Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / L'ecospiritualità. L'uomo e il mistero dell'esistenza

L'ecospiritualità. L'uomo e il mistero dell'esistenza

di Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero - 15/03/2008



L'uomo è abituato a mediare il suo rapporto con il mistero dell'esistenza attraverso i preconcetti che derivano dalle
convinzioni acquisite. Si accontenta spesso di tesi preconfezionate, molte volte in antitesi tra di loro, che gli mostrano ogni sorta di
modalità con cui relazionarsi con l'esistenza. Lo fa per abitudine, per pigrizia, perché è stato convinto a farlo.
Ma l'esistenza manifesta una sua specifica natura che è al di sopra delle interpretazioni umane, soprattutto di quelle che abbiamo
ereditato dal passato quando l'uomo non aveva strumenti per conoscere meglio la natura che aveva intorno e si fidava delle sue
impressioni sensoriali e dei vaticini di vari visionari.
L'uomo ha tuttavia la facoltà di poter sviluppare una sua interazione reale con la natura intima dell'esistenza. E lo può fare
attraverso una sua propria esperienza, diretta e individuale.
Non è difficile riuscire a sperimentarlo... Basta guardare ad un cielo stellato, con animo sgombro da emozioni e da pensieri, per
cogliere nella magnificenza dello spettacolo astronomico il senso dell'evidente mistero che sta dietro l'abisso siderale. E' facile,
allora, cogliere il senso profondo di un segreto che anima tutta l'esistenza e che da significato e vita a noi stessi. Un segreto che
non è lontano da noi. E' in noi stessi e noi stessi ne siamo parte.
Nessuno può venirci a dire che cosa significhi questo segreto. Lo possiamo scoprire noi stessi poiché noi siamo quel segreto. Basta
guardarci dentro e leggere che cosa c'è scritto. Cogliere la percezione di questo segreto significa percepire il mistero che
esiste al di sopra della nostra quotidianità. Significa cogliere l'idea di un trascendente, significa dare un valore reale alla
nostra esistenza. Una tale esperienza interiore consente di stabilire un rapporto creativo con l'ambiente senza più essere
condizionati da preconcetti e credenze preconfezionate, ma consente di viverlo sul piano oggettivo della natura e del suo significato
reale.
Vivere l'esperienza di una spiritualità interiore porta inevitabilmente a stabilire un conseguente rapporto armonico con il
proprio ambiente, per realizzare le condizioni del proprio benessere e lo sviluppo di ogni creatività possibile. Da questa esperienza è
nata l'idea di un nuovo modo di interpretare e di vivere il senso della propria esistenza, basata sull'esperienza di una diretta
conoscenza interiore, e la proposta condivisibile di una esperienza di ecospiritualità.

