Afghanistan: sempre più forte il risentimento popolare verso le truppe occidentali
di Enrico Piovesana - 26/06/2008
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Amir, un ragazzo pashtun di 25 anni, usa Internet per tenersi informato su quel che accade nel suo Paese. Ogni giorno legge sui siti in lingua locale di decine di afgani, talebani o civili, uccisi dalle forze Nato. “La gente dei nostri villaggi è ignorante e dopo tutti questi anni di guerra considera ogni occidentale un ‘bastardo americano’ da far fuori. Tra la popolazione c’è un crescente sentimento di ribellione e di odio verso gli stranieri e un sempre maggiore sostegno per i talebani”. L’ostilità degli afgani verso le truppe occidentali è sempre più forte e sempre più spesso esplode in rabbiose proteste. Come è accaduto lunedì mattina a Khogyani, nella provincia orientale di Nangarhar, dove centinaia di persone sono scese in strada al grido di ‘Morte all’America’ dopo che un missile lanciato da un elicottero Apache aveva distrutto una casa uccidendo due civili: un bambino e suo padre. La Nato ha negato l’accaduto.
Civili vittime di bombardamenti e gravi abusi. A fomentare l’odio della popolazione afgana verso le truppe straniere non sono solo i tanti civili uccisi dalle bombe e dai missili della Nato – spesso vere e proprie stragi, come i 33 civili uccisi in un bombardamento aereo lo scorso 10 giugno nel villaggio di Ebrahim Kariz, nella provincia di Paktika. A gettare benzina sul fuoco sono anche le violenze commesse dai soldati governativi afgani che operano a fianco delle truppe occidentali, le quali si guardano bene dal contrastare e denunciare le aberranti malefatte dei soldati locali.
E’ di pochi giorni fa la notizia che i comandi canadesi hanno dato ordine ai propri soldati di “ignorare” i casi di stupri di bambini commessi da militari afgani. Casi che pare siano così frequenti da aver causato traumi psicologici a molti reduci canadesi.
La Nato in difficoltà chiede ancora rinforzi. Intanto la guerra continua sempre più violenta, sia sul terreno militare che su quello della propaganda. |


Amir, un ragazzo pashtun di 25 anni, usa Internet per tenersi informato su quel che accade nel suo Paese. Ogni giorno legge sui siti in lingua locale di decine di afgani, talebani o civili, uccisi dalle forze Nato. “La gente dei nostri villaggi è ignorante e dopo tutti questi anni di guerra considera ogni occidentale un ‘bastardo americano’ da far fuori. Tra la popolazione c’è un crescente sentimento di ribellione e di odio verso gli stranieri e un sempre maggiore sostegno per i talebani”.
Civili vittime di bombardamenti e gravi abusi. A fomentare l’odio della popolazione afgana verso le truppe straniere non sono solo i tanti civili uccisi dalle bombe e dai missili della Nato – spesso vere e proprie stragi, come i 33 civili uccisi in un bombardamento aereo lo scorso
La Nato in difficoltà chiede ancora rinforzi. Intanto la guerra continua sempre più violenta, sia sul terreno militare che su quello della propaganda.