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Non passa lo straniero. Soldati pachistani sparano agli elicotteri Usa

di Enrico Piovesana - 26/09/2008

Ieri i soldati di Islamabad hanno nuovamente sparato contro due elicotteri Usa che stavano sconfinando in territorio pachistano dalla provincia afgana di Khost. I militari statunitensi, a differenza di quanto avvenuto la scorsa settimana, stavolta hanno risposto al fuoco pachistano, scatenando una sparatoria durata diversi minuti. Il giorno prima, mercoledì, il premier pachistano Yousuf Raza Gilani aveva avvertito gli Stati Uniti: "Noi non tollereremo violazioni della nostra sovranità commesse in nome della guerra al terrorismo".  
 
Elicotteri Usa sul confineL'ordine è chiaro: aprire il fuoco. Lunedì, lo stesso neo-presidente pachistano Ali Asif Zardari aveva dichiarato che "le nostre forze armate hanno l'ordine di impedire qualsiasi intrusione nel nostro territorio". Anche sparando. La scorsa settimana il portavoce dell'esercito pachistano, generale Athar Abbas, aveva detto: "In caso di intrusione gli ordini sono chiari: aprire il fuoco". A dare questi ordini, pochi giorni prima, era stato il comandante delle forze armate pachistane, generale Ashfaq Parvez Kayani, che il 10 settembre, in una delle sue rare interviste, aveva chiarito che "la sovranità del Pakistan sarà difesa a tutti i costi e a nessuna forza esterna verrà permesso di condurre operazioni sul nostro territorio".

L'attentato al MariottGli Usa speravano nell'effetto Mariott. A Washington tutti erano certi che, dopo la strage del 20 settembre all'Hotel Mariott di Islamabad, il governo e l'esercito pachistano avrebbero smesso di opporre resistenza alle operazioni militari Usa nelle Aree Tribali. Invece la reazione pachistana è stata un ulteriore irrigidimento rispetto al prepotente atteggiamento dell'amministrazione Bush, decisa a intervenire contro i talebani in Pakistan, con o senza la collaborazione e il consenso del governo di Islamabad.