L'esperienza ecospirituale

Il tema dell'ecospiritualità definisce l'esperienza particolare di vita che consente di dare equilibrio e benessere alla propria
esistenza. Una esperienza personale di rapporto dell'individuo con l'ambiente che nasce da una esperienza interiore realizzata nel
contatto libero e individuale con l'intimo significato della natura.L'ecospiritualità è un'esperienza di tipo globale, che comprende
tanto la ricerca interiore di una propria intima esperienza della natura reale dell'esistenza quanto il rapporto, conseguente
all'esperienza acquisita, con l'ambiente in cui si vive.
Il concetto di ecospiritualità definisce la modalità di rapporto armonico dell'uomo, che vive il silenzio interiore con l'ambiente.
Ovvero, l'uomo che vive l'inserimento armonico della sua individualità psico-fisica e le sue esigenze spirituali
nell'ambiente esteso, società- dimensione abitativa - natura, rispettandone la sua armonia naturale.
Nell'ecospiritualità, sulla base dell'esperienza naturale interiore, si giunge a interpretare a cascata tutti i parametri di valutazione
dell'ambiente ordinario, dove tutte le creature viventi, e lo stesso pianeta, vengono ad assumere un valore e una dignità equivalenti a
quelle dell'uomo. L'uomo non è più visto come il dominatore incontrastato del pianeta che abita, ma si trova ad essere
affratellato a tutte le manifestazioni della vita in una comune esperienza planetaria che è parte di un'unica comunità ecologica che
orbita nello spazio.
L'ecospiritualità rappresenta quindi l'occasione dell'inserimento armonico della propria individualità psico-fisica e delle proprie
esigenze spirituali nell'ambiente, sia esso inteso come dimensione sociale, come situazione abitativa o come contatto con la natura,
nel rispetto della sua armonia naturale.
Una esperienza interiore di armonia che è estesa all'ambiente circostante in una interpretazione globale, che non si ferma
all'ordinario quotidiano, ma coinvolge l'aspetto globale dell'esistenza, che interpreta il concetto di ambiente nella sua
accezione metafisica che trascende la dimensione sensoriale dell'ambiente quotidiano e sensibile.
E' importante considerare che l'ecospiritualità non è da intendersi come la risultante della trasposizione di valori filosofici o
religiosi storici in seno alle modalità di interazione con l'ambiente, ma bensì è intesa come la ricerca di una modalità
armonica di rapporto con l'ambiente che è ispirata da una esperienza spirituale interiore, libera e naturale. L'ecospiritualità è lo
sviluppo dell'intuizione che nasce di fronte ad un cielo stellato, senza ipoteche filosofiche o religiose, che si concretizza in una
esperienza di conoscenza e di vita.

Lo stato di realta' dello Shan

Ma come è possibile trovare una fonte esperienziale per le proprie necessità spirituali? Un riferimento per sviluppare il proprio stato
di conoscenza interiore?
Sono state scritte montagne di libri in proposito. Tutte le filosofie del mondo si sono espresse sui possibili modelli di
conoscenza. I luoghi comuni dei preconcetti e delle ideologie storiche apparentemente potrebbero assolvere a questo bisogno.
Tuttavia le loro tesi sono spesso contraddittorie tra di loro e sono frutto di interpretazioni molto spesso fatte a tavolino se non
addirittura basate su personali intuizioni occasionali. Ci sono tesi e prospettive per tutti i gusti che ben si adattano alle necessità
psicologiche degli individui.
Ma al di là delle prospettive e delle interpretazioni storiche, esiste uno stato di realtà globale che possiede di per sé una
proprietà cognitiva intrinseca alla sua natura a cui l'uomo può facilmente accedere attraverso l'esperienza condotta sul piano
individuale e attraverso la sperimentazione. Questo stato di realtà globale è stato interpretato dai popoli del rapporto con la terra
attraverso molti nomi che indicano uno stesso concetto e una stessa esperienza di realtà. Una realtà intesa come unica, globale, che
unisce in un solo stato di realtà uomini, oggetti, situazioni e le altre forme di vita in uno stato di fratellanza universale dove
tutti si trovano a essere parte di una sola cosa. Presso i popoli e le culture che fanno riferimento ai valori naturali dell'universo, troviamo ad esempio l'Assoluto
dell'Alchimia, Wakan Tanka, il grande mistero, dei nativi americani, la conoscenza segreta della Cerca del Graal, Wotan dei Vikinghi,
Chan dei popoli antichi dell'Asia, dei Celti e dei Maya, Shan dell'antico shamanesimo solare che è all'origine della cultura
megalitica del pianeta.
Lo Shan, per citare uno di questi attributi, è lo stato di realtà naturale dell'uomo in cui ognuno può trovare armonia e conoscenza.
La partecipazione e il riferimento a questo valore assoluto di realtà può dare significato e benessere all'esistenza umana.
Lo Shan non è definito dalle aspettative e dalle interpretazioni e convinzioni culturali dell'uomo, ma è percepito interiormente
nell'intuizione della sua realtà ed è conosciuto attraverso l'esperienza di una ricerca diretta e verificabile della sua
manifestazione.

