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Le dimensioni del presente

di Dagoberto Husayn Bellucci - 22/04/2009

 

"Messo a dura prova anche un pragmatico convinto
fissa il mondo e perde molto tempo come me
l’evidenza degli eventi che rinneghi
favorisce il trascorrere del tempo
e il logorio che lo pervade

Dipendenza da dominio del mio tempo
Madre della smania mia di anticipare il tempo stesso"

(Tiziano Ferro/Franco Battiato - "Il Tempo stesso" - album "Alla mia età"
2008)


La realtà metafisica conosce anche le dimensioni di spazio e tempo secondo
quella che è una delle proiezioni dell'individuo nel cosmo. E' necessario
riconoscere una cognizione di causa ed effetto ai due valori di riferimento
spaziali e temporali così come , analogamente, secondo i principii tradizionali
esiste una connessione tra macro-cosmo e micro-cosmo , influenza di origine
sovrumana che 'ordina' e regola la direzione di marcia di individui, esseri
viventi, creato.

In questo contesto affronteremo la questione relativa al valore del tempo
nello spazio e viceversa come presupposto per analisi anche di carattere
sociologico sull'accelerazione dei tempi e dei ritmi tipica delle società
contemporanee. Esiste infatti un processo di sovversione generale dei
meccanismi di riconoscimento temporali e spaziali, con una frenesia ed
un'incalzante materializzazione dell'esistenza umana che hanno reso sconosciute
all'uomo moderno le dimensioni dei valori trascendenti.

L'affermazione di massima secondo il quale "il tempo è denaro" rappresenta la
stratificazione su basi materialiste di cognizioni appartenenti al mondo della
tradizione primordiale. Scrive in proposito Renè Guènon: "Lo spazio, così come
il tempo, è una delle condizioni che definiscono l'esistenza corporea,
condizioni che sono però diverse dalla "materia" , o meglio dalla quantità,
benchè con questa si combinino naturalmente; esse sono meno "sostanziali"
quindi più vicine all'essenza, ed è questo in effetti ciò che implica
l'esistenza in esse di un aspetto qualitativo..." (1)

 Noi affermiamo l'inscindibile legame tra spazio e tempo ovvero che
l'estensione di essi non può essere interpretata esclusivamente su di una
dimensione della quantità bensì sul valore della loro qualità smentendo, con lo
stesso studioso tradizionalista francese, una delle principali antinomie
cosmologiche kantiane secondo la quale occorrerebbe riconoscere "se il mondo è
infinito o se è limitato nello spazio"; questione assolutamente priva di senso
laddove è impossibile che lo spazio si estenda al di là del mondo per
contenerlo perchè altrimenti si tratterebbe di uno "spazio vuoto" ed il vuoto
non può contenere alcunchè.

Guènon legittimamente afferma che nel solo ambito della manifestazione
corporea "si potrà dire che lo spazio è coesistivo a tale mondo essendone una
delle condizioni" quindi "questo mondo non è più infinito dello spazio
stesso".

Nel capitolo dedicato a "Le determinazioni qualitative del tempo" della sua
opera più interessante Guènon scrive:  "Il tempo appare ancor più lontano dello
spazio dalla quantità puro: si può parlare sia di grandezze temporali sia di
grandezze spaziali, ed entrambe fanno parte della quantità continua (...).
(...) Quel che si misura in realtà non è mai una durata, bensì lo spazio
percorso in questa durata da un certo movimento di cui si conosce la legge;
poichè questa legge si presenta come una relazione fra il tempo e lo spazio ,
quando si conosce la grandezza dello spazio percorso si può dedurre quella del
tempo impiegato a percorrerlo; per quanti artifici si adoperino, non vi sono,
in definitiva, altri mezzi per determinare le grandezze temporali." (2)

E' di notevole interesse la sottolineatura guènoniana circa la vicinanza del
tempo alla sfera qualitativa in rapporto al dato fattuale che , se i fenomeni
corporei sono i soli che si situano sia nello spazio che nel tempo, quelli
d'ordine mentale - studiati dalla psicologia - mancando completamente di un
carattere spaziale si situano ugualmente nel tempo ciò permette di dedurre che
il mentale - per la sua caratteristica di appartenere ad una manifestazione
sottile - è più prossimo all'essenza del corporeo il che ci fa comprendere
perchè la natura del tempo , suscettibile di una tale estensione e capace di
condizionare le manifestazioni mentali, sia maggiormente qualitativa di quella
dello spazio.

