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Il Grande Oriente d'Italia ai tempi del Grande Fratello

di Miguel Martinez - 25/02/2009

 
Un mio amico massone mi segnala il violento scontro elettorale in corso all'interno del Grande Oriente d'Italia.

Alcuni massoni accusano il Gran Maestro, il romagnolissimo Gustavo Raffi, di una serie di abusi: gestione autoritaria, processi interni ai propri critici, bilanci poco chiari, un "rimborso spese" di 250.000 euro l'anno tutto per sé, ad esempio. Anzi, dicono che non potrebbe nemmeno candidarsi per farsi rieleggere per la terza volta. Infatti, nel 2003, Raffi avrebbe modificato di un'unica parola l'articolo 30 dello statuto del GOI, che recitava:

"Il Gran Maestro dura in carica cinque anni ed è rieleggibile alla scadenza per un solo mandato di pari durata"

Togliendo la piccola parola "solo", restava quindi la frase

"Il Gran Maestro dura in carica cinque anni ed è rieleggibile alla scadenza per un mandato di pari durata"

Raffi avrebbe poi interpretato quell'"un" non come numero, ma come articolo indeterminato, che non limitava quindi il numero di rielezioni, ma ne descriveva unicamente la durata.

In filigrana, dietro le polemiche, si legge anche una critica alle scelte politiche di Gustavo Raffi, sostenitore più o meno aperto del centrosinistra e grande esaltatore dell'aspetto laico e risorgimentale della Massoneria, a discapito degli aspetti più iniziatici. In cambio, i sostenitori di Raffi accusano i dissidenti di essere una sorta di rinata P2, evidentemente uno spauracchio fisso all'interno della Massoneria.

A noi, questa storia interessa perché i dissidenti si sono lanciati in rete, con un violentissimo sito critico contro Gustavo Raffi, intitolato Grande Oriente Libero, che presenta al pianeta intero una grande quantità di documenti contro il Gran Maestro.

In tutta la lunga storia della massoneria, credo che non si fosse mai visto nulla di simile. Nemmeno l'organizzazione che ha sempre rivendicato la propria segretezza riesce a sfuggire alla logica del Grande Flusso, che corrode e mette letteralmente a nudo tutto.

Credo che gli effetti di questo scandalo vadano, quindi, molto oltre la questione Raffi.[1]

I critici accusano Raffi di aver svuotato la massoneria dei suoi aspetti interiori, di averne fatto una sorta di azienda che avrebbe speso, in maniera poco chiara, miloni di euro per aumentare il numero di iscritti e promuovere un presunto "pensiero" massonico nella società. Mentre,
sostengono i critici, non c'è nessun "pensiero" da diffondere e nessun motivo per cercare nuovi iscritti:
"Non occorre pubblicità alcuna. Il massone è un antico cavaliere vivo e visibile che ha appreso il mestiere delle armi  solo per difendere la giustizia e per proteggere gli orfani e le vedove. Ovunque si muova è accompagnato da nove cavalieri  invisibili ma dotati di indomabile potenza: i doveri del massone e le virtù del massone.

Solo dall’osservanza incessante dei doveri e dall’esercizio perenne delle virtù il massone assume quel carisma che, per naturale induzione,  porterà i profani a bussare alla porta del Tempio.

Si distingua il sacro dal profano. Si torni alla pace della nostra ritualità e all’ombra della nostra riservatezza, rispettando la società civile senza avere la pretesa di incidere in essa con la forza di un pensiero che non è tale perché ciò che succede da noi è eterno e universale."

Per salvare l'interiorità massonica dalla sua esteriorizzazione, quindi ci si rivolge a quanto di più esteriore vi sia: Internet. E prima o poi, Raffi dovrà reagire in tribunale, esponendo ulteriormente la Massoneria.

Il fascino della Massoneria - che dura da oltre tre secoli - risiede tutto nella sua segretezza. Che poi non è un segreto di fatto: i riti sono noti, come sono noti, in gran parte, gli esponenti. Ma il segreto è una dimensione, uno stile, che la accompagna ovunque: la stessa forza che suscita un'ostilità assolutamente trasversale porta tanti a sperare di essere ammessi in qualche loggia.

Non cedo alla tentazione di demonizzare la massoneria, eppure c'è un elemento che anche per me costituisce in effetti un mistero: il rapporto tra un'istituzione elitaria, segreta e legata a forme non teorizzate di esoterismo, e il laicismo anticlericale, razionalista e democratico che quell'istituzione ha promosso nella società.

Negli ultimi anni, il Grande Oriente d'Italia ha seguito la stessa china scivolosa che, in passato, hanno seguito istituzioni diverse come il Partito Comunista o la Chiesa cattolica.

Il Grande Flusso disintegra, indifferentemente, tutte queste istituzioni, non interessandosi ai loro violenti conflitti.[2]

Chiesa cattolica, chiesa comunista, chiesa massonica, dopo essersi chiuse a riccio, reagiscono con l'autocritica e la trasparenza.

Che il mondo ci guardi, vedrà che non abbiamo nulla che non vada bene.

Certo, ma per il mondo non va bene nulla che sia diverso dal mondo stesso.

Ecco che avviene un'omologazione radicale - i discorsi del postcomunista, del postcattolico, del postfascista o del postmassone sono quasi perfettamente intercambiabili: dico quasi, perché resta una sorta di innocua sfumatura, una specie di logo che distingue le aziende che producono però oggetti ormai identici.

Note:

[1] Non essendo massone, non mi schiero. A pelle, trovo qualcosa di antipatico nel sito critico contro Raffi; bilanciato però da
questo video in cui si può sentire il Gran Maestro parlare come qualunque assessore comunale romagnolo formatosi nella grande scuola dei Convegni degli Enti Locali.

[2] Nel lavoro di demolizione, sono in prima fila le istituzioni stesse: l'anticlericalismo massonico e l'antimassonismo cattolico hanno entrambi fatto appello al Grande Flusso per sciogliere nel liquido il proprio avversario.

Il Grande Flusso distrugge sistematicamente anche le basi psicosociali di ogni istituzione: la classe operaia dei comunisti, il ceto medio "all'antica" dei cattolici e quello "illuminato" dei massoni.

Ma mina anche, più sottilmente, le stesse basi del pensiero. Il conflitto tra Fede e Ragione perde di senso ai tempi dell'Isola dei Famosi: Tommaso d'Aquino e Voltaire vengono entrambi esclusi alla prima selezione, anche se continuano a litigare tra di loro al bar dove vanno a bere per consolarsi.