Le proprieta' del silenzio interiore

Vivere la logica naturale dello stato di realtà dello Shan non è una
condizione lontana dall'uomo, utopica o estranea ai bisogni
immediati del quotidiano. E' possibile infatti realizzare questo
stato particolare di coscienza e di partecipazione alla qualità più
intima e reale dell'esistenza attraverso l'esperienza del silenzio
interiore.
Tutti i popoli che hanno riferimento alla natura trovano un rapporto
di comunione e di partecipazione allo stato di realtà dell'esistenza
proprio attraverso la qualità del silenzio interiore. Questa
rappresenta infatti una esperienza naturale che appartiene alle
facoltà più basilari dell'uomo. E' la più elementare e,
contemporaneamente, la più completa esperienza che l'uomo possa
vivere nel suo contatto intimo con la natura reale dell'esistenza.
Il silenzio interiore è una esperienza in grado di aprire la
percezione umana sui segreti più riposti dell'universo e di portare
l'uomo alla conoscenza di se stesso e del significato della sua
vita, di aprirlo all'amore verso tutto ciò che convive con lui sino
ai più estremi lembi di vita immaginabili. Se vogliamo, sino ad un
contatto con una possibile causa prima dell'universo. Il silenzio
interiore distingue e sancisce in modo specifico la qualità
esperienziale della dimensione e delle proprietà creative dello
spirito nella sua possibilità di partecipazione alla natura dello
Shan.
L'individuo si rapporta all'esistenza sui piani esperienziali di
corpo-mente-spirito, ma solamente quanto vive nella dimensione dello
spirito può consentire di realizzare la conoscenza e la
partecipazione allo Shan nella qualità spirituale, descritta
dall'antico sciamanesimo solare nel concetto di Nah. In questo
concetto si esprime una condizione di profonda conoscenza, di
illuminazione interiore e di potenzialità creative illimitate. Il
silenzio interiore è una esperienza che consente di per se stessa di
distinguere l'effettivo ottenimento del risveglio del piano
esperienziale dello spirito alla sua specifica natura e alle sue
possibilità creative.
Nell'esperienza del silenzio interiore si identificano, infatti,
aspetti qualitativi che sono specifici del piano esperienziale dello
spirito. Aspetti che vanno dalla immediata pacificazione della
mente, ovvero alla quiescenza degli affanni emozionali e
speculativi, all'esperienza effettiva della qualità del Nah che
interpreta intimamente e inequivocabilmente la natura dello Shan.
Una sequenza di aspetti esperienziali che convivono e sono parte
della stessa natura della dimensione spirituale.
In particolar modo, proprio la pacificazione della mente sancisce
l'ingresso dell'individuo nella qualità effettiva dell'esperienza
del silenzio interiore che ognuno può percepire per conto proprio e
di cui può prendere atto in una libera e personale valutazione della
sua intima evoluzione. L'esperienza del silenzio interiore è una
porta aperta sull'Invisibile, sul trascendente che costituisce lo
stato di realtà globale dello Shan. E' la condizione attraverso la
quale si può entrare in relazione con la natura dello stesso stato
di realtà dello Shan.
L'esperienza del silenzio interiore, quale strumento di conoscenza
pragmatica della natura reale dell'esistenza, porta inevitabilmente
a estendere il concetto di ambiente con cui rapportarsi ad un piano
metafisico che trascende la definizione ordinaria di ambiente.
In questa esperienza spirituale è ben chiaro che l'esistenza non è
limitata a quanto ci appare attraverso la rappresentazione
sensoriale, ma si estende alle radici fenomeniche della stessa e
prosegue sino a comprendere il supporto di esistenza che non ci è
dato ordinariamente di percepire, ma che purtuttavia esiste e
consente la stessa esistenza in cui ci troviamo a vivere.
Dall'esperienza di armonia interiore, sviluppata nella prospettiva
della realtà del trascendente, scende a cascata la valutazione di
quei valori naturali di ricerca armonica da dare all'ambiente
ordinario. Valutazione che porta tutte le creature viventi ad
assumere un valore e una dignità equivalenti a quelle dell'uomo che
non è più sentito come il dominatore incontrastato del pianeta e
libero di compiere ogni arbitrio e ogni possibile sopraffazione
sulla vita e sulle cose. E' una valutazione che trova l'uomo
affratellato alla vita ospitata dall'ambiente in una comune
esperienza di esistenza condotta sullo stesso pianeta.
E il pianeta si rivela anch'esso parte di questa comune esperienza
di esistenza. Una sola, globale, comunità ecologica che orbita nello
spazio come un sacrario di vita. Il pianeta della casa comune delle
specie viventi, la madre di tutte le specie, compresa la nostra.