Come già Evola (3) lo stesso Guènon rileva l'impossibilità da parte di
psicofisiologi e psichiatri di cercare elementi quantitativi nei fenomeni
mentali - trattandosi al massimo di alcune loro concomitanze corporee - e
sottolinea "l'idea assurda di una psicologia quantitativa" che rappresenta "il
gradino più basso dell'aberrazione "scientistica" moderna!"

Sottolineando ancora una certa simmetria tra spazio e tempo Guènon ci invita
a considerare come nell'ordine della qualità esista una corrispondenza fra il
simbolismo spaziale e quello temporale e già il fatto stesso che si trati di
simbolismo induce a considerare che è la qualità che interviene in modo
essenziale tra i due valori ricordando come il simbolismo zodiacale - da un
punto di vista iniziatico - abbia da sempre influenzato le applicazioni
ritualistiche durante lo svolgimento del ciclo annuale in tutte le
manifestazioni di religiosità procedenti dalla Tradizione informale e ordinate
da una visione conforme ai principii primordiali tradizionali.

"La vera rappresentazione del tempo - scrive Guènon (4) - è quella fornita
dalla concezione tradizionale dei cicli, concezione che, beninteso, è
essenzialmente quella di un tempo "qualificato" (...)." formulando alcune
considerazioni proprie della dottrina dei cicli cosmici (5) secondo cui non
solo "ciascuna fase di un qualsiasi ciclo temporale possiede una sua qualità
propria che influisce sulla determinazione degli avvenimenti, ma che la stessa
velocità con cui questi avvenimenti si svolgono è qualcosa che parimenti
dipende da queste fasi" risultando cioè di ordine qualitativo.

D'altronde se prendiamo la direzione discendente di svolgimento di un ciclo,
aspetto cronologico di un processo di manifestazione che è implicito
nell'allontanamento graduale di una data forma o  di una data civiltà -
originariamente collegate ad una Tradizione conforme - dal Principio, non
possiamo non sottolineare alcune somiglianze con un'analogia spaziale assai
interessante ovvero l'aumento di velocità degli avvenimenti all'approssimarsi
della fine di un ciclo può esser paragonato all'accelerazione di caduta dei
corpi pesanti in movimento come indica Guènon poco dopo "il cammino
dell'umanità attuale assomiglia in realtà al percorso d'un corpo in movimento
lanciato in una discesa, e che accelera sempre più quanto più si avvicina al
basso".

Anche queste considerazioni sul valore qualitativo di tempo e spazio devono
configurarsi come una proiezione analitica sulle condizioni di degrado e di
involuzione comprese , e nel tempo intervenute, nelle società moderne
sottoposte ad una vorticosa spinta verso il basso , nel regno della materia, al
di là di momentanee e incerte reazioni di segno contrario. Noi , senza fretta
ma senza tregua, abbiamo 'fissato' un ruolino di 'marcia' a scadenze
"flessibili".

Senza 'smanie' nè incertezze centreremo i nostri obiettivi e daremo
'coordinate' esistenziali a quanti vorranno procedere su percorsi organici
nella ricognizione antropologico-politica 'terminale' . E' un atto 'dovuto'
perchè occorre sempre fare ciò che deve essere fatto indipendentemente
dall'approvazione o disapprovazione altrui.


Note -

1) Renè Guènon - "Il regno della Quantità e i Segni dei Tempi" - ediz.
"Adelphi" - Milano (1.a ediz. 1982);

2) Renè Guènon - ibidem;

3) Julius Evola - "Maschera e volto del neospiritualismo moderno" - ediz.
"Mediterranee" - Roma;

4) Renè Guènon - op. cit. ;

5) si veda in proposito di Renè Guènon - "Considerazioni sulla dottrina dei
cicli cosmici" in "Rivista di Studi Tradizionali", 11 - Aprile-Giugno 1964;