Note sull'imperialismo americano (incontro pubblico)

Attraverso una ricostruzione storica che parte dalla guerra d'indipendenza per giungere ai giorni nostri, questo testo (alieno da condanne ideologico-moralistiche) si propone una messa in discussione dell'idea di 'destino manifesto', a sua volta collegata con la concezione dell'inevitabilità del dominio 'occidentale'. L'espansionismo statunitense, infatti, si è sviluppato in maniera nient'affatto scontata e lineare, ma seguendo percorsi tortuosi e accidentati, ricchi di svolte e di repentini cambi di direzione.

Il saggio di Giovanni Damiano mostra, quindi, come il voler costringere la concreta prassi storica nella camicia di forza dell'ideologia sia sempre un errore fatale. L'Autore cerca d'individuare un'alternativa all'attuale egemonia americana, indicandola in un nomos di 'grandi spazi' capaci di restituire all'Europa la sua piena sovranità e di dar vita a un nuovo scenario multipolare e a una rinnovata società internazionale di stampo 'neo-groziano'.

Incontro in libreria:

nei locali della Libreria Ar, giovedì 23 ottobre, alle ore 19.00, si terrà il seguente incontro:


SOMMARIO

Prologo                                            11
La guerra d'indipendenza                  17
Un'occasione mancata:
la rivoluzione francese                 22
La dottrina Monroe                          26
Una cesura: la guerra di secessione    31
Teorie dell'espansione                       37
Politica di potenza                            44
Un Manifest Destiny planetario         50
Ironie della storia                             57
II tramonto dell'isolazionismo          64
Nuovo ordine mondiale                    72
Atlantico cantra Urali?                      82
Tra espansione e crisi                        90
Dopo il Muro                                 100
Stato di eccezione globale                107
Una egemonia 'hobbesiana'             119

Epilogo                                           131
Indice dei nomi                               1


Dal prologo

Questo scritto non si propone di essere l'ennesima ricostruzione della genesi e dei vari motivi di fondo di quella che può ben chiamarsi l'ideologia americana. Al riguardo, mi limito a sottolineare, sulla scorta delle analisi di Preve, la natura ideocratica degli Stati Uniti, ossia il loro essere guidati da una idea fondante che ne ha costituito l'autocoscienza sino ai giorni nostri. Mi discosto però da Preve nell'individuazione di quest'idea centrale, vera stella polare del cammino degli Stati Uniti, che va rintracciata, a mio parere, nella superiorità sull'Europa. In altre parole, gli americani hanno costruito la loro identità nazionale alla luce di un senso, via via più forte e radicato, di superiorità verso l'Europa. Il continente europeo ha rappresentato, infatti, l'ineludibile polo 'dialettico' degli Stati Uniti, l'ineliminabile termine di paragone e di confronto. Il Vecchio Mondo come «l'Altro dicotomico del Nuovo Mondo»; l'intera storia americana verte su questo rapporto. Che sin dall'inizio ha assunto, nella 'narrazione' puritana, i toni della contrapposizione: la 'nuova Canaan' si opponeva al 'nuovo Egitto'.[...]