L'esperienza ancestrale del Potere

L'esperienza piu' significativa che puo' essere vissuta nella
dimensione del silenzio interiore e' sicuramente quella del Potere.
Essa rappresenta una specifica proprieta' dello spirito ed e' la
caratteristica ancestrale che accompagna l'uomo nel suo rapporto con
il mistero che da' vita e anima il cosmo.
Il Potere costituisce l'obiettivo esperienziale che piu' di ogni
altro puo' rispondere ai bisogni fondamentali dell'individuo. Esso
comporta la realizzazione di un significativo arricchimento
spirituale e segna la conclusione del ciclo di vita e di esperienze
personali, in cui l'individuo ha vissuto alla ricerca di un
significato da dare alla propria esistenza. Ma soprattutto
rappresenta un preciso punto di arrivo dell'evoluzione umana.
L'esperienza del Potere non e' una esaltazione dell'ego
individuale. Il Potere non appartiene alla sfera mentale, ma
riguarda la sfera spirituale che e' in grado di realizzare la
conoscenza dello Shan. E' la qualita' che emerge dalla capacita'
dell'individuo di entrare in sintonia con la natura del mistero che
da vita all'universo.
Il Potere e' il completamento evolutivo dell'individuo
nell'esistenza, la piu' totale e globale esperienza che l'uomo puo'
vivere. Dopo l'abbandono dalla genitrice egli si avvia come
individuo, libero e indipendente, sul cammino del mistero per vivere
la natura dello Shan.
Il Potere da' all'uomo la possibilita' di sviluppare una sua
personale creativita' in cui ogni azione e' sacralizzata dalla
natura dal mistero che condivide e verso cui si sta muovendo. Un
Potere che gli consente di realizzare la conoscenza delle cose, di
vivere in armonia con il destino cosmico dell'universo e di aiutare
gli altri.
Questo potere trasforma l'individuo in shan-a-man, in uomo santo, in
uomo sacro, in creatura-mistero, in shamano.
Il concetto di Potere rappresenta un valore universale ed era e
rimane un significato di esperienza individuale che va al di la' di
ogni tempo e di ogni popolo che da' un posto all'uomo nel mistero
rappresentato dall'esistenza.
La tradizione ancestrale dei popoli naturali del pianeta considera
il Potere come la specifica modalita' con cui l'uomo puo'
rapportarsi al mistero in cui esiste e attraverso cui puo'
partecipare alla reale natura dell'universo.
I popoli, dell'antichita' e del nostro tempo, che hanno mantenuto un
rapporto diretto con la natura, ovvero che non sono stati ipotecati
dalle specifiche concezioni teoriche delle grandi religioni,
trattengono intimamente il significato trascendente del mistero che
la natura stessa manifesta. Presso questi popoli, l'esperienza
dell'acquisizione del Potere interiore e' stato da sempre un evento
dominante e qualificante sul piano della realizzazione spirituale e
sociale. L'esperienza del Potere trova cosi' una sorprendente
similitudine di interpretazione e di identita', che si manifesta al
di la' di ogni possibile divisione geografica, culturale e temporale.
Presso i popoli nativi del nord America il Potere e' identificato
nel "sicun". Una esperienza che eleva ogni guerriero al piu' alto
livello di considerazione sociale e che distingue la sua avvenuta
maturita' interiore.
Il "sicun" e' un dono ottenuto attraverso una "visione" in cui Wakan
