della Valle del Giordano consiste in un ghetto intorno a Gerico e un frammento di piccoli villaggi isolati privi di terra - in altre parole, le condizioni per un inevitabile esilio palestinese.
Poiché si muovono su vaste aree di terra, i beduini palestinesi sono un bersaglio centrale dell'occupazione fin dal 1948, allorché 50mila di loro furono espulsi dal deserto del Negev. Oggi, i beduini rimasti nel Negev e nella Valle del Giordano devono affrontare la minaccia di un'imminente e definitiva espulsione. Recentemete, gli occupanti hanno emanato una serie di ordini militari per l'espulsione dei beduini, la demolizione di case palestinesi, la confisca di terre palestinesi e l'espansione di insediamenti ebraici.

Nell'aprile 2005, le Forze d'Occupazione hanno espulso 300 famiglie palestinesi (1500 persone) dalle est di Tubas e rubato 1000 ettari di terra. A sud-est di Betlemme, gli occupanti hanno espulso sei famiglie, rubato 20 pozzi d'acqua, distrutto 20 rifugi per circa 22mila pecore e 500 cammelli. Subito dopo, è stato intimato a centinaia di beduini del Sawahreh al-sharkiya, vicino al centro della Valle, di abbandonare 2500 ettari di terra. Il Muro dell'apartheid li isolerà da un'area che si estende da Sawahreh alla periferia di Gerusalemme fino al Mar Morto e al nord di Gerico.

Per mesi, le pecore che pascolavano su terre confiscate sono state sistematicamente «detenute» dagli occupanti e i loro proprietari penalizzati con pesanti multe. Questa settimana, i pastori palestinesi hanno denunciato ulteriori furti di bestiame.

La demolizione delle case è un altro elemento della strategia sionista. Decine di case sono già state distrutte nella Valle del Giordano. Quattro abitazioni sono state rase al suolo a Jetflik e a Fasayel. Per anni, ogni costruzione è stata proibita per i 1500 abitanti di Fasayel e il villaggio è stato privato dell'acqua e dell'elettricità. Inoltre, gli abitanti dei villaggi devono affrontare sistematici attacchi e molestie dalle colonie vicine.
Un disastro totale mette a rischio il villaggio di al Akaba. 700 dei suoi 1000 abitanti sono stati espulsi dopo la guerra del 1967. Gli occupanti mantengono in stato di reclusione la popolazione rimanente nel vicino campo militare. Ora il consiglio del villaggio ha ricevuto 16 ordini di demolizione che includono quasi tutti gli edifici del villaggio, fra cui gli asili, i centri sanitari, la moschea e l'impianto elettrico.

Intanto, con la costruzione di nuovi insediamenti si stanno colonizzando le area recentemente confiscate. Tre mesi fa, alcuni coloni di Rotan hanno isolato 100 ettari di terra. La colonia di Miskyot si sta espandendo e i bulldozer lavorano incessantemente per preparare infrastrutture per una nuova colonia nel nord-ovest della Valle.

L'attività di colonizzazione ha subìto un incremento dopo che il ministro degli insediamenti degli occupanti ha pubblicato offerte per 700 nuove unità in due grandi blocchi di colonie. Inoltre, gli occupanti hanno approvato un enorme progetto agricolo, che prevede l'accesso a enormi porzioni di terra, acqua, e sussidi per 22 milioni di dollari per sedurre nuovi coloni.
Le leggi razziste degli occupanti e lo schema di «sviluppo» della colonizzazione della Valle del Giordano creano una realtà orribile di espulsione e ghettizzazione, ben nota in tutta la Cisgiordania. Vie chiuse, aree militari, colonie, check point, sono disposti in una forma che rispecchia i muri di cemento che tengono i palestinesi isolati dall'ovest.
Mentre i palestinesi della Valle del Giordano sono costretti a vivere in tuguri e tengono scuole intere in tende, i coloni sionisti stanno costruendo una nuova era di espropriazione razzista, oppressione ed espulsione. L'obiettivo finale è garantire che la regione, una volta svuotata della sua popolazione palestinese, fornisca risorse agricole e naturali su vasta scala per sostenere l'economia e l'espansione dell'occupazione. Mentre i rappresentanti del governo palestinese sono invitati ai tavoli della diplomazia globale, il popolo palestinese viene sistematicamente ghettizzato.

Amir Peretz uomo di pace?

Il cappio intorno al collo dei palestinesi si sta rapidamente stringendo. Mentre la pulizia etnica di Gerusalemme distrugge il centro urbano della Palestina, l'annessione e l'isolamento della Valle del Giordano sta sottraendo ai palestinesi la loro terra, risorse idriche, e produzioni agricole. Di fronte a questa realtà, i dibattiti intorno alla figura del leader laburista Amir Peretz sembra fuori luogo. Questi dibattiti mirano a mettere la sordina agli appelli dei palestinesi per isolare l'apartheid israeliano e focalizzare l'attenzione mondiale sulla colonizzazione della terra palestinese, un processo allegramente portato avanti sia dai governi laburisti che da quelli del Likud. A questo punto, una soluzione basata sui due stati potrebbe essere teoricamente controversa; ma è praticamente impossibile. I negoziati per uno stato senza confini, una capitale e una terra stanno deludendo il nostro popolo e il resto del mondo.

*Coordinatore della campagna internazionale stop the wall