Tanka, il "grande mistero", si rivela a ciascun uomo. Una
rivelazione interiore che puo' avere anche il significato di una
chiamata al ruolo di shamano. A grandi linee quello che ancora oggi
nel cristianesimo si potrebbe definire come la chiamata di Dio al
sacerdozio.
Al di qua dell'oceano, sul vecchio continente, gli antichi popoli
della cultura nord europea identificavano il Potere nel concetto
di "vrill". Una energia misteriosa e trascendente che era in grado
di mutare la materia e lo stesso rapporto di spazio-tempo.
Nello zoroastrismo medio-orientale troviamo che il Potere era
identificato nel concetto dello stato interiore e particolare
di "Maga" che consentiva all'individuo di accedere a facolta'
misteriose e alla capacita' di parlare con il creatore di tutte le
cose.
Nel celtismo era il "Nah-om", il Potere sacro dei druidi che
distingueva questi ultimi per le loro capacita' di rapporto con il
trascendente e che era fonte della loro saggezza.
Piu' anticamente, i mitici Tuatha de Danann, gli dei che secondo la
leggenda irlandese erano giunti dalle lontane terre iperboree per
donare la loro conoscenza agli Ard-ri, i re-sacerdoti che avrebbero
costruito l'antico regno d'Irlanda, erano portatori del segreto
dello "shark", il Potere che derivava dal possesso del mitico Graal.
Oggi l'antica religione, filiata dal celtismo sopravvissuto alle
persecuzioni cristiane dei secoli bui, celebra ancora l'esperienza
interiore del Potere attraverso il concetto di "wicca". Concetto che
rimane alla base del neo-paganesimo nordico e che riporta a vivere
le potenzialita' ancestrali dell'umanita'.
Ma il concetto di Potere non e' estraneo del tutto all'attenzione
delle grandi religioni che hanno egemonizzato la storia del pianeta.
Ad esempio presso il cristianesimo si puo' identificare, anche se in
maniera piu' o meno sfumata, nel concetto di "fede", inteso come
mezzo di interazione e di dialogo con la divinita'.
Nell'Islam esiste la "baraka", una sorta di condizione individuale
benedetta da Allah che trasforma l'uomo in un prediletto del cielo,
fonte di saggezza e di bene per il prossimo. Proprio dall'Islam,
nel tardo medioevo, ebbe origine la dottrina esoterica dell'alchimia
che suggestiono' i ricercatori dello spirito del mondo occidentale
del passato coinvolgendoli nella ricerca dell'ottenimento
della "pietra filosofale". Un modo figurato di esprimere il concetto
dell'esperienza interiore del Potere che tuttavia riusci' a eludere
ogni tipo di censura e a farsi veicolare attraverso i secoli senza
subire impedimenti.
La "pietra filosofale" era l'obiettivo essenziale di ogni
alchimista. Era l'elemento particolare che avrebbe in seguito
consentito di attuare azioni straordinarie come la trasformazione
simbolica del piombo in oro.
Tuttavia, come gia' era noto presso i nativi del nord America o
delle tradizioni dei popoli del nord Europa, anche per l'alchimia,
il Potere non era una esperienza ordinariamente comune, ma era
ottenibile solo dopo una intima e totale adesione al mistero che e'
il cuore dell'universo.
Infatti, la "pietra filosofale" era definita come il "donum dei", il
dono di Dio. L'alchimia affermava che non tutti potevano divenire
alchimisti, ma che potevano diventarlo solo coloro che erano stati
chiamati dal mistero.

L'esperienza della meditazione

Nell'ecospiritualità l'esperienza spirituale ha un ruolo
determinante e rappresenta la certezza di un riferimento per lo
sviluppo creativo delle proprie azioni e della propria
partecipazione al mistero dell'esistenza.
L'esperienza spirituale è una esperienza cosciente di sé e delle
cose che è in grado di consentire la comprensione e la
partecipazione alla natura reale dello stato di esistenza. Una
esperienza interiore che è in continua evoluzione e che si trova al
di là del corpo e della mente. Abitualmente, se ci si ferma a
prendere coscienza di sé, si rileva una presenza e una propria
consistenza individuale fatta di uno stato di essere psico-fisico e
con una capacità di valutazione senziente. Ma l'esperienza
spirituale non può essere identificata sul piano delle percezioni
corporee-sensoriali, né altrimenti nello stato fluttuante delle
emozioni o nella limitazione dell'elaborazione concettuale del
pensiero. La dimensione spirituale è una esperienza che trascende
per autopercezione le proprieta' del corpo e della mente. E' uno
stato di essere che spesso, nella nostra vita, nessuno ci ha
suggerito di riconoscere né tantomeno ce ne ha mai parlato con
proprietà di termini.
Come realizzare pertanto la dimensione spirituale senza incorrere
in equivoci di valutazione?
La condizione spirituale è innata nell'individuo, tuttavia essa può
essere confusa con una percezione egocentrica di autostima e quindi
va verificata a livello personale con una procedura esperienziale
che la possa confermare nella sua reale natura di esperienza
spirituale. Come si è detto la condizione che distingue la proprietà
del piano spirituale si può identificare nell'esperienza del
silenzio interiore. Esperienza che è caratterizzata dalla evidente
quiescenza delle pulsioni corporee e dall'inequivocabile
pacificazione della mente. Condizione di essere che apre a sentieri
esperienziali del tutto nuovi e che portano all'acquisizione della
conoscenza e della partecipazione alla natura reale del mistero
dello stato di esistenza in cui tutto prende origine e esistenza.
Ma per ottenere questo silenzio interiore, ovvero per dare la
possibilità al piano spirituale di emergere e di identificarsi nella
sua natura e competenza esperienziale, al di là delle interferenze
percettive del corpo e della mente, è necessario applicare un
preciso lavoro evolutivo che porti a realizzare l'obiettivo
desiderato.
E questo lavoro non può essere empirico o basato su obiettivi
prefissati dalle proprie aspettative culturali di origine.
A questo scopo è proponibile l'esperienza arcaica della meditazione.
Un vero e proprio laboratorio dell'esperienza interiore che può
consentire la realizzazione della condizione spirituale e costituire
in seguito un importante riferimento per la partecipazione alla
natura del trascendente. Contemporaneamente, uno strumento di
conoscenza pragmatica della natura reale dell'esistenza che porta a
sviluppare uno stato interiore di spiritualità che abbraccia
l'intero cosmo.
La meditazione non rappresenta una qualsiasi metodologia
dell'interiore che possa essere stata inventata dall'uomo. Essa è
l'interpretazione di un archetipo naturale presente sia
nell'esistenza che nelle sue applicazioni, ed è addirittura
all'origine di molte tendenze religiose e culturali della storia.
Le antiche leggende irlandesi narrano che furono i Tuatha De
Dannan, i mitici dei delle terre iporboree, a portare in dono ai
druidi del continente europeo la conoscenza della meditazione. I
druidi, che trovarono già costruiti i templi megalitici, sarebbero
poi divenuti i loro allievi e gli stessi iniziatori della cultura
celtica in Europa.
Prima di questi dei, secondo altri miti ancora più antichi, a
portare agli uomini lo stesso dono di conoscenza erano stati i
signori dell'Alcheringia degli aborigeni australiani e i Katchina
degli Hopi.
Leggende e miti che si perdono e affondano nella storia più profonda
dell'umanità e che hanno dato origine a miti eterni come quello del
Graal. Ma al di là di ogni possibile leggenda, la meditazione è
effettivamente una esperienza millenaria, nata con l'umanità, che ha
dato vita ad una specifica tradizione di conoscenza e di
interpretazione dello Shan e che è ancora oggi custode di metodi
introspettivi e di cronaca storica dell'intera umanità.
Attraverso la meditazione è possibile la realizzazione concreta
delle potenzialità dell'esperienza del silenzio interiore che
l'antico shamanesimo solare della cultura megalitica identificava
nell'esperienza del Nah. Una esperienza di conoscenza e di
interpretazione dello Shan possibili sul piano della condizione
umana, ma sufficente e completa per conoscere e vivere nella sua
totalità la reale natura dello stato di esistenza. Una qualità
precisa di essere che alcuni hanno occasione di scorgere
nell'interazione fortuita con il mistero dell'esistenza in sede di
particolari eventi che fungono da catalizzatori di esperienza, come
il rapporto con la morte o la malattia, ma che altri invece
realizzano in maniera determinata e gestibile attraverso la loro
volontà di ricerca esperienziale. Una cerca consapevole e motivata
del simbolico Graal.

Vivere l'ecospiritualita' nel quotidiano

L'uomo che realizza e vive l'esperienza del silenzio interiore tende
a stabilire naturalmente una modalita' creativa di tipo armonico nel
suo rapporto con l'ambiente che si identifica, in concreto, nel tema
della proposta dell'ecospiritualita'.
La vivibilita' dell'ambiente e' il riflesso dell'esperienza vissuta
nel silenzio interiore. Un ambiente armonico, nel rispetto delle
forme e delle necessita' della natura, e' il riflesso della
spiritualita'-equilibrio interiore vissuta dall'uomo che ha
realizzato una sua armonia interiore.
A sua volta l'ambiente puo' influire sull'individuo. Se l'ambiente
e' degradato, ovvero non e' armonico, puo' suscitare il degrado
della mente, della cultura e degli orientamenti spirituali.
L'applicazione dell'ecospiritualita' puo' esprimersi dalla sfera
individuale alla natura in cui l'uomo vive, sino allo sviluppo del
suo rapporto con il trascendente:
a) nella alimentazione (prodotti naturali, la cui produzione che non
forzi l'ecosistema esistente e i ritmi del natura)
b) nella abitabilita' (gli ambienti malsani producono riflessi
negativi sulla salute dell'uomo)
c) nel mantenimento dell'equilibrio psicofisico dell'individuo
d) nella prevenzione e nella cura armonica delle malattie (prevenire
e curare nel rispetto della dignita' dell'individuo attraverso
terapeutiche a misura dello stesso)
e) nella socialita' (un rapporto armonico con gli altri porta alla
costruttivita' e al soddisfacimento reale dei propri bisogni)
f) nell'espressione di rapporto artistico con la natura (poesia,
musica, pittura, scultura) non per possedere le forme ma per
rapportarsi con l'esistenza attraverso di esse g) nella sistemazione
dell'ambiente (il bello nell'equilibrio e nell'armonia delle forme
arricchisce la mente e fa vivere l'uomo dignitosamente e felice)
utilizzando il concetto di vuoto e di pieno
h) nell'utilizzo armonico delle risorse naturali e umane
i) nel rapporto armonico con le altre creature viventi del pianeta
l) nel rispetto dei cicli e delle specifiche prassi della natura
m) nel mantenimento del proprio equilibrio interiore lasciando
esprimere senza morali costrittive i bisogni creativi della mente
n) nella realizzaizione del silenzio come qualita' di riferimento
alla propria esperienza di armonia e conoscenza attuabile con la
meditazione con la musica del Vuoto
o) nella conoscenza dello stato di realta' dello Shan come
riferimento e significato del proprio essere e delle proprie
modalita' creative

(Da "I Popoli naturali e l'ecospiritualita'®", di Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero Edizioni Triskel - Torino 2001)